Fujifilm X-Pro2: prova sul campo a Kyoto

Fujifilm X-Pro2: prova sul campo a Kyoto

di Roberto Colombo , pubblicato il

“Nei giorni successivi alla presentazione della macchina a Tokyo abbiamo avuto la possibilità di avere per le mani i primi sample della nuova Fujifilm X-Pro2 per una prova sul campo, resa molto interessante dalla visita all'antica città imperiale di Kyoto: ecco le foto, anche con particolari al 100% della nuova mirrorless professionale da 24,4 megapixel”

La nuova X-Pro2 alla prova sul campo

Nei giorni successivi alla presentazione della macchina a Tokyo abbiamo avuto la possibiltà di avere per le mani i primi sample della nuova Fujifilm X-Pro2 per una prova sul campo, resa molto interessante dalla visita all'antica città imperiale di Kyoto. L'esperienza dei professionisti ha certamente aiutato molto Fujifilm nella progettazione ergonomica della nuova macchina, che risulta molto meno 'ostica' del primo modello per chi arriva dai prodotti di altri marchi. La disposizione dei tasti, che sono stati collocati nella parte posteriore tutti a destra del display, è forse meno comoda in fase di revisione, ma permette un utilizzo facilitato delle scorciatoie in fase di scatto, mettendo tutti i tasti a portata del pollice quando si ha l'occhio appoggiato al mirino. Visto che lo scatto è più importante della revisione, la scelta di Fujifilm è certamente condivisibile. L'ampia personalizzazione dei tasti permette di 'cucirsi addosso' la macchina come meglio si preferisce, assegnando a ogni tasto la funzione che più serve. La presenza del joystick dedicato allo spostamento dei punti di messa a fuoco è un cambiamento che si è fatto apprezzare fin da subito: dal punto di vista operativo il joystick è molto più comodo da usare rispetto a un pad di tasti a 4 vie, inoltre la sua presenza permette di non dover sacrificare le scorciatoie dei tasti di quest'ultimo per avere a disposizione lo spostamento veloce del punto di messa a fuoco, come invece avveniva sui modelli introdotti prima di X-Pro2.

Dal punto di vista operativo il joystick è molto più comodo da usare rispetto a un pad di tasti a 4 vie

Apprezzabile sia in fase di scatto, sia in fase di revisione, il miglioramento del display posteriore, che ora ha una risoluzione maggiorata, pari a 1,62 milioni di pixel. Rispetto al primo modello è poi un netto balzo l'adozione del pannello OLED da 2,36 milioni di punti per quanto riguarda il mirino elettronico. La nuova versione permette un refresh di 85fps e contiene il ritardo in 150ms, con un miglioramento dell'esperienza di scatto che è immediatamente tangibile. Il mirino ottico galileiano resta un punto fermo: non è gradito da tutti, ma per una fetta di utenza è il motivo di scelta di questa macchina. In alcuni frangenti può risultare comodo, anche per la possibilità di vedere nel mirino una porzione di scena al di fuori di quella inquadrata, prevendendo meglio cosa succederà nella porzione che verrà impressionata sul sensore. L'errore di parallasse è evidente a distanza ravvicinata, anche se la correzione del punto di messa a fuoco consentita dal mirino ibrido con informazioni digitali in sovraimpressione, resta uno dei principali difetti evidenziati da chi non è un fan di questo tipo di mirino ottico, ma il vantaggio della soluzione Fujifilm è la possibilità di poter scegliere, semplicemente agendo sulla levetta posta nella parte anteriore, facilmente raggiungibile con l'indice dal pulsante di scatto, in ogni istante quale mirino utilizzare. Quando ci si trova nel mirino ottico l'azione del dito sul pulsante concentrico alla leva permette di attivare e disattivare la sovraimpressione dei dati digitali, compresa la porzione ingrandita dell'area di messa a fuoco, quella che Fujifilm definisce il suo 'telemetro' digitale. Quest'ultimo è quello che è maggiormente penalizzato dall'effetto di parallasse, con la correzione attivabile via software non del tutto precisa, per lo meno sui modelli sample che avevamo a disposizione.

Dal punto di vista della velocità operativa e di quella dell'autofocus la versione 1.0 di X-Pro1 è lontana anni luce, soprattutto sotto il secondo punto, anche se i successivi aggiornamenti avevano lavorato per migliorare questo aspetto nel caso del primo modello. Il sistema a rilevazione di fase ha prestazioni decisamente migliori rispetto a quello basato sul solo contrasto della Pro1 e pare migliorato anche rispetto alle fotocamere della serie X che già lo possiedono. Tracking a zone, messa a fuoco sull'occhio, posizione del punto autofocus selezionabile dal joystick: sono molti gli aspetti che rendono la nuova X-Pro2 una macchina più adatta per il lavoro quotidiano dei professionisti. Indispensabile era il doppio slot SD, che infatti Fujifilm ha su questo modello fatto debuttare: particolare la scelta di avere solo lo slot 1 compatibile con lo standard UHS-II (con le velocità di scrittura più elevate). Si tratta di una scelta che introduce qualche complessità in più nella gestione del doppio slot, ad esempio nella modalità di uso sequenziale che vedrebbe un decadimento delle prestazioni nel passaggio dalla prima alla seconda scheda. Sono comunque ampie le possibilità di gestione del doppio slot (uso sequenziale, smistamento di RAW e JPEG, doppia scrittura di back-up): è inoltre possibile copiare in blocco una scheda su quella presente nell'altro slot, per fare il back-up delle schede senza passare dal PC. Altra esigenza paventata dai professionisti era quella di tempi di scatto più veloci: sono stati accontentati con un otturatore da 1/8000 sec. da 150.000 cicli, con la possibilità di abilitare anche l'otturatore elettronico, per scatti silenziosi fino a 1/32.000 sec. Il sync flash arriva a 1/250 sec. Sempre restando in tema flash, ora è possibile scattare raffiche con i flash esterni a slitta montati, grossa limitazione che contraddistingueva invece i modelli precedenti (e che ha già visto un aggiornamento firmware in tale direzione anche per X-T1).

Ghiera ISO dedicata: buona l'idea, meno buona la realizzazione

La nuova X-Pro2 è migliorata sotto molti aspetti rispetto al primo modello e alle mirrorless attualmente in gamma, ma ci sono alcuni punti che non hanno del tutto fatto centro. Alcune voci di personalizzazione restano troppo profondamente nascoste all'interno del menu, come ad esempio alcuni parametri relativi alla visualizzazione nel mirino. Dedicare una ghiera alla sensibilità ISO è stata certamente una mossa che voleva in linea di principio andare verso una più semplice interfaccia. Purtroppo la scelta di Fujifilm non è all'atto pratico una mossa ben riuscita sotto il profilo della realizzazione: la ghiera delle sensibilità è infatti concentrica a quella dei tempi e può essere regolata tramite l'azione contemporanea di sollevamento e rotazione. Data la posizione della ghiera e il suo scarso grip l'azione non è molto naturale: è difficile da operare quando si ha l'occhio appoggiato al mirino e se il sollevamento della ghiera non è totale si modifica accidentalmente il tempo di scatto anziché la sensibilità. Visto che il rinnovo del design era andato nella direzione di un'operatività più semplice, ottimizzata per l'uso con una sola mano quando si guarda nel mirino, la scelta di Fujifilm, seppure fatta con le migliori intenzioni, risulta decisamente una nota stonata. Il parametro della sensibilità dovrebbe essere in ogni caso assegnabile a una scorciatoia o inserito nel Quick Menu, per essere regolato come avviene sui modelli precedenti, ma a quel punto è inutile avere una ghiera dedicata, che aggiunge complessità al sistema.