Se il ritorno di Minolta vi aveva rattristato, quello di Yashica vi farà rabbrividire dal ribrezzo

Se il ritorno di Minolta vi aveva rattristato, quello di Yashica vi farà rabbrividire dal ribrezzo

di Roberto Colombo, pubblicata il

“Il punto chiave della nuova Y35 in crowdfunding su Kickstater dovrebbero essere i DigiFilm, che non sembrerebbero altro che delle cartucce da inserire per selezionare il tipo di filtro da applicare alle immagini. Un tentativo di unire digitale e analogico che somma i difetti di entrambi: immagini digitali da un sensore di piccole dimensioni (1/3,2")e ISO fissi (ogni DigiFilm mima una pellicola a sensibilità fissata)”

Ci sono ritorrni/richiami al passato che hanno senso, altri no. Mi sento di inserire il tanto preannunciato ritorno di Yashica in questa seconda categoria. Dopo i teaser degli scorsi mesi il progetto Y35 è stato lanciato su Kickstarter, ma sembra più un vezzo da hypster che un vero ritorno ai fasti di un marchio fotografico la cui storia affonda le radici fino al 1949.

Ci ho messo un po' a capire di cosa trattasse e in realtà non sono ancora ben sicuro di aver afferrato a pieno il concetto. "Featuring with the Unprecedented digiFilm system, YASHICA Y35 camera brings in an extraordinary photography experience" - questo il claim della campagna di crowdfunding, che a fronte di un target di HK$ 800,000 (circa 100.000 USD) ne ha già raccolti cinque volte tanto.

Inspiegabilmente.

Siamo di fronte infatti a una fotocamera digitale con sensore CMOS da 14 megapixel in formato 1/3,2" (più piccolo di una qualsiasi compatta, di una action camera e di diversi smartphone), con corpo in plastica, mirino ottico galileiano, ottica 35mm equivalenti f/2.8, cinque tempi di otturazione fissi (1s, 1/30s, 1/60s, 1/250s, 1/500s), fuoco fisso con iperfocale da 1 metro a infinito, alimentazione con due batterie stilo AA, slot SD.

Il punto chiave dovrebbero essere i DigiFilm, che non sembrerebbero altro che delle cartucce da inserire per selezionare il tipo di filtro da applicare alle immagini. Le immagini vengono infatti memorizzate sulla scheda SD. Un tentativo di unire digitale e analogico che somma i difetti di entrambi: immagini digitali da un sensore di piccole dimensioni e ISO fissi (ogni DigiFilm mima una pellicola a sensibilità fissata). Inoltre per scattare bisogna ruotare un (finto) meccanismo di avanzamento della pellicola, operazione che a detta degli inventori di Y35 dovrebbe dare il tempo per meditare meglio sulla fotografia che si vuole scattare 'Come si faceva una volta'. Per cambiare le impostazioni di scatto, ad esempio la sensibilità ISO o commutare tra bianco&nero e colore, è necessario aprire lo sportello posteriore e cambiare il DigiFilm.

Il tutto a un prezzo che già in questa fase di crowdfunding supera i 100€ per un kit con un solo DigiFilm. Io non posso esprimere con la giusta vemenza quello che realmente penso di questo progetto: affido ai lettori nei commenti il fatto di 'leggermi nel pensiero'. Vi tributerò novantadue minuti di applausi.


Commenti (16)

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Commento # 1 di: floc pubblicato il 11 Ottobre 2017, 12:22
no dai è troppo una "cagata pazzesca". Purtroppo ho capito così anche io ma abbiamo capito male in due dai, mi rifiuto di crederci.
Commento # 2 di: +Benito+ pubblicato il 11 Ottobre 2017, 12:22
Poteva avere senso in un ecosistema che comprende anche la memoria nei digifilm ed un servizio di stampa di alto livello, ma così, boh?
Ci sono già le macchinette di plastica che fanno apposta foto brutte
Commento # 3 di: Cfranco pubblicato il 11 Ottobre 2017, 12:30
Cos' è ? una trollata ?
Un' operazione di marketing per dimostrare che c' è gente disposta a comprare immondizia se marchiata col nome giusto ?
Siamo al livello della "merda d' artista"
Commento # 4 di: cerbert pubblicato il 11 Ottobre 2017, 13:43
Leggo.
Comprendo.
Non ci credo.
Rileggo.
Eh, no, non ho sbagliato a leggere la prima volta.

Torno ad aspettare gli alieni invasori e sterminatori...
Commento # 5 di: cataflic pubblicato il 11 Ottobre 2017, 14:02
Incomprensibile.
Non capisco proprio questi tentativi di ripescaggio dell'analogico, forse sono solo delle pubblicità virali o hanno un contenuto economico finanziario che non conosco, perchè è palese come a livello commerciale siano delle astrusità complete.
Commento # 6 di: Stan Dibben pubblicato il 11 Ottobre 2017, 14:58
Perché tanto stupore? Soprattutto, perché tanto astio? Francamente, trovo l'idea simpatica e, a suo modo, innovativa
Il prezzo è molto basso (150USD per la versione completa), ed il divertimento potenzialmente alto. Ci sono gadget tecnologici ben più cari e decisamente meno divertenti.

Quando si parla di fotografia non si parla solo di massima espressione della tecnica e della tecnologia (il fatto che oggi siano tutti fotografi aumenta solo il numero dei pessimi fotografi), ma anche di semplice espressione della creatività. Un mezzo che offre confini chiari, imho, aiuta la creatività perché permette di concentrarsi su pochi parametri. Questa Y35 è un oggetto che crea uno specifico linguaggio col quale molti avranno voglia di misurarsi dimenticandosi, per un attimo, di megapixel e ottiche 1.2. Verrà sfruttato, insomma, come il linguaggio delle Polaroid o delle Instax...

Francamente, rispetto a una point&shoot da supermercato, ha molto più appeal sia da un pdv formale (il design) che da un punto di vista interattivo. Araki ne farebbe, e credo francamente ne farà, un grande utilizzo.

E così molti ventenni.

Adesso me la compro...
Commento # 7 di: Stan Dibben pubblicato il 11 Ottobre 2017, 15:07
Ah, nota per il redattore: si scrive "hipster", non "hypster". E quella moda è passata da un pezzo.

Anche la X100 di Fuji era stata marchiata dai forum techno-oriented, ai tempi, come "roba da hipster", e oggi è la macchina da street di moltissimi professionisti.

Cheers.
Commento # 8 di: demon77 pubblicato il 11 Ottobre 2017, 16:21
Originariamente inviato da: Stan Dibben
Perché tanto stupore? Soprattutto, perché tanto astio? Francamente, trovo l'idea simpatica e, a suo modo, innovativa
Il prezzo è molto basso (150USD per la versione completa), ed il divertimento potenzialmente alto. Ci sono gadget tecnologici ben più cari e decisamente meno divertenti.

Quando si parla di fotografia non si parla solo di massima espressione della tecnica e della tecnologia (il fatto che oggi siano tutti fotografi aumenta solo il numero dei pessimi fotografi), ma anche di semplice espressione della creatività. Un mezzo che offre confini chiari, imho, aiuta la creatività perché permette di concentrarsi su pochi parametri. Questa Y35 è un oggetto che crea uno specifico linguaggio col quale molti avranno voglia di misurarsi dimenticandosi, per un attimo, di megapixel e ottiche 1.2. Verrà sfruttato, insomma, come il linguaggio delle Polaroid o delle Instax...

Francamente, rispetto a una point&shoot da supermercato, ha molto più appeal sia da un pdv formale (il design) che da un punto di vista interattivo. Araki ne farebbe, e credo francamente ne farà, un grande utilizzo.

E così molti ventenni.

Adesso me la compro...


Il tuo discorso può èure avere una sua logica.. ma siamo lontani dal giustificare sta cacata.
Uno con un minimo di senno piuttosto che usare sto ciarpame semplicmente usa il cellulare che ha in tasca.
Commento # 9 di: demon77 pubblicato il 11 Ottobre 2017, 16:26
Originariamente inviato da: Stan Dibben
Ah, nota per il redattore: si scrive "hipster", non "hypster". E quella moda è passata da un pezzo.

Anche la X100 di Fuji era stata marchiata dai forum techno-oriented, ai tempi, come "roba da hipster", e oggi è la macchina da street di moltissimi professionisti.

Cheers.


Stai davvero paragonando in qualche modo sto aborto con una ottima Fuji X100?
Scherzi vero? Perchè è come paragonare una Ferrari con una macchinina a pedali per bambini.

Che poi qualche estremista o fissato possa aver avuto da ridire sulla X100 è vero.. ma è assolutamente la (discutibile) opinione di quattro gatti, non certo la visione di insieme dell'utenza.
Commento # 10 di: genesi86 pubblicato il 11 Ottobre 2017, 16:35
Se volete il VERO analogico nel mondo digitale, esiste solo il Foveon ad esclusione dell'ultima generazione che si è "digitalizzata".
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