Guida alla fotografia - parte 3: l'esposizione

Guida alla fotografia - parte 3: l'esposizione

di Matteo Cervo , pubblicato il

“Nella terza puntata della nostra guida fotografica in cinque puntate affronteremo il tema dell'esposizione. Un breve viaggio che andrà dalle prime camere stenoscopiche ai diaframmi, dalle sensibilità ISO delle vecchie pellicole a quelle dei moderni sensori digitali. Una guida per districarsi tra latitudine di posa, controluce e tempi di sicurezza”

Il diaframma

La numerazione dei diaframmi è singolare ed è espressa in valori f, ovvero frazioni della lunghezza focale dell’obiettivo che esprimono il diametro del foro attraverso cui passa la luce: un valore f=1,4 su un obiettivo da 50 mm equivale ad un foro del diametro di 50/1,4=35,7 mm, rappresenta un diaframma aperto; mentre un valore f=22 equivale ad un foro del diametro di 2,27mm e rappresenta un diaframma chiuso; ogni obiettivo avrà il suo specifico range di valori f caratterizzati dall’apertura massima, indice della massima luminosità raggiungibile dall’obbiettivo, e dall’apertura minima.

A parità di illuminazione e sensibilità esistono diverse combinazioni delle coppie tempo-diaframma che possono esporre correttamente la stessa scena, un trucco molto semplice da ricordare è la regola del 16: supponendo di essere in condizione di luce pari ad una giornata di pieno sole, si esporrà correttamente utilizzando il diaframma f-16 ed il tempo pari all’inverso della sensibilità della pellicola/sensore. Ad esempio se utilizzo 100 ISO di sensibilità il suo inverso è 1/100, il valore di tempo standard che più gli si avvicina è 1/125 di secondo, la coppia tempo-diaframma corretta è 1/125 a f-16. A partire da questo valore si può costruire la tabella delle coppie equivalenti ricordando che: il diaframma esprime il diametro del foro equivalente attraversato dalla luce, ciò significa che la superficie attraversata dalla luce è pari a pigreco*((Focale/diaframma)/2)^2.

Coppie tempo-diaframma a diversi ISO in pieno sole
50 ISO
1/30 f-22
1/60 f-16
1/125 f-8
1/200 f-4
100 ISO
1/60 f-22
1/125 f-16
1/200 f-8
1/400 f-4
400 ISO
1/200 f-22
1/400 f-16
1/800 f-8
1/1600 f-4

Se le condizioni di luce cambiano, anche le coppie tempo-diaframma si modificheranno facendo entrare più o meno luce a seconda delle necessità; Ogni volta che modifichiamo il tempo oppure il diaframma in maniera da dimezzare o raddoppiare la quantità di luce che entra nella fotocamera si dice che si è effettuato un salto di uno stop: ad esempio se l'esposizione iniziale è 1/125;f-16 si può sottoesporre di uno stop portandosi a 1/200;f-16 oppure sovresporre di uno stop portandosi a 1/60;f-16. Lo stesso discorso vale per i diaframmi: mantenendo il tempo ad 1/125 si sottoespone di uno stop diaframmando ad f-22 oppure si sovrespone di uno stop diaframmando ad f-11 (vedi primo set di foto). I salti di diaframma che permettono di eseguire salti di uno stop l’uno dall’altro sono: 1,4 - 2 - 2,8 – 4 – 5,6 – 8 – 11 – 16 – 22 – 32 ecc.

Ma allora, se esistono più coppie tempo-diaframma che espongono correttamente la stessa scena, quale è la scelta migliore? La scelta migliore è funzione dell’effetto creativo che si vuole ottenere, se si vuole congelare l’azione di una partita di tennis si sceglieranno tempi di scatto brevissimi, dell’ordine di 1/500 o 1/1000; se al contrario si vuole rendere il dinamismo di un azione o trasmettere il movimento si opterà per tempi di scatto lunghi, sotto 1/30.

Anche i diaframmi permettono di isolare il soggetto dallo sfondo (che risulta fuori fuoco) se si utilizzano piccoli valori f, o al contrario mantenere nitidi tutti i piani dell’immagine usando grandi valori f. La scelta è quindi da effettuarsi sulla base del soggetto.