Rinascono le pellicole italiane Ferrania grazie a Kickstarter

Rinascono le pellicole italiane Ferrania grazie a Kickstarter

di Roberto Colombo, pubblicata il

“La raccolta fondi è andata a gonfie vele e a meno di 10 giorni dalla chiusura si è già oltre le aspettative: le pellicole italiane Ferrania risorgeranno”

Nata da una riconversione industriale post bellica nel 1923, Ferrania è stato uno dei nomi forti della fotografia italiana: con sede nell'omonima cittadina della provincia di Savona, la compagnia ha prodotto pellicole fotografiche e macchine fotografiche per molti anni. È però il cinema uno dei settori dove Ferrania è stata più famosa: Fellini, De Sica e Antonioni realizzarono molti dei loro capolavori con pellicola Ferrania, così come la maggior parte dei film italiani realizzati tra il 1923 e il 1965. La storia della compagnia passa attraverso anni di fasti, poi per l'acquisizione da parte di compagnie di più grandi dimensioni, come 3M, e infine nel nuovo millenio alla chiusura delle linee produttive.

Proprio le linee di produzione abbandonate dal 2009 sono al centro del progetto di rinascita del brand, lanciato su Kickstarter e arrivato a raccogliere, a poco meno di 10 giorni dalla chiusura, più dei fondi inizialmente stabiliti come obiettivo. FILM Ferrania, di Nicola Baldini e Marco Pagni, recupererà i macchinari della vecchia compagnia e li rimetterà in funzione in un nuovo stabilimento produttivo. Per ora i primi passi sono stati mossi all'interno dell’edificio che fu il centro ricerca e sviluppo di Ferrania (L.R.F.)  e che contiene una versione in miniatura della linea di produzione della pellicola: la linea è però troppo piccola per poter produrre abbastanza pellicola e i costi risultano molto alti.

Il team non ha molto tempo per recuperare il resto delle linee produttive dai vecchi edifici, in quanto la demolizione di questi ultimi è stata anticipata alla fine di quest'anno. In particolare vanno salvati Trixie, impianto industriale per la produzione del triacetato, Walter, laboratoria di sintesi chimica per la realizzazione di sostanze fotosensibili, e Big Boy, l'impianto dove le emulsioni e il supporto in triacetato vengono messi insieme. Con le attrezzature attuali la nuova Ferrania ha intenzione di produrre un piccolo lotto di pellicola già a partire dalla fine di quest'anno, in attesa di mettere all'opera gli impianti più grandi.

Si tratta di una versione reingegnerizzata dello ScotchChrome, una pellicola 100 ASA invertibile colore per luce diurna originariamente sviluppata dalla società Imation e prodotta da Ferrania fino al 2003 e sarà messa a disposizione nei formati fotografici (135mm/36 pose e 120) e cinematografico (Super 8 e 16mm): il primo lotto verrà messo a disposizione esclusivamente a chi ha supportato la campagna di fund raising su Kickstarter.


Commenti (10)

Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - Info
Per contattare l'autore del pezzo, così da avere una risposta rapida, si prega di utilizzare l'email personale (vedere in alto sotto il titolo). Non è detto che una domanda diretta inserita nei commenti venga verificata in tempi rapidi. In alternativa contattare la redazione a questo indirizzo email.
Commento # 1 di: AleLinuxBSD pubblicato il 20 Ottobre 2014, 12:11
Mi associo agli auguri per questa lodevole iniziativa.

Nota:
Sperando che prima o poi qualcuno si decida a proporre un progetto per fotocamere manuali moderne a pellicola che, secondo me, potrebbe riscontrare altrettanto successo.
Commento # 2 di: Spinoza pubblicato il 20 Ottobre 2014, 12:36
Se sono state chiuse, un motivo ci sarà.

Falliranno alla velocità della luce. Riportare in vita la pellicola al tempo del digitale è come voler vendere cavalli da trasporto all'epoca delle auto.
Commento # 3 di: AlexSwitch pubblicato il 20 Ottobre 2014, 12:39
Infatti i cavalli si continuano ad allevare e a vendere....
Commento # 4 di: djadry pubblicato il 20 Ottobre 2014, 13:05
Originariamente inviato da: Spinoza
Se sono state chiuse, un motivo ci sarà.

Falliranno alla velocità della luce. Riportare in vita la pellicola al tempo del digitale è come voler vendere cavalli da trasporto all'epoca delle auto.


Molti professionisti della fotografia preferiscono ancora l'analogico.
Commento # 5 di: Bestio pubblicato il 20 Ottobre 2014, 13:53
Se non le fa più nessuno, e loro saranno gli unici a farle, potrebbero fare un Boom, e io glie lo auguro dato che è una storica azienda delle mie parti.

Come anche l'equitazione oggi è un mercato di "nicchia", ma che ai professionisti del settore rende molto di più di quando era un mercato di massa (oggi i maniscalchi che ferrano i cavalli sono strapagati, mentre un tempo era uno dei lavori più umili. )
Commento # 6 di: qboy pubblicato il 20 Ottobre 2014, 14:03
Originariamente inviato da: AlexSwitch
Infatti i cavalli si continuano ad allevare e a vendere....


ma non da trasporto
Commento # 7 di: marco_182 pubblicato il 20 Ottobre 2014, 14:06
Originariamente inviato da: Spinoza
Se sono state chiuse, un motivo ci sarà.

Falliranno alla velocità della luce. Riportare in vita la pellicola al tempo del digitale è come voler vendere cavalli da trasporto all'epoca delle auto.


Concordo con te e non sto cercando di fare il guastafeste.

Solo un appunto: IMHO non fallirà alla velocita della luce perché nei primi momenti, tutti quelli che hanno sostenuto la riapertura, acquisteranno uno stock di pellicole per il medio/lungo periodo e solo dopo si ritornerà punto e a capo.

Si possono dire tante cose su chi ancora lavora in analogico ma un motivo per cui sta morendo c'è: sono la minoranza.

Non è un marchio come la Ferrari che si può permettere di vendere 10 pezzi e rientrare negli utili, e soprattutto sapere di avere sempre un bacino di utenze che assicura le vendite.

Bisogna farsene una ragione, come non c'è più gente che si compra il "mangiacassette" per ascoltarsi la musica, non ci sarà più gente che compra le pellicole per sviluppare le fotografie.
Può essere triste per qualcuno ma il progesso va avanti, le cose vecchie muoiono o restano in museo.
Commento # 8 di: massimo79m pubblicato il 20 Ottobre 2014, 16:41
Non vorrei essere cinico, ma queste sono le "startup".
aziende che vengono create in pompa magna, e che tempo sei mesi falliscono.
se kodak e molte altre aziende stanno chiudendo alcuni impianti, non saranno completamente stupide.
un motivo c'e'.
Commento # 9 di: Toshia pubblicato il 20 Ottobre 2014, 20:28
Originariamente inviato da: Bivvoz
Immaginate quanti selfie ignoranti ci saremmo risparmiati se ci fosse ancora la pellicola.




Chissa per quanti anni ancora il cinema continuera ad andare a pellicole.
Spielberg negli USA, se ricordo bene, aveva mosso un iniziativa per salvare vecchie pellicole (kodak se non sbaglio).

Quanto alla mania alquanto kitsch del selfie : basta...

Preferivo un premier da balletti esotici ( che tra l' altro mi fa più schifo del selfie in sè ad uno con la mania del selfie,nel funambolico tentativo di tenere il passo dei populisti.
Commento # 10 di: DarioZ86 pubblicato il 21 Ottobre 2014, 10:00
Io sono fiducioso perchè il progetto sarebbe ridimensionato.

Durante la crescita è facile ingrandire, il duro arriva quando ci si deve rimpicciolire (mercato di nicchia e tutto quel che è stato già detto...) però in Italia è più facile divorziare dalla propria moglie che ridimensionare l'azienda in termini di personale, quindi il risultato è che anzichè lavorare non più in 20 ma in 15 finisce per non lavorare più nessuno perchè l'azienda chiude.

La mobilità in un momento di recessione è l'unica cosa a cui possano appigliarsi le aziende per non chiudere, ed invece le si fa chiudere.

L'unico modo per ridimensionare il personale (perchè il mercato è cambiato ecc...) è fallire e riaprire riassumendo meno persone...

Magari mostri di inefficienza come Alitalia potrebbero trarre spunto...