L'origine della fotografia, collocabile nella prima parte del XIX secolo, ha permesso all'uomo di intravedere un nuovo modo per comunicare e fissare la realtà che lo circondava, utilizzando materiali di ogni tipo. Sperimentazione, fortuna e tanta, tanta tenacia hanno portato alla realizzazione delle prime immagini stabili nel tempo, fino ad arrivare ai giorni nostri attraverso passaggi epocali.
Comune denominatore di ogni singolo passo nell'evoluzione della fotografia è il massiccio ricorso alle conoscenze di chimica e fisica del tempo in cui questi passi avvennero: la prima fotografia documentata (1826) era frutto di un'esposizione di otto ore su una lastra di rame spalmata di pece di Giudea (bitume e argilla). Di ben cento anni prima (1727) è la scoperta del primo materiale fotosensibile quando Johann Heinrich Schulze, un chimico tedesco, notò che un composto di argento, carbonato di calcio e acido nitrico anneriva le pareti della bottiglia in cui era contenuto, una volta esposta alla luce.
László
József Bíró inventò la penna a sfera (chiamata anche biro, il suo
cognome) alla fine degli '30 del 900; la storia afferma che fu l'osservazione di
alcuni bambini che giocavano a biglie e il passaggio di una di queste attraverso
una pozzanghera, lasciando una striscia bagnata, a dagli l'idea. Un'invenzione
frutto di un'intuizione del momento, questa come molte altre nella
storia. Nella storia della fotografia dal punto di vista tecnico no, nulla è frutto
di intuizione del momento. Le cose sono sempre state più complicate e tutti
coloro che hanno apportato modifiche o migliorie erano bene o male studiosi e/o
conoscitori della scienza, poiché già in possesso di nozioni di fisica e chimica
per qualche motivo. Certo, a volte è stato indispensabile anche quell'ingrediente
magico chiamato fortuna, ma certamente il processo fotografico e di stampa si è
evoluto di pari passo con le scoperte scientifiche, senza le quali non saremmo
andati lontani.
Ulteriore prova è il desiderio atavico dell'uomo di fissare in qualche modo la realtà che lo circonda, come testimoniano le incisioni che ritraggono scene di caccia nelle grotte di Lascaux, in Francia, risalenti a quasi 18000 anni fa. Si pensi inoltre alla pittura, con quadri che ritraggono la realtà in maniera realistica: parliamo di Leonardo, Raffaello e poco prima di loro i fiamminghi come Jan van Eyck, e stiamo parlando del XV secolo d.C.
Eppure la fotografia arriva centinaia e centinaia di anni dopo, pur esistendo il desiderio di ritrarre la realtà da decine di migliaia di anni, in tutti i modi in cui era possibile.