Ce lo dice direttamente Julia Reda nel suo post, di cui proponiamo un sunto delle parti salienti, approfondendo alcuni scenari locali nei singoli paesi UE e non solo. La proposta della parlamentare nasce dalla volontà di estendere la libertà di panorama in tutta la UE, poiché evidentemente non ovunque è in vigore. La mappa riassume visualmente la situazione.
CC-BY-SA King of Hearts based on Quibik’s work
I paesi in verde sono quelli dove la libertà di panorama è realtà, mentre in verde chiaro troviamo i paesi in cui vale solo per gli edifici. In giallo troviamo i paesi che consentono la pubblicazione di foto di opere artistiche in pubblico solo per scopi non commerciali, mentre in quelli contrassegnati dal colore rosso non vige alcuna libertà di panorama. Fra i pochi paesi in rosso sì, c'è proprio l'Italia, insieme a Francia, Grecia, Ucraina e Bielorussia. Vediamo in dettaglio la situazione nei principali paesi non per forza europei.
Una direttiva del Parlamento Europeo sull'armonizzazione della legge sul copyright (2001/29/EC) di fatto offre ai singoli stati membri la possibilità di restringere i diritti di copyright per sculture ed edifici esposti al pubblico. Ecco perché vi è una disparità di vedute, proprio quello che si voleva superare. Partiamo dai più permissivi.
Regno Unito: si possono scattare foto e filmare edifici, sculture, modelli di edifici e opere di artigianato a patto che siano permanentemente presenti in suolo pubblico (no mostre temporanee, ad esempio). Foto e video possono essere usate per qualsiasi scopo. Vale per opere tridimensionali e non per altro, come possono essere scritte pubblicitarie, segnali, murales.
Austria: facile, qui si può fare tutto anzi in un certo senso si va oltre. Anche le zone accessibili al pubblico all'interno degli edifici sono zona di "caccia" libera per fotografi e videomaker.
Germania: anche qui via libera in senso generale. Serve l'autorizzazione del detentore del copyright solo nel caso di modifica pesante di foto ritraenti le opere o stravolgimento di geometrie. Insomma, chi detiene i diritti o può rivendicarli, vuole giustamente assicurarsi che la propria opera non venga stravolta in senso negativo o non gradito.
Spagna: piena libertà anche qui, a patto che non vengano stravolte un po' come nel caso della Germania.
Norvegia: caso strano, di quelli in verde chiaro. Piena libertà di panorama ma solo per edifici e non per opere (anche se Facebook è piena di foto del globo di Capo Nord e nessuno pare abbia pagato o chiesto alcunché, la cosa deve essere molto tollerata).
Francia. Non si può, fine. Non siamo riusciti a risalire ad una legge particolare che preveda eccezioni, anche se evidentemente anche qui le maglie di controllo sono molto larghe causa forza maggiore.
Italia: nota dolente. Scordiamoci la chiarezza di altri paesi o, meglio, la chiarezza c'è nel senso che la legge non prevede eccezioni al copyright. Citiamo in questo caso Wikipedia:
La legge italiana sul diritto d'autore non contiene alcuna eccezione per le fotografie scattate in luoghi pubblici.
L'articolo 70 della legge 633/1941 permette la riproduzione fotografica di opere con fini «di critica o di discussione» e «purché non costituisca concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera». Tale concorrenza, però, può configurarsi nella stessa pubblicazione, anche senza scopo di lucro (motivo per cui, per esempio, è vietata la riproduzione di brani musicali).
Nel 2007 la cosa fu oggetto di un'inchiesta dell'editorialista Luca Spinelli, successivamente allegata a un'interrogazione parlamentare del deputato Franco Grillini. Nel febbraio 2008 il governo rispose all'interrogazione tramite il sottosegretario Danielle Mazzonis, affermando che qualsiasi «comportamento che non è vietato da una norma deve considerarsi lecito», e sottintendendo poi una sostanziale presenza della libertà di panorama nella normativa italiana in paragone a quella statunitense («che, similmente a quella italiana, consente di poter utilizzare le fotografie scattate in luoghi pubblici o aperti al pubblico per qualunque scopo, salvo che si tratti di opere d'arte non stabilmente installate in un luogo pubblico poiché in tal caso è necessaria l'autorizzazione del titolare»). La risposta fu ritenuta erronea dallo stesso Spinelli e da altri esperti di diritto informatico.
La stessa risposta del governo, infatti, riportava nella seconda parte alcune eccezioni («opera di autore vivente», «opere considerate beni culturali») che, di fatto, negavano la presenza della Libertà di panorama, contraddicendo peraltro anche gli stessi esempi di opere ritenute liberamente fotografabili riportati nella prima parte della risposta (il nuovo edificio dell'Ara Pacis, frutto di un autore vivente, e il Colosseo, bene culturale tutelato).
Fecero seguito all'inchiesta giornalistica anche le interrogazioni dei deputati Gianni Mancuso e Mauro Bulgarelli, una lettera aperta del deputato europeo Cristiana Muscardini al ministro Rutelli, alcune proposte legislative locali, critiche giornalistiche, e tavole rotonde a tema, senza, tuttavia giungere all'introduzione della normativa auspicata.
Per sanare anche questa situazione fu in seguito introdotto (nel 2008) il comma 1-bis dell'articolo 70 della legge sul diritto d'autore, soggetto però a critiche e comunque mai entrato in vigore a causa della mancata emanazione dei decreti attuativi (vedi la voce relativa). Un importante lavoro interpretativo delle norme è stato svolto, nel 2012, dal progetto Wiki Loves Monuments.
Lo sviluppo più recente riguardo alla riproduzione fotografica, vd. la Legge n.106 del 29/7/2014, in particolare l'art. 108. "Canoni di concessione, corrispettivi di riproduzione, cauzione", in Gazzetta Ufficiale Online.
Insomma, qualcuno di buona volontà c'è, ci sono state riunioni su riunioni ma di fatto, ad oggi, tutto è invariato. Come in altri casi la tolleranza è inevitabile nel mondo attuale dei social dalla foto facile, ma certo non vi è la benedizione di una normativa. Fortissimo è stato il contributo di Wikimedia e delle varie iniziative (change.org ha raccolto oltre 500.000 firme) per bloccare l'emendamento e a loro va il merito di aver sensibilizzato Strasburgo, che lo ha rigettato con 741 voti contro 40.
Questa foto era lecita e lo è ancora
Con emendamento approvato e in assenza di autorizzazione...
Chiudendo, segnaliamo quella che forse è la migliore interpretazione della libertà di panorama come eccezione al copyright, ovvero quella Svizzera (sì, non è nella UE, lo sappiamo): opere installate in maniera permanente in luogo pubblico o comunque a cui il pubblico ha accesso (quindi anche interni) possono essere fotografate e filmate, e ci si può fare quello che si vuole. Non è però possibile usare le immagini per lo stesso scopo dell'originale. Cosa significa questo? Che se fotografiamo un quadro oppure un murales e ne facciamo riproduzioni identiche da vendere, allora non va bene. E la cosa ci sembra più che legittima.