Fotocamere e Obiettivi: ecco come cambiano i nostri test

Fotocamere e Obiettivi: ecco come cambiano i nostri test

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“In questa breve guida descriviamo la rinnovata metodologia di prova da noi adottata per fotocamere e obiettivi, spiegando come interpretare correttamente alcuni risultati proposti al'interno delle recensioni di prodotto che seguiranno”

Come interpretare i risultati - colore

Infine, la scheda Colore racchiude i parametri di merito relativi alla fedeltà cromatica.
Vengono riportati gli errori cromatici dC94 e dE94, che richiedono una piccola spiegazione. Facendo riferimento allo spazio colore CIE 1976 (detto anche Lab o L*a*b), in cui a e b rappresentano gli assi cartesiani colore-opponente e L rappresenta l'asse verticale Luminosità (luminanza), esistono varie formule per calcolare l'errore cromatico. La più semplice e più diffusa, nota come "ab" è banalmente il calcolo della distanza geometrica tra due punti del piano a*b o dello spazio 3D L*a*b. Avremo allora un errore dC(ab) che si riferisce alla distanza in linea retta tra due punti del piano a*b e un errore dE(ab) che misura la distanza in linea retta tra due punti dello spazio tridimensionale L*a*b. Purtroppo, nonostante le buone intenzioni dei creatori dello spazio CIE 1976, tale errore "euclideo" non corrisponde perfettamente all'errore percepito dall'occhio umano, e questa è la ragione che ha portato all'introduzione di nuove formule di calcolo. Noi utilizziamo, come detto, dE94 e dC 94. Entrare nei dettagli di questa formula è inessenziale per i nostri scopi. Ciò che è importante sottolineare è:

  • Errori cromatici calcolati con formule diverse non sono direttamente confrontabili tra loro.
  • dC è una misura del solo errore cromatico (tinta e saturazione).
  • dE include anche differenze di nella componente luminanza, sempre presenti. Un eventuale errore di esposizione incrementerebbe dE, non dC.

Infine, nella valutazione dell'errore cromatico, è bene tenere conto di quanto la fedeltà cromatica sia davvero richiesta. Se per un professionista impegnato nella preparazione di un catalogo di prodotto la precisione nella riproduzione del colore è determinante, l’utente medio potrà scegliere di sacrificare la fedeltà per una maggiore saturazione o un particolare effetto cromatico. La facilità con cui è possibile modificare il comportamento cromatico di qualsiasi fotocamera, nonché la sistematicità con cui questo viene fatto dal costruttore per rendere l'immagine più accattivante, rende l'errore cromatico un parametro di valutazione da "prendere con le pinze": non è detto, infatti, che non si trovino più piacevoli immagini con errori cromatici superiori.   

 
Una delle possibili rappresentazioni degli errori nella riproduzione dei colori.

Premesso questo, per interpretare i risultati si tenga presente che un errore dC94 o dE94 pari a 1 è considerato il minimo percepibile da occhio umano, ma per esperienza possiamo dire che serve un ottimo allenamento per riuscire a distinguere un simile scarto. In pratica, per scopi fotografici, errori dC94 medi inferiori a 5 punti possono essere considerati un eccellente risultato. Il corrispondente errore dE94 può essere più elevato di 1 o 2 ulteriori punti (si ricordi che dE include la componente luminanza).
Oltre agli errori cromatici, questa sezione include una misura di saturazione (100% sarebbe il risultato perfetto, ma tipicamente le fotocamere - specie i modelli consumer - vanno decisamente oltre) e di errore di esposizione espresso in termini di f/stop (EV).

Quando richiesto, vale a dire nel test di obiettivi, parleremo di vignettatura, cioè caduta di luce ai bordi, espressa in termini di f/stop (EV) rispetto al punto centrale dell'immagine, e di distorsione, espressa in termini di percentuale (numeri negativi indicano distorsione a barilotto, numeri positivi distorsione a cuscinetto).
L'effetto vignetta tende ad aumentare al diminuire della focale e del numero f/. Per questo, in caso di ottica zoom ogni obiettivo viene testato alla minima focale e, per qualsiasi ottica, sempre a partire dal massimo valore di apertura consentito.
Le distorsioni vengono testate ad apertura intermedia (f/8) ai due estremi del range focale - quello grandangolare, dove tipicamente si osserva la massima distorsione a barilotto, e quello tele, dove tipicamente si osserva la massima distorsione a cuscinetto.