Oltre il CMOS: ecco il super-sensore QIS da un miliardo di pixel

Oltre il CMOS: ecco il super-sensore QIS da un miliardo di pixel

di Alessandro Bordin , pubblicato il

“Un sensore in grado di catturare il signolo fotone di luce, con un miliardo di elementi sensibili e dalle dimensioni non dissimili dagli attuali CMOS utilizzati nelle fotocamere. Fantascienza? Sì e no, perché ci sta lavorando proprio il padre della tecnologia CMOS”

Ritrarre la realtà, un chiodo fisso

L'origine della fotografia, collocabile nella prima parte del XIX secolo, ha permesso all'uomo di intravedere un nuovo modo per comunicare e fissare la realtà che lo circondava, utilizzando materiali di ogni tipo. Sperimentazione, fortuna e tanta, tanta tenacia hanno portato alla realizzazione delle prime immagini stabili nel tempo, fino ad arrivare ai giorni nostri attraverso passaggi epocali.

Comune denominatore di ogni singolo passo nell'evoluzione della fotografia è il massiccio ricorso alle conoscenze di chimica e fisica del tempo in cui questi passi avvennero: la prima fotografia documentata (1826) era frutto di un'esposizione di otto ore su una lastra di rame spalmata di pece di Giudea (bitume e argilla). Di ben cento anni prima (1727) è la scoperta del primo materiale fotosensibile quando Johann Heinrich Schulze, un chimico tedesco, notò che un composto di argento, carbonato di calcio e acido nitrico anneriva le pareti della bottiglia in cui era contenuto, una volta esposta alla luce.

László József Bíró inventò la penna a sfera (chiamata anche biro, il suo cognome) alla fine degli '30 del 900; la storia afferma che fu l'osservazione di alcuni bambini che giocavano a biglie e il passaggio di una di queste attraverso una pozzanghera, lasciando una striscia bagnata, a dagli l'idea. Un'invenzione frutto di un'intuizione del momento, questa come molte altre nella storia. Nella storia della fotografia dal punto di vista tecnico no, nulla è frutto di intuizione del momento. Le cose sono sempre state più complicate e tutti coloro che hanno apportato modifiche o migliorie erano bene o male studiosi e/o conoscitori della scienza, poiché già in possesso di nozioni di fisica e chimica per qualche motivo. Certo, a volte è stato indispensabile anche quell'ingrediente magico chiamato fortuna, ma certamente il processo fotografico e di stampa si è evoluto di pari passo con le scoperte scientifiche, senza le quali non saremmo andati lontani.

Ulteriore prova è il desiderio atavico dell'uomo di fissare in qualche modo la realtà che lo circonda, come testimoniano le incisioni che ritraggono scene di caccia nelle grotte di Lascaux, in Francia, risalenti a quasi 18000 anni fa. Si pensi inoltre alla pittura, con quadri che ritraggono la realtà in maniera realistica: parliamo di Leonardo, Raffaello e poco prima di loro i fiamminghi come Jan van Eyck, e stiamo parlando del XV secolo d.C.

Eppure la fotografia arriva centinaia e centinaia di anni dopo, pur esistendo il desiderio di ritrarre la realtà da decine di migliaia di anni, in tutti i modi in cui era possibile.