Anche il cellulare può essere strumento da reportage

Anche il cellulare può essere strumento da reportage

di Roberto Colombo , pubblicato il

“Il telefonino 'degno' di essere utilizzato per un reportage fotografico professionale? Fino a poco tempo fa sarebbe stata affermazione su cui ironizzare, ma i tempi sono decisamente cambiati”

La diatriba che vede contrapposti i cellulari e la dignità a creare immagini che siano definibili fotografie è attiva fin dalla prima apparizione dei moduli fotografici sui telefonini, ormai diversi anni fa. A quei tempi i risultati era davvero ben lontani dal poter assumere l'appellativo di fotografie, ma in questi anni le cose sono cambiate parecchio. Ormai i cellulari top di gamma permettono di ottenere scatti comparabili con quelli di alcune compatte primo prezzo e offrono rispetto a queste indubbi vantaggi: da un lato permettono l'upload diretto delle immagini sul web, dall'altro offrono potenti processori in grado di gestire l'editing delle immagini con strumenti pensati appositamente per l'uso in mobilità. Non dimentichiamo poi la possibilità di geotaggare le foto grazie al modulo GPS integrato, che solo negli ultimi mesi sta avendo una diffusione capillare anche sulle fotocamere.

Perchè ci stiamo lanciando ancora a capofitto in questa diatriba? Sarà il solito parlare di aria fritta? No, le cose sono davvero cambiate e i Sony World Photography Awards hanno sancito il cambiamento in modo inequivocabile. Non solo l'incontro con le giudici della sezione Fotogiornalismo e Documentari ci ha confermato che ormai le foto scattate dai telefonini non solo sono base fondamentale per le 'breaking news', ma stanno cambiando radicalmente il modo di concepire la fotografia, anche quella professionale.

Può un reportage scattato con un cellulare salire agli onori della cronaca e partecipare a contest internazionali? La risposta può stupire qualcuno, ma è affermativa. Balazs Gardi si è piazzato al terzo posto della sezione Attualità del SWPA 2011 grazie al suo reportage afgano scattato utilizzando iPhone e l'applicazione Hipstamatic. Al seguito dei Marines nel sud Afghanistan il fotografo ungherese ha utilizzato il telefonino come discreto strumento per riprendere la vita quotidiana delle truppe, impegnata in operazioni di controinsurrezione con la popolazione civile, e per ritrarre le persone del luogo con cui i soldati vengono a contatto.

Fortemente caratterizzate dall'editing digitale applicato dall'app Hipstamatic si collocano in una sorta di limbo spazio-temporale: da una parte ritraggono eventi di attualità, dall'altra con il loro aspetto vintage sembrano richiamare gli scatti di guerra del passato. Il progetto di cui fa parte il lavoro, Basetrack, di cui fa parte Balazs Gardi assieme ad altri fotografi, è un progetto mediatico sperimentale che nasce come iniziativa non-profit. Fa dell'approccio open source al giornalismo la sua mission, con lo scopo di creare contenuti di reportage disponibili gratuitamente da utilizzare in licenza Creative Commons per utilizzi non commerciali. Puntando molto sui social network si prefigge di creare grande partecipazione diretta nel pubblico e quindi non stupisce che alcuni fotografi abbiano scelto uno strumento di condivisione immediata e diretta come il cellulare per riprendere i contenuti.

Siamo dunque tutti destinati a lasciare nel cassetto la nostra attrezzatura e uscire a scattare solo con un telefonino in tasca? Anche in questo caso è apprezzabile il commento di chi fa della fotografia una professione. Come dicevamo nell'articolo sugli Awards Elizabeth Biondi, Visuals Editor di The New Yorker, ha sottolineato come la presenza sul mercato professionale della fotografia di strumenti così immediati porta una nuova sfida ai fotografi: non basta essere sul posto al momento giusto, ma è necessario che ognuno sappia trovare il proprio stile e trovi il modo con le sue foto di raccontare una storia: fotocamera o cellulare sono poi solo lo strumento per fissare la luce da parte del fotografo, ma sono le sue scelte a fare la differenza.

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Commenti (19)

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Commento # 1 di: elevul pubblicato il 06 Maggio 2011, 12:46
La cosa non mi piace per niente (per via della pessima qualità delle foto fatte con i cellulari e perché il fotografo perde l'aria di professionalità ad andare in giro con il cellulare, invece che con una reflex), però è vero che il cellulare è uno strumento incredibile per poter condividere e lavorare sui propri scatti in tempo reale, ovunque. Senza necessità di un computer.
Non vedo l'ora di vedere come si evolve la cosa.
Commento # 2 di: Freed pubblicato il 06 Maggio 2011, 13:58
Ormai tutti sono convinti che per fare foto professionali basti un mezzo professionale. Migliore è il mezzo, migliore sarà la foto..
Peccato che sia meglio un iPhone in mano ad un professionista che un reflex ammiraglia in mano ad un incapace.

A parte questo resta il fatto che gli strumenti presenti oggi, per quanto qualitativamente di buon livello, per un professionista non sono pratici (in condizioni normali, certo che se sei in mezzo ad una guerra uno strumento compatto è comodo).
Già la differenza tra un corpo macchina reflex amatoriale e professionale (non per qualità ma per praticità è abissale..figuriamoci dover lavorare una giornata intera con un telefonino o una compatta..
Ultima cosa le ottiche. Sono diventate di moda le reflex, ma non gli obiettivi. La gente non ha ancora capito che è più importante l'ottica del corpo. Su uno strumento compatto quello che c'è te lo tieni e zoomi in digitale
Commento # 3 di: demon77 pubblicato il 06 Maggio 2011, 14:29
Mi pare un discorso molto poco logico..

Una cosa è il MEZZO, altra cosa è la BRAVURA DEL FOTOGRAFO!
Una è una cosa OGGETTIVA, l'altra una DOTE SOGGETTIVA!!

La tecnolgia avanza, certo, ma MAI un celluare andrà a sostiuire una reflex!!
Commento # 4 di: giofal pubblicato il 06 Maggio 2011, 15:11
Originariamente inviato da: elevul
La cosa non mi piace per niente (per via della pessima qualità delle foto fatte con i cellulari e perché il fotografo perde l'aria di professionalità ad andare in giro con il cellulare, invece che con una reflex), però è vero che il cellulare è uno strumento incredibile per poter condividere e lavorare sui propri scatti in tempo reale, ovunque. Senza necessità di un computer.
Non vedo l'ora di vedere come si evolve la cosa.


Ci sono molte situazioni in cui il fotografo deve proprio mascherare la propria natura di professionista.

Ci sono situazioni in cui presentarsi con una reflex sarebbe assolutamente improponibile.

Ben vengano i telefonini o le compatte per riprendere soggetti particolari con maggior naturalezza e per testimoniare situazioni altrimenti impossibili, situazioni per le quali nemmeno è richiesta una grandissima qualità.

Insomma se la differenza tra una foto scattata con telefono o con una reflex è tra l'essere e il non essere, ben vengano i telefonini.

Del resto la professionalità è nel professionista, non nello strumento... quella è solo una mera illusione dei principianti.
Commento # 5 di: elevul pubblicato il 06 Maggio 2011, 15:47
Originariamente inviato da: giofag
Ci sono molte situazioni in cui il fotografo deve proprio mascherare la propria natura di professionista.


Posso chiederti di fare alcuni esempi, per favore?
Sarà per via della mia minima (se non nulla) esperienza con la fotografia, ma non mi sovvengono situaizioni in cui un professionista non ci guadagnerebbe dall'avere una reflex.
Magari sarebbe un po rischioso in paesi dove lo scippo è all'ordine del giorno, ma li sarebbe ancora più rischioso andare in giro con un iphone, visto che è un prodotto famoso e si può rivendere con estrema facilità (laddove equipaggiamento da fotografo professionista, pur se costoso, è un po più complicato da rivendere sul mercato nero).
Commento # 6 di: Freed pubblicato il 06 Maggio 2011, 15:56
Originariamente inviato da: demon77
Mi pare un discorso molto poco logico..

Una cosa è il MEZZO, altra cosa è la BRAVURA DEL FOTOGRAFO!
Una è una cosa OGGETTIVA, l'altra una DOTE SOGGETTIVA!!

La tecnolgia avanza, certo, ma MAI un celluare andrà a sostiuire una reflex!!


E io che ho detto
Commento # 7 di: Freed pubblicato il 06 Maggio 2011, 16:00
Originariamente inviato da: elevul
Posso chiederti di fare alcuni esempi, per favore?
Sarà per via della mia minima (se non nulla) esperienza con la fotografia, ma non mi sovvengono situaizioni in cui un professionista non ci guadagnerebbe dall'avere una reflex.


Situazioni piuttosto rare, ma ci sono situazioni in cui non è gradita la presenza di un fotografo.
Reportage in zone di guerra per esempio, secondo di cosa fotografi rischi di trovarti in situazioni decisamente poco piacevoli...
Commento # 8 di: dave4mame pubblicato il 06 Maggio 2011, 16:32
Originariamente inviato da: demon77
Mi pare un discorso molto poco logico..

Una cosa è il MEZZO, altra cosa è la BRAVURA DEL FOTOGRAFO!
Una è una cosa OGGETTIVA, l'altra una DOTE SOGGETTIVA!!

La tecnolgia avanza, certo, ma MAI un celluare andrà a sostiuire una reflex!!


dicevano la stessa cosa della pellicola


facili battute a parte, è ovvio che potendo scegliere, si opta per l'apparecchiatura che consente i risultati migliori.

però non è che tutti gli scoop si "mettono in posa" aspettando il fotografo....
Commento # 9 di: giofal pubblicato il 06 Maggio 2011, 16:34
Originariamente inviato da: elevul
Posso chiederti di fare alcuni esempi, per favore?
Sarà per via della mia minima (se non nulla) esperienza con la fotografia, ma non mi sovvengono situaizioni in cui un professionista non ci guadagnerebbe dall'avere una reflex.
Magari sarebbe un po rischioso in paesi dove lo scippo è all'ordine del giorno, ma li sarebbe ancora più rischioso andare in giro con un iphone, visto che è un prodotto famoso e si può rivendere con estrema facilità (laddove equipaggiamento da fotografo professionista, pur se costoso, è un po più complicato da rivendere sul mercato nero).


Un fotografo che va in una zona di guerra deve portare testimonianza di situazioni, non deve fare un album da matrimonio.

Il poter scattare senza dare nell'occhio è molto più importante che avere una ottima qualità.

Inoltre, per alcune persone una reflex puntata è sentita quasi una violenza o una violazione della propria persona e oltre a rompere la naturalezza della situazione si rischia pure una reazione violenta.

Col telefonino (o una compatta) ci si può immergere maggiormente nello scenario e immortalare situazioni più naturali senza dare nell'occhio.

Reflex, compatte, telefonini, sono solo degli strumenti.

Il professionista sa usare al meglio lo strumento più adatto allo scopo che si prefigge e in taluni casi un iPhone può essere più adatto di una 5D.

Un vero professionista ha come unico scopo il raggiungimento di un obiettivo, e ciò lo deve fare in modo pragmatico senza certe chiusure mentali tipiche dei principianti e dei dilettanti.
Commento # 10 di: RR2 pubblicato il 06 Maggio 2011, 16:58
Originariamente inviato da: elevul
Posso chiederti di fare alcuni esempi, per favore?
Sarà per via della mia minima (se non nulla) esperienza con la fotografia, ma non mi sovvengono situaizioni in cui un professionista non ci guadagnerebbe dall'avere una reflex.
...


Te ne faccio uno io: Namir Noor-Eldeen fotografo iracheno ucciso da un elicottero americano perchè il suo teleobiettivo è stato scambiato per un lanciarazzi...

Tornando all'articolo, con tutto ormai si può far foto, tra non fare una foto e farla col cellulare credo sia ovvia la scelta. Se passeggio tranquillo per i monti e vedo lo yeti faccio la foto col cellulare se non ho altro ma il professionista (quello che fa foto per mangiare) se va a caccia dello yeti non ci va con il cellulare o la compattina, ci va con l'attrezzatura migliore che gli consentirà ad esempio di scattare tranquillamente anche se piove.

Balazs Gardi se non ho capito male ha fatto le foto con l'iphone non perchè non avesse di meglio ma perchè faceva parte di un progetto di giornalismo online, faceva le foto e le metteva su facebook o simili.
"Può un reportage scattato con un cellulare salire agli onori della cronaca e partecipare a contest internazionali?" A quanto pare si, e pure se è fortemente editato, ma il nostro è un mondo strano, in cui una foto brutta è una foto venuta male, 10/20 foto brutte sono un progetto creativo (Colombari docet)...
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