I'm Back: ecco il dorso che trasforma le reflex a pellicola in fotocamere digitali, con video 4K

I'm Back: ecco il dorso che trasforma le reflex a pellicola in fotocamere digitali, con video 4K

di Roberto Colombo , pubblicato il

“Samuel Mello Medeiros, brasiliano di nascita, designer trapiantato in Italia è un personaggio eclettico: tra le idee della sua vita quella di creare un sistema per riportare a scattare le vecchie macchine fotografiche a pellicola. Una Nikon F5 o una Olympus OM possono scattare con I'm Back foto a 14 megapixel, ma anche registrare video 4K con audio”

La storia della fotografia è costellata di storie di passione. Si potrebbe pensare che ciò non possa più accadere ai tempi del digitale, ma non è così. Anche oggi ci sono personaggi che con un pizzico di follia provano a proporre qualcosa che vada oltre il racconto dei produttori fatto solo di megapixel, fps e punti autofocus. Mi sono imbattuto in uno di questi personaggi in una delle mie solite peregrinazioni su Kickstarter, alla ricerca di idee interessanti da sostenere o da raccontare ai nostri lettori.

L'occhio mi è caduto qualche giorno fa sul progetto I'm Back, che mi ha fatto accendere una remota lampadina da qualche parte tra i neuroni del mio cervello. Un ricordo lontano che poi ho focalizzato meglio. Il ricordo era quello del padiglione di Photokina che visito generalmente negli ultimi giorni della fiera, quello in cui trovano spazio gli stand dei piccoli produttori cinesi di secondo piano, un piccolo universo di banchetti in cui, tra cianfrusaglie e accessori di bassa qualità, spesso si nascondono idee o prodotti interessanti. Ricordo uno dei banchetti con una grande calca attorno, atipico perché non popolato di occhi a mandorla, con un particolare progetto: un dorso digitale per trasformare le vecchie macchine fotografiche analogiche a pellicola in fotocamere digitali. Avevo provato a scambiare qualche parola coi responsabili, ma la calca era davvero molta, anche perché c'era in visita a curiosare qualche personaggio importante di uno degli storici marchi tedeschi. Mi ero ripromesso di tornare, ma non ce ne era stato il tempo.

Dopo anni quindi mi ritrovo la versione evoluta del progetto davanti agli occhi e incuriosito leggo tutte le informazioni. Arrivato in fondo, cerco l'area contatti, dove mi balzano subito agli occhi due cose: la sede della società, posta a pochi chilometri da qui, oltre confine in Svizzera, e uno dei numeri di telefono, con prefisso italiano. Prendo il cellulare, compongo il numero ed scopro un personaggio davvero interessante.

Samuel Mello Medeiros, brasiliano di nascita, designer trapiantato in Italia che ha trovato nell'industria comasca dei tessuti uno dei suoi principali sbocchi professionali. Samuel ha sempre avuto la passione per la fotografia e per l'immagine. Si è costruito da solo la sua prima fotocamera pinhole a 10 anni, inventando anche un otturatore in cartone azionato da elastici. L'amore per la fotografia l'ha portato a collezionare negli anni molte fotocamere analogiche e a trovarsi un giorno a interrogarsi sul modo di poterle riportare in vita e utilizzare nuovamente in salsa digitale.

L'idea è stata quella di un dorso universale che potesse utilizzare un sensore digitale al posto della pellicola. L'implementazione è simile alle primissime reflex digitali con dorso Kodak, che era una sorta di fondello aggiuntivo che ospitava l'elettronica e poneva un sensore digitale dietro la tendina. Ai tempi la soluzione Kodak era accessibile solo ai professionisti più facoltosi. L'idea di Samuel sfrutta un principio simile, ma parte dal desiderio di essere accessibile e poco costosa, per permettere a tutti di riportare in vita le fotocamere di una volta, compresa quella con cui magari si è iniziato a scattare in giovane età.

"Dagli anni '70 agli anni '90 sono stati prodotti 178 milioni di fotocamere: se ne fosse utilizzabile anche solo il 10%, avremmo quasi 18 milioni di fotocamere a pellicola in attesa di essere riportate alla luce. Molti di noi ne hanno una chiusa in un armadio o in un cassetto, la mia missione è dare alle persone uno strumento per riportarle in vita e tornare a divertirsi scattando. Lo chiarisco subito, parlo di divertimento, il mio I'm Back è un gioco, non è certamente adatto a un professionista. Per loro ci sono i dorsi Hasselblad e Phase One, ma costano quanto un'automobile. Per il mio I'm Back bastano trecento franchi. Per tutti può valere la pena di provare a rivitalizzare la propria vecchia macchina fotografica".

Quella che è oggi su Kickstarter è la seconda versione di I'm Back 35 per fotocamere reflex. La prima versione era un prodotto artigianale, ora invece siamo di fronte a un prodotto che ha subito un dettagliato processo di industrializzazione, con materiali migliori e migliori finiture. Samuel ha speso alcuni mesi in Cina per trovare il miglior fornitore e ha seguito passo passo il processo di industrializzazione. Ora il dorso ha una scheda madre disegnata ad hoc.

La soluzione per contenere i costi è a suo modo geniale, eclettica come il suo creatore. Un sistema regolabile in metallo posiziona alle spalle della tendina un vetro smerigliato di messa a fuoco, che concentra i raggi luminosi e attraverso un sistema di specchi porta il fascio di luce nella parte inferiore del corpo, dove è posizionato un sensore in formato da 1/2,3" Panasonic 34112, lo stesso che viene utilizzato da molte action camera. La scheda madre con processore Icatch SunPlus V39 si occupa della gestione dell'immagine e permette di scattare a foto fino a 14 megapixel di risoluzione, sia in JPEG sia in RAW. Inoltre permette di girare filmati in 4K 3840x2160 a 30p con audio, sia da microfono integrato, sia da microfono esterno.

Il corpo integra anche un piccolo display da 2", una batteria Sony NP F550 / F570, uno slot MicroSD, una presa USB-C, un'uscita HDMI e il cavo flash Sync. Quindi non è possibile prendere la propria vecchia Nikon F5, Olympus OM o Minolta SRT per scattare foto in digitale, con esse e con le loro ottiche è possibile anche girare filmati 4K con sonoro (qui un esempio). La presenza del vetrino di messa a fuoco sul cammino ottico dona ai filmati e alle foto una particolare grana, molto più reale rispetto a quelle sovrapponibili in post produzione. Certamente non è un prodotto adatto a chi cerca la massima risoluzione, ma l'idea di tirare fuori dal cassetto una vecchia reflex analogica e ricominciare a scattare, con la grande flessibilità e il costo ridotto del digitale, potrebbe certamente stuzzicare qualcuno.

Un esempio di fotografia scattata con I'm Back

I'm Back è fornito di base nella versione universale, che si adatta a una svariata moltitudine di fotocamere dei marchi più famosi e meno. È possibile inoltre avere il guscio specifico per alcuni modelli molto in voga, che risulta più ergonomico ed esteticamente più piacevole. È possibile utilizzare il dorso in due modi. Nella modalità completamente manuale I'm Back si occupa semplicemente di registrare le immagini con il sensore e l'esposizione è demandata ai comandi analogici della macchina fotografica. Altrimenti è possibile mettere la macchina in posa T e sfruttare l'esposizione automatica dell'elettronica interna.



Il progetto aveva già raccolto grande interesse nella sua prima iterazione, ma questa versione migliorata ha visto un'esplosione di richieste. A fronte di un obiettivo di 10.000 CHF, poco meno di 10.000 €, al momento la campagna ha ricevuto fondi per più di 300.000 € da parte di 930 sostenitori. Per chi volesse partecipare, manca una settimana alla fine della campagna di crowdfunding. I'm Back era nato anche in versione per fotocamere medio formato e anche in quel caso la campagna di crowdfunding aveva avuto un grande successo.

Io sto già cercando in fondo all'armadio per vedere se la mia Minolta SRT-101 ereditata da mio padre è ancora lì e ha voglia di tornare a funzionare. Voi?


Commenti (7)

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Commento # 1 di: demon77 pubblicato il 25 Maggio 2020, 10:42
L'idea in sè non è da buttare, potrebbe effettivmante avere la sua nuicchia di mercato.

Ciò che mi piace poco però è la soluzione tecnica che è stata scelta, con quella serie di specchi e controspecchi prima del sensore che fanno perdere luminosità.

Avrei visto molto ma molto meglio un sistema che andasse a ricalcare pellicula e rullino in modo che il sensore fosse al posto della pellicola.
Decisamente più efficiente e prestante.
Commento # 2 di: aleardo pubblicato il 25 Maggio 2020, 12:15
Ricordo che quando comparvero le prime reflex digitali una ditta presentò al Photokina il prototipo di un "rullino digitale" da inserire al posto della pellicola, ma poi non ne fu mai avviata la produzione, immagino per ragioni di costi.

Questa soluzione a mio avviso è assolutamente orribile dal punto di vista estetico, ma soprattutto trovo imbarazzanti il "sensore in formato da 1/2,3" e "la presenza del vetrino di messa a fuoco sul cammino ottico".

Forse l'unica utilità di questo accrocco sarebbe nel dare per una volta ragione a chi sostiene che con lo smartphone fa foto migliori che con (questa) reflex...
Commento # 3 di: keroro.90 pubblicato il 25 Maggio 2020, 14:44
A mio parere inutile...ciò che rende unica e speciale la fotografia analogica è il film stesso e il successivo sviluppo ...che senso ha digitalizzare brutalmente il tutto?
Commento # 4 di: demon77 pubblicato il 25 Maggio 2020, 15:27
Originariamente inviato da: keroro.90
A mio parere inutile...ciò che rende unica e speciale la fotografia analogica è il film stesso e il successivo sviluppo ...che senso ha digitalizzare brutalmente il tutto?


Sicurmante non è una cosa da definirsi indispensabile..
Qualcuno potrebbe essere interessato ad utilizzare una vecchia macchina analogica che già possiede.
Commento # 5 di: pipperon pubblicato il 25 Maggio 2020, 21:09
L'implementazione è simile alle primissime reflex digitali con dorso Kodak


direi proprio di no, andatevelo a riverdere

un sensore in formato da 1/2,3"


quindi inadatto a qualcosa di decente, per carita', meglio di molti cellulari ma non cosi' lontano.
La presenza del vetrino di messa a fuoco sul cammino ottico dona ai filmati e alle foto una particolare grana


dona ai filmati e alle foto una qualita' pessima.

a 50E e' una cosa divertente, a 100E e' una stranezza troppo costosa, oltre e' una presa per i fondelli.
Commento # 6 di: Anderaz pubblicato il 26 Maggio 2020, 10:52
Certo, l'applicazione è brutta, scomoda, è dalle scarse prestazioni.

Credo però vada vista come un punto di partenza e non di arrivo. Alla fine è davvero un prodotto economico. Una soluzione di maggior qualità, più compatta ed efficiente, credete davvero che possa essere proposta al pubblico ad un prezzo simile? Questi progetti "indie" hanno sempre costi assurdi, proprio perché sono di nicchia.
Commento # 7 di: pipperon pubblicato il 26 Maggio 2020, 16:26
Originariamente inviato da: Anderaz
Certo, l'applicazione è brutta, scomoda, è dalle scarse prestazioni.
Alla fine è davvero un prodotto economico.


Stiamo sempre parlando di un affare che costa, fra una cosa e l'altra, 400E.
Ora sse devo usare le mie vecchie ottiche della spotmatic nel sitarello della bananata mi compro un corpo macchina ODIERNO a grossomodo lo stesso prezzo ma
e' piu' compatto
tutte le ottiche divengono stabilizzate (come il 300mm f 4 degli anni 60)
e ho una qualita' monstre rispetto al bidone.

Costasse 1/4-1/8 ancora ancora, ma questi sono prezzi da corpo macchina.
Almeno avesse un sensore di dimensioni serie sarebbe da parlarne ma cosi' e come quelli che usano il cellulare per farre le foto usando 3000E di accessori per correggere le piu' grosse magagne e alla fine ritrovarsi con una roba penosa (non a caso il sistema prevede uno schema simile)
http://allarovescia.blogspot.com/20...-on-iphone.html