Fujinon XF33mmF1.4R LM WR, standard di nuova generazione per il sistema Fujifilm X

Fujinon XF33mmF1.4R LM WR, standard di nuova generazione per il sistema Fujifilm X

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Il nuovo standard "next-gen" Fujifilm si affianca allo storico 35mm, offrendo maggior risoluzione a tutta apertura, tropicalizzazione, maggior velocità e silenziosità nella messa a fuoco, a fronte di ingombri più elevati e prezzo di listino che sfiora gli 850 Euro.”

Proviamo oggi il nuovo FUJINON XF33mmF1.4 R LM WR, focale standard di nuova generazione per il sistema Fujifilm X. Diciamo subito che il nuovo arrivato non sostituisce lo storico XF35mm F1.4 R (disponibile fin dalla nascita del Sistema X) anche se, come già anticipato in questa news, è chiaro che ne raccoglie l'eredità. 


La ragione per mantenere in gamma due obiettivi con focale fissa tanto simile – un 33mm e un 35mm – si intuisce confrontando dimensioni, peso e schema ottico dei due obiettivi. L'XF 35mm è stato, ed è tutt'ora, un indiscutibile punto di riferimento del Sistema X, anche per nitidezza. Noi per primi lo abbiamo sempre utilizzato come ottica di riferimento per il confronto tra corpi macchina diversi.

Sopra: confronto tra gli schemi ottici del 35mm (sinistra) e del nuovo 33mm (destra).
Sotto: grafici MTF del nuovo 33mm e (in trasparenza) del precedente 35mm. Fonte: Fujifilm.

Un'occhiata ai rispettivi grafici MTF chiarisce però come il nuovo 33mm appartenga a un'altra categoria: con i suoi 15 elementi in 10 gruppi, tra cui 2 elementi asferici e 3 a bassa dispersione ED (8 elementi in 6 gruppi e 1 elemento asferico per il 35mm), questo obiettivo nasce per supportare la prossima generazione di sensori X-Trans, e per garantire quella nitidezza chirurgica, già a tutta apertura, tipica delle ottiche di ultima generazione.

Inoltre, come si intuisce dalla sigla, il FUJINON XF33mmF1.4 R LM WR è tropicalizzato e azionato da motori lineari, più veloci e decisamente più silenziosi di quello che muoveva il suo predecessore, che tutto poteva definirsi fuorché impercettibile.


Ancora un confronto, questa volta fisico, tra il nuovo 33mm (sinistra) e il precedente 35mm (destra).

Differenza visibile anche in termini di diaframma: laddove il precedente 35mm utilizzava 7 lamelle arrotondate, il nuovo 33mm ne utilizza 9. Altre differenze tecniche sono invece più sfumate.

La piccola differenza di focale (50mm equivalenti contro 53mm equivalenti il dato ufficiale Fujifilm) si traduce in un angolo di campo che passa da 44,2° a 46,6°, una differenza difficilmente percepibile nel quotidiano, se non a fronte di un confronto diretto.


Ecco l'XF33mmF1.4R LM WR in rapporto al corpo macchina X-Pro3.

Anche la distanza minima di messa a fuoco è simile. 28cm per il predecessore, per raggiungere i quali il 35mm lavorava però in modalità macro (normale: 80cm – infinito / macro: 28cm – 2m), con ripercussioni sulle performance. Il 33mm focheggia fino a 30cm, vale a dire 2cm più lontano, ma i 30cm fanno parte del range – per così dire – nativo. Data la minima distanza di messa a fuoco superiore e la focale leggermente inferiore, il rapporto di ingrandimento massimo peggiora leggermente: 0,15x contro 0,17. Di nuovo, una differenza non certo abissale, ma va registrato il piccolo passo indietro.

La complicazione dello schema ottico porta ovviamente con sé maggiori dimensioni e peso: 67mm di diametro per 73,5mm di lunghezza e un peso di 360g per il nuovo 33mm, che utilizza filtri da 58mm, contro i 65mm di diametro per 50,4mm di lunghezza e un peso di 187g per il vecchio 35mm, che utilizzava filtri da 52mm.

La differenza è percentualmente importante: il nuovo XF33mmF1.4 R LM WR è infatti circa un terzo più lungo del predecessore, e pesa circa il doppio. All'atto pratico, però, anche questa differenza è trascurabile: 360g restano pochi in assoluto, e pur su corpi macchina compatti (noi l'abbiamo montato sulla X-S10), l'insieme fotocamera-obiettivo risulta bilanciato. In effetti, la maggior lunghezza ne facilita leggermente l'impugnatura.

La qualità costruttiva è quella, elevata, a cui Fujifilm ci ha abituato in questi anni.
La dotazione di optional, complice la focale standard, è pari a zero: solo l'immancabile ghiera dei diaframmi e quella di messa a fuoco, con quest'ultima che approfitta della maggior lunghezza dell'obiettivo per espandersi un poco. Nessun selettore AF/MF, né click/de-click a beneficio dei videomaker (del resto, Fuji non ha mai puntato sulla ripresa video). Nessuno stabilizzatore. Solo un classico obiettivo standard.

Gli sforzi di Fuji si sono concentrati tutti all'interno del barilotto. Non parliamo solo della quantità di vetro presente, ma anche dello sforzo progettuale per portare, in uno schema complesso, il gruppo di messa a fuoco dietro il diaframma, diminuendo dimensioni e inerzie, e per renderlo simmetrico, soluzione questa che favorisce l'auto-compensazione delle aberrazioni ottiche.


Confronto tra XF33mm, testato su X-S10, e precedente test dell'XF35mm testato su X-Pro 3./

Questi sforzi hanno dato buoni frutti?!? Si, ma… c'è un "ma". Dando innanzitutto uno sguardo al nostro indice più utilizzato, l'MTF 50P "slanted edge", si può notare come i risultati siano sì ottimi, ma non significativamente diversi da quelli da noi ottenuti con l'XF 35mm sul corpo macchina X-Pro 3 (che, lo ricordiamo, utilizza lo stesso sensore).

Una grande differenza a favore del nuovo XF33mm F1.4R LM WR si osserva a tutta apertura, mentre già a partire da f/2, e trascurando le piccole differenze dovute anche all'inevitabile errore intrinseco del benchmark e alla diversa resa dei due corpi macchina, possiamo dire sinteticamente che i due obiettivi si equivalgano.   


Resa a vari diaframmi, al centro (sopra) e ai bordi (sotto).

Entrando un po' più in dettaglio, possiamo notare come i punteggi siano quasi costanti tra f/2 ed f/8 compresi, per poi calare inevitabilmente a f/11 e (soprattutto) a f/16, diaframma al quale la diffrazione inizia a giocare un ruolo non trascurabile. Questo andamento quasi piatto tra f/2 e f/8 lascia presumere che l'ormai veterano sensore X-Trans di 4° generazione da 26 Mpixel possa costituire un collo di bottiglia, e che le vere qualità di questo obiettivo si potranno probabilmente apprezzare solo con sensori di prossima generazione.

Analisi diverse portano a conclusioni analoghe: il limite di comparsa dei fenomeni di aliasing, cosa che equivale alla completa indistinguibilità delle linee convergenti, è sempre pari o superiore a 3000 LW/PH, con punte oltre 3700 LW/PH e un andamento anche in questo caso molto "piatto".


Ottima nitidezza e nessuna traccia di LCA fino agli angoli estremi del fotogramma (mostrato qui il miglior risultato a f/5.6).

Il punteggio MTF 50P misurato col metodo "hyperbolic wedge", più restrittivo dello "slanted edge", può essere invece interpretato, con buona approssimazione, come il valore in cui i dettagli risultano ancora ben leggibili. Questo limite di "buona leggibilità" è sempre almeno pari a 2000 LW/PH, con punte che sfiorano le 3000 LW/PH ai diaframmi centrali.


Al centro, e alla massima apertura, emerge invece un pizzico di aberrazione cromatica assiale, pressoché inevitabile per questo tipo di lente.

Ricordiamo che, per il sensore Fujifilm da 15,6mm di altezza, 3000 LW/PH corrispondono a 3000/15,6 =192 linee/mm, o 96 LP/mm (coppie di linee al millimetro). Quando ci si ferma un istante a dare un significato fisico ai numeri, e si cerca di immaginare le circa 100 coppia di linee bianco/nero stipate in un solo millimetro, si realizza l'enorme livello prestazionale raggiunto da un'ottica moderna supportata da un buon sensore.

La vignettatura è sempre molto contenuta. Massima ovviamente a f/1.4, dove comunque si attesta nell'intorno di un singolo EV (il valore medio, casualmente è esattamente pari a 1 EV), si riduce progressivamente fino a diventare insignificante ai diaframmi centrali.

Buone notizie anche sul fronte della distorsione. Osservando il RAW non corretto si nota una visibile, seppur contenuta distorsione a cuscinetto, che viene corretta con grande efficacia dal profilo LR dell'ottica, già disponibile.

Rimane visibile, invece, l'aberrazione cromatica assiale, probabilmente il peggior difetto di questo obiettivo, essendo come noto difficilmente eliminabile con metodi automatici. Uno standard di elevata apertura è comunque fisiologico che soffra di un pizzico di aberrazione cromatica assiale, pertanto non giudicheremo il difetto con troppa severità, almeno fino a che un costruttore ci mostrerà che è possibile costruire un 50mm super-luminoso privo di questo difetto.

Lo sfocato è piuttosto morbido e progressivo, un buon risultato per un obiettivo con elementi asferici nello schema ottico. I punti luce sfocati sono resi alla perfezione, senza "effetto cipolla", e non c'è traccia di coma. Piuttosto evidente invece un certo astigmatismo ai margini del fotogramma.

In conclusione, siamo di fronte a un obiettivo impeccabile, indubbiamente "next generation", che forma un terzetto d'eccezione con l'XF 23mmF1.4 R LM WR, annunciato contemporaneamente, e con il già disponibile XF18mmF1.4 R LM WR. 27mm, 35mm e 50mm equivalenti, qualitativamente e funzionalmente al top, che offrono il massimo oggi e, verosimilmente, sapranno reggere meglio il passo dei sensori di nuova generazione.   

    

Se la qualità tecnica non si discute, l'appetibilità di questo XF33mmF1.4 R LM WR è più controversa. Gli ingombri sono cresciuti rispetto alla generazione precedente, così come il costo, che ora si attesta intorno agli 850 Euro di listino. Se l'aumento di peso crediamo non infastidirà nessuno (stiamo comunque parlando di 360g), i circa 300 Euro di differenza tra il prezzo su strada dell'XF33mm (ancora sostanzialmente pari al prezzo di listino) e quello dell'XF35mm saranno certamente valutati da tutti con maggiore attenzione.

A fronte del maggiore esborso economico, con il nuovo XF33mmF1.4 R LM WR ci si assicura una resa migliore a tutta apertura, un funzionamento più silenzioso e la tropicalizzazione. Per chi sta allestendo ora un sistema Fujifilm X e vuole garanzie per il futuro, il 33mm è la scelta più ovvia. Chi già possiede il 35mm, non ha ragione di aggiornare.   


Commenti (2)

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Commento # 1 di: Redazione di Hardware Upgrade pubblicato il 29 Novembre 2021, 13:44
Link all'Articolo: https://www.fotografidigitali.it/ar...lm-x_index.html

Il nuovo standard "next-gen" Fujifilm si affianca allo storico 35mm, offrendo maggior risoluzione a tutta apertura, tropicalizzazione, maggior velocità e silenziosità nella messa a fuoco, a fronte di ingombri più elevati e prezzo di listino che sfiora gli 850 Euro.

Click sul link per visualizzare l'articolo.
Commento # 2 di: umanoz pubblicato il 01 Dicembre 2021, 10:21
Non vedo l'ora che esca la xpro4. Ho la due, e per quanto mi piaccia il sistema fuji non lo userei per lavoro, nel mio caso fotografia di moda. 26 mpix per gli standard di oggi sono pochi, se il prossimo xtrans sarà da 40 mpix, allora la questione cambia.

Riguardo l'obiettivo da un punto di vista molto personale secondo me questa è un occasione persa. Fuji fa delle lenti compatte magnifiche, che a volte per questioni logistiche sono le uniche che si possono utilizzare. Poi ci sono le lenti pro, più pesanti ma alzano l'asticella della qualità in maniera notevole, al pari della qualità delle migliori ottiche pro del mercato, avendo cmq un prezzo non esagerato.

Con queste lenti invece secondo me avrebbero dovuto fare una serie signature, con costi anche da poco più di 2000 a 3500 euro a lente, ma avrebbero dovuto essere Apo, 0 LCA, 0 coma, 0 astigmatismo, magari lasciando un pò di vignettatura e caduta di nitidezza ai bordi ad aperture superiori ad F4, che possono essere elementi creativi.
E ovviamente 11 lamelle come minimo.

Insomma mi sarebbe piaciuto che fuji avesse fatto una serie di lenti a livello delle Otus di zeiss o delle ottiche Leica.

Una volta che si inizia ad usare lenti Apo e si trova il modo di tirare fuori il massimo dalla lente con luci set etc, non si torna più indietro.

Non è solo una questione di nitidezza, ma di qualità della stessa, ma sopratutto una lente apo è contrastata e satura su tutto il piano focale dando un senso di tridimensionalità e realtà che altre lenti, anche ottime non danno. Sicuramente non è solo essere APO, leica e zeiss hanno rese diverse, ma fuji ha le carte in regola per fare quella tipologia di lenti.

Probabilmente questo tipo di lenti sarebbe stato prematuro, speriamo che con il nuovo sensore fuji raggiunga i vertici più alti del mercato, cosicchè possa conquistare qualche "estremista" in più per giustificare una serie di lenti del genere.

In ogni caso sono sicuro che con le nuove camere fuji raggiungerà standard molto alti, un 33 del genere a 850 euro e una camera pro tutto a meno di 3000 euro è un affare incredibile.