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Pagina 1 - L'erede di Sony Alpha A700
Sony Alpha A700 è entrata nel cuore di molti appassionati: è stata la reflex che per prima ha fatto fare a Sony il salto di qualità, facendola accedere al segmento delle DSLR prosumer, settore fortemente presidiato dai colossi Canon e Nikon, con Pentax e Olympus impegnati a spartirsi qualche briciola. In seguito Sony è sbarcata anche nel mondo delle reflex full frame, con Alpha A900 e A850, ma Alpha A700 rimane uno dei best seller della casa e sicuramente uno dei prodotti con il gradimento più alto da parte degli appassionati dei prodotti del produttore nipponico.
In questi anni le voci di un modello erede di A700 si sono presentate ad ondate, ma finalmente a fine agosto Sony ha mostrato Alpha A77, che raccoglie l'eredità di A700, introducendo però un coraggioso cambio di rotta: Sony Alpha A77, infatti, non è una reflex. Dopo aver fatto i primi esperimenti di mercato con Alpha A33 e A55 e aver consolidato il progetto con Alpha A35, infatti, Sony ha portato la sua tecnologia Single Lens Translucent anche nel mondo dei prodotti prosumer. Si tratta di una tecnologia che sostituisce allo specchio ribaltabile reflex un elemento fisso in grado di lasciar passare gran parte della luce, indirizzata verso il sensore, e rifletterne una parte verso il modulo autofocus a rilevazione di fase. In questo modo i tecnici Sony hanno cercato di unire i vantaggi delle reflex (sistema autofocus a rilevazione di fase, più veloce e preciso di quello basato sul contrasto) con quelli delle mirrorless, con in più la possibilità di avere il modulo autofocus sempre attivo e non reso 'cieco' temporaneamente dal ribaltamento dello specchio durante lo scatto. Si tratta di una mossa coraggiosa, che ha attirato a Sony parecchie critiche, ma che dall'altro lato apre interessanti possibilità, come ad esempio l'utilizzo dell'autofocus a rilevazione di fase in modalità continua durante le raffiche o la ripresa di video. Dopo aver visto i primissimi esemplari, ancora non definitivi, all'IFA di Berlino, abbiamo passato qualche giorno in compagnia di una Sony Alpha A77 (purtroppo con il kit con ottica 18-55mm e non il nuovo 16-80mm F3.5-4.5 ZA compagno designato della nuova SLT): ecco le nostre prime impressioni, stiamo preparando per le prossime settimane anche un confronto in laboratorio con alcuni dei principali concorrenti. Pagina 2 - Specchio (reflex), servo delle mie brame, non sei più il benvenuto in questo reame
"Specchio (reflex), servo delle mie brame, non sei più il benvenuto in questo reame": sono forse queste le parole con cui i tecnici Sony si specchiano da qualche tempo a questa parte. Sony Alpha A77 conferma che per il colosso nipponico lo specchio reflex è una tecnologia superata e che il suo futuro passa per lo specchio traslucido e le tecnologie SLT.
La mancanza dello specchio reflex e del suo raffinato meccanismo di ribaltamento, ha ricadute dirette anche sul primissimo contatto con la macchina: pur avendo un corpo macchina di dimensioni tipiche per una prosumer, Alpha A77 è molto leggera, quasi fin troppo per chi si aspetta una macchina 'di peso'.
Il design del corpo ha visto le linee ammorbidirsi molto rispetto alla vecchia A700 e soprattutto ai modelli full frame: come ha confessato uno dei designer, le linee morbidamente tese del corpo macchina prendono ispirazione da una calza. Coprendo i mock-up di sviluppo con una calza di nylon il designer ha scoperto come fosse esteticamente piacevole ed ergonomicamente azzeccato ammorbidire gli spigoli, addolcire gli angoli e riempire le cavità. Il corpo di Alpha A77 è effettivamente molto particolare ed è capace di farsi riconoscere in mezzo alla massa.
A prima vista Sony Alpha A77 rende subito evidente l'appartenenza alla categoria delle fotocamere DSLR-SLT prosumer. A parte il sensore CMOS Exmor APS HD da 24,3 megapixel capace di registrare video Full HD AVCHD, 25/50p, gli elementi più evidenti sono il display LCD sulla spalla, la presenza di due ghiere di regolazione e di un joystick, il gran numero di tasti per avere accesso diretto ai più importanti parametri di scatto.
Grande attenzione ai controlli manuali, ma anche una spiccata predisposizione agli utenti alle prime armi: la ghiera dei modi offre, oltre alle classiche modalità P/A/S/M un banco di memoria personalizzabile MR, con la possibilità di richiamare uno tra i tre profili preimpostati, ma anche due modalità completamente automatiche AUTO e AUTO+. La prima offre il riconoscimento automatico della scena, la seconda da la possibilità alla macchina di variare anche i parametri relativi all'aumento della gamma dinamica e la possibilità di scegliere la modalità HDR. Il resto delle posizioni della ghiera offre la modalità SCN di scelta della scena, lo scatto sweep panorama, lo scatto 3D (che sfrutta sempre lo scatto a raffica sweep), la modalità a raffica a 12 fps e la posizione per le riprese video. Queste ultime possono essere avviate in ogni momento premendo l'apposito pulsante argento con bollino rosso sul retro a portata di pollice, ma selezionando la modalità dalla ghiera è possibile utilizzare anche le riprese in priorità di tempi e di diaframmi, oppure quelle completamente manuali. Pagina 3 - Molti pulsanti, anche personalizzabili
Sulla spalla destra, raggruppati attorno al display LCD retroilluminato in colore arancione, troviamo i tasti per commutare la visione tra mirino elettronico e display (nel caso fosse disattivato il sensore di prossimità vicino all'oculare che procede all'operazione in modo automatico), il tasto per attivare la retroilluminazione, i pulsanti dedicati a modo di scatto, bilanciamento del bianco, compensazione dell'esposizione e sensibilità ISO, oltre al pulsante di scatto con commutatore concentrico per l'accensione e lo spegnimento della macchina. Gran parte dei tasti è personalizzabile, per 'cucirsi addosso' al meglio la fotocamera. Il retro vede la presenza del solo tasto menu a sinistra dell'oculare: sotto quest'ultimo lo spazio è interamente occupato dal display, caratterizzato da un meccanismo di snodo con due gradi di libertà. Si tratta di una soluzione interessante soprattutto per l'utilizzo della reflex come videocamera. Più a destra in alto troviamo i tasti per l'avvio dei video, il blocco dell'esposizione e la commutazione tra messa a fuoco automatica e manuale. Più sotto il joystick, il tasto Fn, quello dedicato alla commutazione dei modi di visualizzazione del display, quello che avvia il crop 1.4x e 2x che moltiplicano la focale equivalente. In fondo il tasto per l'avvio della riproduzione delle immagini e il tasto guida/cancellazione.
Il lato destro della macchina ospita il solo slot per la scheda di memoria SD o Memory Stick: Sony ha scelto uno slot singolo, in molti però avrebbero preferito un doppio slot. Il lato opposto è invece molto ricco di sportelli in gomma, i quali danno accesso al jack da 3,5mm per l'utilizzo di un microfono esterno, ai connettori HDMI e USB, al connettore di alimentazione elettrica e ai connettori per flash esterni e remote control. Tra i connettori trova spazio anche il ricevitore GPS.
Spostandosi da questo lato verso il frontale si trovano il pulsante di sgancio dell'obiettivo, il commutatore tra i modi di messa a fuoco e, vicino al flash, il pulsante che libera il lampeggiatore pop-up. Il lato inferiore ospita il foro filettato in metallo per l'aggancio alla testa dei treppiedi e il vano batteria. Tornado al frontale, sul lato dell'impugnatura trovano spazio il pulsante di anteprima, il ricevitore IR e l'illuminatore ausiliario per la messa a fuoco in condizioni difficili.
Il menu della macchina rispecchia l'impostazione già vista sui prodotti della serie Alpha e rappresenta una linea di continuità: è organizzato a schede a scorrimento orizzontale, ognuna delle quali ha, poste in verticale, le diverse opzioni. Scendendo oltre l'ultima della schermata si passa alla scheda successiva (verso destra). È possibile scegliere se l'apertura del menu tramite l'apposito tasto debba avvenire alla prima voce oppure all'ultima scheda utilizzata. Rispetto ad alcuni prodotti precedenti troviamo mm Pagina 4 - Impressioni d'uso - Il mirino OLED
Sony Alpha A77 tradisce la sua vocazione prosumer appena viene presa in mano: impugnatura ben sagomata ed ergonomica con una finitura antiscivolo efficace, dimensioni adatte anche a mani grandi, molti tasti scorciatoia a portata di mano, display LCD retroilluminato sulla spalla. Finalmente i tasti fisici sono molti e sono pienamente personalizzabili: ogni fotografo può 'cucirsi addosso' la sua Sony Alpha A77 in modo semplice. La sensazione in mano è buona, il peso forse più leggero di quanto non ci si aspetti (visto la mancanza della meccanica dello specchio reflex), l'impressione solidità è abbastanza buona, anche se la prima sensazione non rende del tutto merito al corpo in magnesio.
Avvicinando l'occhio all'oculare si rimane piacevolmente impressionati dal passo in avanti fatto dal mirino, che utilizza un display OLED (trovate a questo indirizzo un approfondimento sulla tecnologia implementata da Sony in questo particolare elemento). Rispetto ai vecchi mirini elettronici LCD la resa delle immagini è molto più reale, tanto da non far rimpiangere nell'uso il mirino ottico. Le dimensioni del mirino sono maggiori di quanto offerto su alcune concorrenti. Essendo elettronico il mirino offre tutte le informazioni di scatto e anche funzioni evolute, come la visualizzazione dalla livella su due assi e, uno degli indiscussi punti a favore di questa tecnologia, l'istogramma in tempo reale direttamente nell'oculare. Quest'ultimo è molto importante per valutare al meglio l'effettiva illuminazione della scena, sebbene il mirino elettronico risulti molto preciso. Per chi ama scattare in modalità manuale è davvero comodissimo, offrendo molte più informazioni del semplice esposimetro. Altri lati positivi del mirino elettronico sono l'assenza del 'buio' durante lo scatto, tipica delle fotocamere reflex e la possibilità di avere l'anteprima Live View del risultato finale dello scatto anche in caso di utilizzo di impostazioni particolari o filtri creativi. Si tratta di una funzione già disponibile sulle reflex delle ultime generazioni su display posteriore, ma per chi ama fotografare guardando attraverso il mirino può essere un punto a favore. Inoltre normalmente l'utilizzo delle funzioni Live View obbliga al passaggio alla messa a fuoco basata sul contrasto, mentre la tecnologia SLT di Sony permette di avere sempre attiva la messa a fuoco a rilevazione di fase, in molti frangenti più veloce e precisa. Tra i lati negativi del mirino elettronico ce ne sono alcuni che secondo noi potrebbero essere risolti facilmente via software. Un esempio è la revisione dell'immagine dopo lo scatto: se la si abilita da menu dopo lo scatto si ha il mirino occupato per due secondi, sarebbe cosa ottima poter decidere di far apparire la foto solo a display e non nel mirino, per non far perdere tempo prezioso.
Discorso assimilabile è quello degli avvisi come 'Elaborazione in corso' che rendono neri display e mirino per diversi secondi (ad esempio dopo uno scatto HDR): appoggiare l'occhio all'oculare e trovarsi di fronte a una schermata nera con una scritta può essere un'esperienza frustrante. Una soluzione potrebbe essere quella di non permettere lo scatto mentre la macchina sta elaborando, ma lasciando acceso il mirino, per permettere al fotografo di continuare a seguire la scena e scattare non appena la macchina torna operativa. Un altro lato negativo è il ritardo con cui il sistema automatico passa dal display a mirino, e viceversa, quando si avvicina l'occhio all'oculare e si viene intercettati dal sensore di prossimità: nelle prime versioni del firmware questo 'lag' era davvero fastidioso, ora con l'ultimo aggiornamento (versione 1.04) la problematica è molto migliorata, ma è ancora ben lungi dalla perfezione. In questo il mirino ottico reflex rimane insuperabile. Pagina 5 - Impressioni d'uso - Autofocus e raffica Una delle caratteristiche su cui Sony punta di più per le sue fotocamere SLT, in particolare per Alpha A77, è la raffica a piena risoluzione con autofocus a rilevazione di fase sempre attivo. Sensore CMOS Exmor APS HD da 24,3 megapixel, nuovo processore BIONZ, specchio traslucido che invia sempre una parte della luce al sistema autofocus a rilevazione di fase, assenza di parti in movimento non essendoci lo specchio reflex da ribaltare: il mix di questi elementi dovrebbe far scaturire un vero cavallo di razza dal punto di vista della fotografia sportiva e naturalistica. In realtà oltre ai pregi vanno sommati anche i difetti delle diverse parti, e la somma può avere differenti pesi sulla bilancia delle prestazioni. Utilizzando una scheda di memoria SDHC Classe 10 (Sandisk Extreme 16GB da 30MB/s e Panasonic 8GB Gold compatibile UHS-1 da 25MB/s) e scattando registrando immagini in formato JPEG Extra Fine, la raffica è a 12fps fino a 6 scatti, poi la cadenza cade a circa un fotogramma al secondo. Fermandosi a 20 foto è necessario poi attendere circa 15 secondi per il pieno svuotamento del buffer: in questa condizione la macchina può tornare immediatamente a scattare, ma lo fa con la cadenza di circa un fps. Discorso simile anche con una scheda Sony Memory Stick Pro Duo Mark2. Anche la messa a fuoco non contribuisce a riuscire a raggiungere in situazioni reali il massimo della velocità di raffica: pur essendo molto veloce a volte impiega qualche decimo/centesimo di secondo ad agganciare il soggetto ritardando così lievemente lo scatto, se si è impostata la priorità della messa a fuoco sullo scatto. Un appunto poi c'è da fare dal punto di vista dell'interfaccia: spostando il selettore dei modi di scatto sull'apposita posizione indicata con il numero 12 racchiuso da un riquadro, la macchina si prende carico di regolare in modo automatico alcuni parametri, anche se sono meno di quelli che ci si aspetterebbe. Solitamente scegliendo modalità di scatto come quella sport le reflex passano in automatico a sensibilità automatica e a modo di messa a fuoco continuo. In Alpha A77 è l'utente che deve preoccuparsi di entrambi i parametri e quindi l'operazione 'sto scattando una foto qualsiasi, vedo una situazione che mi richiede il massimo della raffica, giro la ghiera dei modi su 12fps e scatto' non ha sempre risultato positivo. Inoltre la modalità con messa a fuoco ad inseguimento non viene resa disponibile nella modalità raffica 12fps, ma solo nelle modalità P/S/A/M/Auto. In ogni caso stiamo parlando di una raffica che non raggiunge in gran parte delle situazioni i 12fps promessi, ma che si pone, nella fase prima del riempimento del buffer, ben sopra la diretta concorrenza, ai livelli delle reflex professionali. Di contro la messa a fuoco, con l'ausilio dell'illuminatore AF, davvero molto discreto addirittura al limite del visibile, ha dimostrato di essere infallibile anche al buio. In interni a luci completamente spente la macchina ha sempre centrato il bersaglio, senza però tradire la sua presenza con una luce ausiliaria visibile, come invece accade su alcune macchine della concorrenza. Tra le caratteristiche da prosumer troviamo la possibilità di effettuare la microregolazione della messa a fuoco da menu. Pagina 6 - Qualità dell'immagine
Il capitolo sulla qualità dell'immagine di Sony Alpha A77 è certamente il più controverso: la domanda che in molti si pongono di fronte a un sensore APS-C con ben 24,3 megapixel è se essi siano davvero reali o se la risoluzione effettiva sia più bassa. I primi scatti con Alpha A77 e il firmware 1.03 ci hanno lasciato un in alcune situazioni d'uso un po' perplessi: se da una lato alla sensibilità minima il dettaglio pare essere molto elevato, come testimonia l'immagine qui sopra, in altri scatti la macchina ci è sembrata avere una resa 'pittorica', quasi da acquerello, dei particolari più fini, anche a sensibilità non troppo spinte.
La fotocamera può spingersi molto in là con la sensibilità ISO e ci aspetterebbe di vedere immagini di qualità fino quasi a ridosso dei valori più alti. Il rumore con denoising standard comincia a mostrare qualche segno a 800 ISO, risultando evidente nella visualizzazione al 100% a 1600 ISO. Da questo punto in poi salendo con la sensibilità si ha un progressivo appiattimento dei dettagli, tale da rendere particolari come scritte al limite della leggibilità. I due valori più alti di sensibilità inoltre mostrano una riproduzione dei colori meno fedele e poco satura. Da notare che, riflettendo lo specchio traslucido parte della luce verso il modulo autofocus a parità di condizioni con le fotocamere SLT è necessario guadagnare quasi 1/3 di stop nel terzetto diaframma, tempo di scatto e sensibilità. Mantenendo il valore più basso di riduzione del rumore non si guadagna in nitidezza: 800 ISO gli artefatti cominciano a diventare visibili, mentre da 3200 ISO in su inizia un processo di desaturazione dei colori, che porta ad avere a 6400 e 12800 ISO immagini non solo caratterizzate da una definizione molto più bassa, ma anche da colori più spenti. La sensibilità di 16000 ISO rappresenta davvero un caso limite. In tutti questi casi le immagini sembrano conservare una buona qualità a livello macroscopico (anche grazie alla risoluzione elevata) buona per stampe di formato medio/piccolo, ma con un dettaglio al 100% che mostra i limiti in modo evidente.
L'immagine qui sotto ci permette di valutare il comportamento del sensore e del motore di elaborazione della fotocamera. Già a 'soli' 1000 ISO lo sviluppo del file RAW senza l'applicazione di nessun filtro di denoising mostra come il rumore sia davvero elevato, soprattutto sui mezzi toni. Il processore Bionz ha quindi un bel da fare per produrre un'immagine pulita a partire dai dati grezzi del sensore. I risultati rispecchiano questi ultimi: il processore riesce a mediare e a estrarre i colori corretti, ma introduce anche una grana evidente sotto forma di artefatti. Si tratta di una caso limite in condizioni difficile, ma rende bene l'idea delle capacità della macchina quando messa alle strette.
Sviluppando l'immagine con il software fornito in dotazione, Image Data Converter, si riesce a contenere meglio la grana e gli artefatti. Utilizzando Adobe Camera RAW come piattaforma di sviluppo si ottiene una grana molto più fine e affetta da meno falsi colori, a scapito però della saturazione e della resa degli stessi: inoltre il programma di Adobe fa fatica ad interpretare correttamente i bordi creando in quelle zone alcuni artefatti. Pagina 7 - La raffica, un'arma in più per contenere il rumore Per le foto ad alta sensibilità Sony ha però dotato anche Alpha A77 di un'arma in più, che abbiamo avuto modo di apprezzare già in passato sui prodotti del marchio nipponico. Si tratta della funzione riduzione disturbo su più fotogrammi, che sfrutta la raffica della macchina per riprendere 4 immagini ravvicinate, combinandole poi in un solo scatto. In questo modo mantenendo breve il tempo di scatto e potendo mediare su più foto, la resa finale dell'immagine è buona e la macchina permette di arrivare fino alla sensibilità equivalente di 25600 ISO.
Per riprese a mano libera di soggetti non in movimento è una modalità utile che offre risultati buoni, soprattutto per quegli scatti in cui non si può stare troppo a meditare. La macchina è in grado di restituire così immagini a 6400 ISO molto pulite e ricche di dettaglio, un deciso passo avanti rispetto alla pari sensibilità in modalità normale, rendendo anche i 12800 ISO utilizzabili senza troppi patemi. Si tratta di una modalità che però non permette lo scatto in RAW e quindi che perde parecchio appeal nei confronti di una parte dell'utenza. Come abbiamo già segnalato per altri tipi di scatto che richiedono l'elaborazione di una raffica, bisogna mettere in conto alcuni secondi di 'buio' su display e mirino dopo lo scatto. Sony Alpha A77 offre molte funzionalità avanzate: una sicuramente gradita è la correzione automatica di distorsione e aberrazioni di alcune delle ottiche Sony: l'ultimo aggiornamento software ha, ad esempio, aggiunto la compatibilità con le ottiche Vario-Sonnar T* DT 16-80mm F3.5-4.5 ZA (SAL1680Z) e DT 16-105mm F3.5-5.6 (SAL16105). Alcune funzionalità sono ereditate invece dai prodotti consumer: ci riferiamo alla modalità Sweep Panorama, alla possibilità di scattare con una simile carrellata foto 3D, da rivedere poi sui televisori 3D compatibili.
Troviamo inoltre alcuni filtri creati facilmente raggiungibili dalla voce in basso a destra del quick menu accessibile premendo il pulsante Fn, che permette la regolazione delle più importanti impostazioni senza passare da menu. In particolare abbiamo la simulazione delle Toy Camera, una modalità 'Pop' che ipersatura i colori, la posterizzazione a colori o in bianco e nero, un filtro vintage, High Key, una modalità a selezione colore (che lascia in bianco e nero tutte le altre tonalità), bianco e nero ad alto contrasto, soft focus, HDR artistico (che crea dei simil-dipinti), HDR in bianco e nero, effetto miniatura. Si tratta di effetti applicabili anche ai filmati.
Molto consumer anche il teleconverter zoom digitale, che permette di avvicinare le immagini di 1.4x e 2x: è uno zoom digitale a tutti gli effetti che non fa altro che effettuare un crop dell'inquadratura. Si tratta di una funzione che disattiviamo ogni volta che ci troviamo di fronte a una fotocamera compatta, su una reflex (o simil-reflex) non ne sentivamo proprio la mancanza. Tra le funzionalità automatiche troviamo anche la possibilità di scattare HDR con più livelli di forcella e l'ottimizzazione della gamma dinamica DRO, che come tradizione sui prodotti Sony ha dimostrato di svolgere un ottimo lavoro. Scattando in RAW però è possibile anche fare di meglio: alle basse sensibilità la possibilità di recuperare dettagli dalle ombre chiuse e dalle alte luci al limite della bruciatura è buona. Pagina 8 - Video
L'ambito video è un segmento dove Sony Alpha si trova perfettamente a suo agio: la tecnologia SLT a specchio traslucido permette alla macchina di utilizzare in modo continuo durante la registrazione dei filmati la messa a fuoco a rilevazione di fase. In questo campo abbiamo riscontrato un miglioramento della velocità di messa a fuoco rispetto a un modello precedente e di fascia più bassa come Alpha A35 che già era stata abbastanza convincente. Abbiamo sempre considerato inutilizzabile l'autofocus durante la ripresa di filmati con fotocamere reflex, ma su questo punto Alpha A77 fa ricredere: anche in situazioni difficili l'autofocus è in grado di seguire i soggetti e di risultare non fastidioso, grazie alla tecnologia a rilevazione di fase che evita la messa a fuoco per tentativi tipica dei sistemi basati sul contrasto. Anche utilizzando obiettivi di terze parti, nel nostro caso un Tamron 18-270mm F/3.5-6.3 Di II PZD, la messa a fuoco sufficientemente veloce, anche se non ai livelli delle ottiche proprietarie, come ad esempio il seppur economico 18-55mm incluso nel kit che abbiamo provato. Durante la registrazione dei video si apprezza il doppio snodo che caratterizza il display, che permette di trovare posizioni molto comode e funzionali. La tecnologia SLT permette poi anche di utilizzare il mirino per il puntamento durante la registrazione, funzionalità da cui le reflex tradizionali sono per ovvi motivi escluse. Lo stabilizzatore ci ha particolarmente colpito per la sua efficacia, che non ha nulla da invidiare a quella delle videocamere pure. Una volta agganciato il soggetto la macchina lo segue molto bene, eliminando quasi del tutto i tremolii delle mani. L'unica nota che può risultare fastidiosa è rappresentata dagli scatti bruschi tra lo sgancio e il riaggancio del soggetto, ma è quello che accade, né più né meno, con gran parte delle videocamere superzoom. A colpirci sono state in particolare le prestazioni utilizzando il superzoom di Tamron: non lo avremmo mai creduto ma Sony Alpha A77 permette di registrare a mano libera video più che buoni anche alla focale massima, equivalente a 419mm. La possibilità di utilizzare il mirino per il puntamento, sfruttando così la presa salda e la posizione stabile tipica delle reflex rappresenta un ulteriore aiuto nell'uso delle lunghe focali a mano libera in ambito video. Sony Alpha A77 permette di scegliere diversi formati video: a parte i formati MP4 VGA e 1440x1080, offre una ampia gamma di opzioni nel formato AVCHD. La SLT può registrare a 1920x1080 a 24p, 25p, 50i/60i e 50p/60p. Il flusso video alla qualità massima ha un bitrate pari a 28Mbps. Le immagini sono effettivamente ricche di dettaglio, anche se abbiamo notato in alcune situazioni lo stesso effetto 'acquerello' che abbiamo segnalato in alcune fotografie. L'effetto è visibile nei video solo all'occhio più attendo e non disturba nella visione normale dei filmati. Nei formati AVCHD Sony Alpha A77 registra, tramite il microfono stereo posto tra il flash pop-up e la slitta per i flash esterni, audio Dolby Digital stereo. I suoni ambientali sono registrati molto bene con la capacità di ricreare una buona spazialità durante la riproduzione. In ogni caso il jack da 3,5mm posto tra i connettori permette l'utilizzo di microfoni esterni, per meglio adattarsi alle differenti situazioni d'uso. Pagina 9 - Sony Alpha A77: il passo più lungo della gamba?
In molti si sono fatti la stessa domanda: stipando 24 megapixel sul sensore APS-C di Alpha A77, Sony ha fatto il passo più lungo della gamba? La risposta è una partita aperta. Da un lato la nuova SLT del colosso giapponese è una prosumer di razza: doppia ghiera, corpo ricco di pulsanti personalizzabili, buona ergonomia, velocità di raffica da primato nella categoria e via dicendo. Dall'altro ha una qualità dell'immagine, soprattutto dei JPEG prodotti dalla macchina, che non convince a pieno. Già a sensibilità ormai normali, come ad esempio 1600 ISO, le immagini lasciano trasparire in (visualizzazione al 100%) artefatti piuttosto evidenti, che sono il risultato del gravoso lavoro che deve fare il processore per tenere a bada il rumore. Quando non ci sono gli artefatti è la resa 'da acquerello' dei particolari più fini a non convincere del tutto. Sottolineiamo che parlare di visualizzazione al 100% su file da 24 megapixel simula situazioni non certo di tutti i giorni (una stampa anche di formato piuttosto grande farebbe fatica a mettere così in evidenza i difetti), ma vuol dire obbligare a una certa cautela prima di effettuare crop molto spinti. Per rispondere correttamente alla domanda che apre questa pagina è necessario chiedersi in che direzione Sony volesse fare il suo passo. In questi anni di esperienza ci siamo fatti un'idea chiara: è molto difficile per i marchi alternativi spostare il pubblico dalle fotocamere che rappresentano a livello globale il sinonimo di reflex, Canon e Nikon. Non sono solo i parchi ottiche a tenere legati gli utenti ai due marchi nipponici, in molti casi c'è qualcosa che va oltre la semplice ragione, c'è una fidelizzazione che fa capo a sentimenti più profondi: la passione, un legame quasi sentimentale, in alcuni casi una sorta di fanatico integralismo. Sony probabilmente si è scontrata con questo muro negli scorsi anni, rendendosi conto che non le bastava presentarsi con il biglietto da visita della tradizione Minolta per ritagliarsi uno spazio di rilievo tra amatori evoluti, appassionati, prosumer e professionisti. Discorso diverso è quello che interessa il segmento entry level: in quel caso il prezzo e le caratteristiche di grido hanno grande presa sul pubblico e l'utenza consumer sperimenta una fidelizzazione ben diversa da quella dei veri amatori. Il passo di Sony è quindi, a nostro parere, quello di dare un'erede di sostanza ad Alpha A700, stimolando il ricambio da parte dei clienti già fidelizzati, ponendo qualche dubbio a tutti quei consumatori che stanno per fare il salto dal segmento entry level a quello superiore e si stanno guardando in giro, gettando lo sguardo anche oltre i prodotti Canon e Nikon. In questo senso i 24,3 megapixel del sensore e le caratteristiche di velocità e autofocus sempre in presa possono essere argomenti molto convincenti. GALLERY: Sony Alpha A77: gli scatti della recensione (per vedere la gallery, guardare la versione completa dell'articolo) Dal punto di vista della resa dell'immagine Sony Alpha A77 non è in grado di spostare utenti dai prodotti di pari livello di Canon e Nikon, ma forse (visto il livello di fidelizzazione) non ci sarebbe riuscita nemmeno sfiorando la perfezione: a quel punto tanto vale puntare su un pubblico diverso, magari più attratto dai grandi numeri. In questo senso Sony Alpha A77 è un passo lungo e ben disteso: sarà forse giudicata non benissimo dai puristi, ma il suo compito è conquistare la fetta di mercato che si prefigge, anche a suon di numeri.
Il prezzo è sicuramente un'altra caratteristica non digeribile da tutti: il kit con ottica zoom standard 18-55mm è proposto sul sito Sony a più di 1500 euro, una cifra in grado di scoraggiare alcuni tra quelli che avrebbero volentieri fatto il salto nel segmento prosumer. Si tratta di un prezzo di listino (lo street price sarà certamente più basso) in linea con i dati di targa della macchina e con i prezzi di lancio dei concorrenti la cui posizione Sony Alpha A77 vorrebbe andare ad insidiare. |
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