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Fujifilm XF1, X10 e X-S1: la generazione X alla prova
Fujifilm XF1, X10 e X-S1: la generazione X alla prova
Roberto Colombo - 14 Novembre 2012
“Fujifilm XF1, X10 e X-S1 sono le tre declinazioni che Fujifilm ha scelto per il suo sensore CMOS EXR in formato 2/3" da 12 megapixel: nella nostra recensione ne analizziamo pregi e difetti, differenze e punti in comune”
Pagina 1 - Fujifilm Generazione X


Fujifilm X100: la capostipite della famiglia

Per Fujifilm la lettera X è sinonimo di rinascita: dalla capostipite X100 sono seguite fotocamere compatte e ben due corpi macchina mirrorless designati da quella lettera dell'alfabeto. La prima mirrorless Fujifilm X-Pro1 ha introdotto allo scorso CES di Las Vegas una interessante novità nel mondo dei sensori con il  sensore APS-C X-Trans CMOS da 16,3 milioni di pixel, basato sul filtro colore X-Trans, il primo ad avere il coraggio di mettere in discussione il filtro Bayer utilizzato sulla stragrande maggioranza dei sensori, CCD o CMOS che siano. Una mossa coraggiosa e azzeccata, come potete leggere nella nostra recensione.

Fujifilm ha però deciso di declinare la serie X anche verso il basso, riducendo la superficie del sensore, ma introducendo anche in questo caso qualcosa di nuovo sul mercato. In un periodo in cui per le compatte si parlava solo di dimensioni pari a 1/2,3" o al massimo 1/7", Fujifilm ha integrato in X10, la sua prima compatta della serie X, un sensore EXR CMOS da 12 megapixel in formato 2/3" (6.6 x 8.8mm), aprendo di fatto la corsa all'allargamento dei sensori delle compatte culminato poi con Sony RX100, che ha allargato le dimensioni fino al formato da 1".

VIDEO: Fujifilm XF1: qualità nelle finiture e nel sensore
(per vedere il video, guardare la versione completa dell'articolo)

Il tratto in comune delle fotocamere Fujifilm X è la ricerca della qualità fotografica in un aspetto un po' vintage, dato anche dall'utilizzo di metallo nella costruzione. Anche l'ultima nata in ambito compatte rispetta questi canoni: Fujifilm XF1. Molto particolare nella veste in metallo e simil pelle, disponibile anche in arancione e rosso, racchiude il sensore cuore di X-S1 e X10, il CMOS EXR da 12 megapixel in formato 2/3", in un corpo molto più compatto. Nelle prossime pagine cercheremo di conoscere meglio le tre sorelle Fujifilm addentrandoci in tratti comuni e differenze.

Pagina 2 - Fujifilm X10: la prima compatta X

Fujifilm X10 è stato il primo esperimento di Fujifilm per portare il blasone guadagnato da X100 sul campo anche nel settore delle compatte. Per farlo Fujifilm ha puntato sugli stessi canoni stilistici: costruzione in metallo, aspetto vintage un po' squadrato, interazione manuale con la macchina, mirino. Quest'ultimo su X10 è in versione solo ottica (mirino galileiano) a differenza della complessa e costosa soluzione ibrida ottica/elettronica utilizzata su X100. L'ottica offre zoom 4x 28-112mm equivalenti con apertura F2.0-2.8.

GALLERY: Fujifilm FinePix X10 dal vivo all'IFA
(per vedere la gallery, guardare la versione completa dell'articolo)

L'impostazione della parte posteriore è pressoché identica a quella di X100: i tasti attorniano il monitor LCD TFT da 2,8" caratterizzato da 460.000 punti. La qualità del monitor potrebbe essere migliorabile, così come la visibilità in piena luce. A sinistra del display troviamo una colonna con 4 tasti, dedicati rispettivamente all'avvio della riproduzione delle immagini, alla selezione della modalità di lettura della luce, della messa a fuoco e del tipo di visualizzazione a display desiderata (Live View con e senza dati di scatto oppure schermata con il riepilogo dei parametri di scatto). I tasti AE e AF fungono anche da regolazione dello zoom durante la revisione degli scatti.

A destra del monitor troviamo un joypad a 4 vie con tasto centrale cliccabile e ghiera di regolazione concentrica, l'altra ghiera è invece posta poco più sopra. Attorno al joypad troviamo i tasti di blocco AE/AF, indietro e RAW, scorciatoia per attivare la registrazione RAW con un solo click.

La parte superiore del corpo macchina in metallo è nuovamente ispirato a X100, ma con piccole differenze accanto al pulsante di scatto (con foro filettato per i comandi remoti meccanici): si passa poi alla slitta flash, al tasto personalizzabile Fn e alla ghiera per la regolazione della compensazione dell'esposizione.

Come abbiamo già detto l'interazione fisica con la fotocamera è uno degli aspetti su cui Fujifilm ha puntato molto: se in X100 diaframmi e tempi hanno la loro ghiera, X10 offre una ghiera per la compensazione dell'esposizione e zoom ad azionamento manuale: non solo l'estensione dello zoom dalla posizione di riposo è anche il comando di accensione della macchina. Completano il quadro della macchina il flash pop-up nella calotta superiore, il vano con le connessioni AV-OUT e HDMI e il commutatore circolare sul frontale per scegliere la modalità di messa a fuoco.

GALLERY: Fujifilm X10: compatta vintage con mirino ottico
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L'ottica è il punto su cui le tre sorelle compatte della serie X si differenziano: per X10 i tecnici Fujifilm hanno optato per uno zoom 28-112mm equivalenti con apertura f/2.0-f/2.8, con ottima luminosità anche alla focale massima. In linea con il profilo vintage della fotocamera Fuji ha optato per un tappo in metallo per l'ottica: è bello e solido, ma non è agganciabile al corpo e fa da elemento di disturbo quando si apre l'ottica per accendere la macchina, la soluzione con copri obiettivo integrato di XF1 da questo punto di vista è più comoda.

Pagina 3 - L'ultima nata: Fujifilm XF1

Rispetto al X10 la contrazione del corpo di Fujfilm XF1 non porta a una contrazione delle prestazioni, anzi: in questo caso l'ottica stabilizzata è un 25-100mm equivalenti, dunque più grandangolare, con apertura massima F1.8 alla focale minima. Risvolto della medaglia la luminosità alla focale massima che scende a F4.9 e le prestazioni macro, sufficienti alla focale minima e scarse a quella massima.

Particolare il meccanismo che fa collassare l'ottica nel corpo e funge da comando di accensione. Rispetto a X10 oltre a collassare su se stessa l'ottica è in grado di rientrare all'interno del corpo macchina, per contenere ancora di più lo spessore da spenta: estraendo l'ottica la ,macchina va in stand by e ruotando il meccanismo di zoom ed espandendo ulteriormente l'obiettivo la macchina si accende. Per farvi un'idea migliore potete guardare la videorecensione di Fujfilm XF1 che abbiamo pubblicato qualche giorno fa:

Dopo un po' di pratica il meccanismo diventa naturale da azionare e permette di risparmiare batteria tra uno scatto e l'altro con la semplice operazione di chiusura dell'ottica per proteggerla. Lo zoom è ad azionamento manuale: Fujifilm continua sulla strada tracciata dalle altre compatte X che prevedono un'interazione fisica con le fotocamere, riscoprendo uno dei piaceri persi nel digitale a causa degli zoom motorizzati.

XF1 offre meno pulsanti diretti rispetto a X10, ma grazie alle due ghiere di regolazione e al joypad a doppia funzione offre comunque molti accessi scorciatoia ai principali parametri di scatto. Oltre al tasto Fn personalizzabile e ai 4 parametri del joypad è possibile accedere a altri 4 parametri con il tasto E-Fn. Il corpo in metallo racchiude anche un flash pop-up. Trovate tutti i particolari nella galleria integrata qui sotto:

GALLERY: Fujifilm XF1: compatta, in metallo e con finiture in pelle
(per vedere la gallery, guardare la versione completa dell'articolo)
Pagina 4 - La mosca bianca: Fujifilm X-S1

Di tutte le fotocamere della serie X, Fujifilm X-S1 è quella che ha meno a spartire con il resto della famiglia. Nel suo caso l'aspetto vintage e la costruzione in metallo lasciano il posto a un corpo in plastica e un aspetto simil-reflex. L'obiettivo di Fujifilm è chiaro: dopo aver costruito parte del suo successo degli ultimi anni sul segmento delle bridge, con alcuni pezzi molto apprezzati come le fotocamere della famiglia HS, Fuji ha deciso di posizionare al top delle sue superzoom un prodotto che si staccasse dai canoni del segmento bridge quanto le macchine fotografiche della serie X fanno con il mercato delle compatte. Un esempio è lo zoom ad azionamento manuale, che resta uno dei cardini dell'attuale proposta Fujifilm X.

L'aspetto e il peso sono quelli di una reflex entry-level con ottica kit, ma l'obiettivo è in grado di allungarsi ben più degli zoom standard venduti in bundle con le reflex primo prezzo e offre una focale equivalente che va da 24mm a 624mm. Il campo coperto va dunque dal grandangolo ampio al tele molto spinto, il tutto con apertura di diaframma F2.8-5.6. Punto fondamentale per Fujifilm in questo caso è la massima integrazione tra ottica e sensore: il fatto di utilizzare un obiettivo non intercambiabile ha permesso a Fujifilm di riprogettare lo strato di microlenti del sensore per adattarlo al meglio alle esigenze delle focali coperte dall'obiettivo Fujinon zoom 26x.

Il sensore, come già detto, è lo stesso elemento  CMOS EXR da 12 megapixel in formato 2/3" che equipaggia le sorelle. In questo caso il mirino è elettronico e la risoluzione di 1.440.000 punti lo rende una passo avanti rispetto a quanto reso disponibile da Fujifilm sulle sue compatte bridge superzoom. A livello di ergonomia si distacca parecchio dal resto della serie X, con ampie superfici gommate, con la presenza di una sola ghiera di regolazione e del display orientabile. L'ampio spazio sul posteriore ha permesso a Fujifilm di integrare diversi tasti fisici, tra cui quello per l'avvio diretto della registrazione video.

Pagina 5 - Lo stesso DNA, tre declinazioni diverse

Una cosa è certa: Fujifilm ha messo pienamente a frutto lo sviluppo del sensore CMOS EXR da 12 megapixel in formato 2/3". Le tre fotocamere 'compatte' della famiglia Fujifilm X racchiudono lo stesso DNA, ma lo articolano in declinazioni ben differenti tra di loro. Fujifilm X10 è dedicata a chi si è innamorato di X100, ma ha un budget più limitato e vuole la flessibilità di uno zoom ottico; Fujifilm X-S1 è indirizzata a tutti quelli che amano le forme delle reflex, desiderano una lunga escursione focale, ma non vogliono confrontarsi con l'idea dell'ottica intercambiabile; l'ultima nata XF1 è invece studiata per un pubblico alla ricerca di una fotocamera compatta di qualità e di sostanza, in grado di farsi notare anche a livello estetico, ma in grado di entrare in qualunque tasca.



Immagine alla focale di 24mm equivalenti con particolare al 100% (Fujifilm X-S1)



Immagine dello stesso soggetto scattata alla focale massima di 624mm equivalenti con particolare al 100% (Fujifilm X-S1)

A questo ventaglio di esigenze corrispondono diverse risposte a livello funzionale: Fujifilm X10 punta molto sulla qualità dll'ottica, con lo zoom meno spinto del terzetto (anche in merito alla focale minima, che parte da 28mm), ma che associa a una luminosità molto buona alla focale minima F2.0 a un risultato decisamente sopra la media a quella massima, con apertura F2.8 a 112mm equivalenti. La presenza del mirino ottico galileiano la indirizza verso un pubblico ben preciso, così come la solida, ma non leggerissima costruzione in metallo. Fujifilm X-S1 punta tutto sulle prestazioni dell'ottica offrendo zoom 26x 24-624mm F2.8-5.6. XF1 scende a qualche compromesso sul fronte dell'ottica (apertura F4.9 a 100mm a fronte di un ottimo inizio a 25mm con F1.8), ma ha dimensioni da vera tascabile ed estetica fuori dal comune in ambito compatte.


Immagine di Fujifilm X10 e particolare al 100% - La gamma dinamica e la pulizia dell'immagine sono uno dei punti di forza del sensore CMOS EXR

Il DNA rappresentato da sensore e processore d'immagine EXR è il punto che accomuna le tre fotocamere. La qualità fotografica messa a disposizione dall'accoppiata è molto buona, superiore a quelle delle compatte con sensori più piccoli. Dalla ghiera dei modi è possibile scegliere di far operare la macchina in diverse modalità: accanto a quelle classiche, compresi scene, automatismi, semiautomatismi e modalità manuale troviamo una posizione EXR e una Adv. La prima dà accesso ai modi di scatto con processamento EXR per ottenere massima nitidezza o gamma dinamica, la seconda a modalità di scatto che sfruttano la raffica, come il Panorama o la modalità per sovrapporre una rapida successione di scatti in bassa luce per contenere tempi di scatto e sensibilità ISO, per ridurre al minimo l'insorgenza del rumore.

Pagina 6 - EXR: un'arma in più da non sottovalutare

Le modalità EXR restituiscono immagini molto pulite e in linea con le promesse (nitidezza, contenimento del rumore, gamma dinamica a seconda dell'impostazione scelta) ma vengono registrate solo in JPEG e alla risoluzione indicata come media 'M' pari a circa 6 megapixel: a molti potrebbe sembrare un sacrificio troppo alto quello di rinunciare a metà della risoluzione. In realtà l'opera portata avanti dal processore è talmente buona che in diverse occasioni le immagini EXR a minore risoluzione offrono maggiore dettaglio e pulizia di quelle a 12 megapixel: ecco un esempio scattato con Fujifilm X10:

 

 
A sinistra l'immagine scattata alla massima risoluzione in modalità normale, a destra quella scattata in modalità EXR Dynamic Range: la seconda, pur avendo risoluzione inferiore offre maggiore dettaglio e risulta inoltre molto più pulita (Fujifilm X10)

 
In modalità EXR è possibile anche forzare la gamma dinamica al massimo: il risultato sono ombre più aperte, ma con un calo della qualità generale in merito a dettaglio e pulizia dell'immagine (Fujifilm X10)

I più esperti forse però continueranno a preferire lo scatto RAW alla massima risoluzione di 12 megapixel, affidandosi poi alla post produzione per lavorare il file grezzo nella stessa direzione: i risultati sono sovrapponibili se non migliori sotto alcuni punti di vista e possono essere salvati alla risoluzione 4000x3000 pixel.

  

  
Da sinistra a destra: l'immagine JPEG della macchina, il file RAW sviluppato aprendo le ombre e contenendo le alte luci, l'immagine scattata in modalità EXR Dynamic Range (Fujifilm XF1)

Anche in questo caso la modalità EXR vince nettamente sul fronte della pulizia dell'immagine rispetto alla foto normale: sviluppando il RAW utilizzando Adobe Camera RAW è possibile recuperare luci e ombre in misura comparabile alla modalità EXR, ma per provare a raggiungere lo stesso dettaglio si incappa in una grana evidente. In quest'ultimo caso la macchina lavora molto meglio sulla definizione dei bordi e sulla pulizia delle zone omogenee.

La qualità fotografica delle sorelle della serie X si dipana lungo tutto l'arco delle sensibilità nominali: la macchina si muove a suo agio tra le sensibilità di 100 e 3200 ISO, regalando immagini perfettamente fruibili fino al valore di 800 ISO e permettendo di ottenere risultati molto buoni anche a 1600 e 3200 ISO. Qui sotto tutte particolari da immagini a risoluzione media da Fujifilm XF1 (circa 6 megapixel) tranne quella a 12800 ISO, in dimensione ridotta.

ISO 100
ISO 200
ISO 400
ISO 800
ISO 1600
ISO 3200
ISO 6400
ISO 12800

Alzando la sensibilità a 6400 e 12800 ISO le immagini non sono più disponibili alla massima risoluzione né in RAW. Le foto alla dimensione media a 6400 ISO sono ancora utilizzabili per stampe di formato non troppo grosso, mentre quelle a dimensione S (circa 3,2 megapixel) a 12800 ISO sono tranquillamente da relegare nel campo del quasi inutile.

Pagina 7 - Advanced, oltre che EXR

Una delle caratteristiche peculiari dell'accoppiata sensore CMOS e processore d'immagine EXR è anche la velocità operativa del sistema: in particolare le tre sorelle sono capaci di raffiche a 10fps in risoluzione 6 megapixel e 3,2 megapixel e 7fps a risoluzione piena. Questa caratteristica viene utilizzata oltre che per cogliere l'istante migliore di azioni veloci, per mettere a disposizione dell'utente modalità di scatto avanzate basate sulle tecnologie multiscatto.


Una veloce raffica ripresa con Fujifilm X-S1

La modalità Pro Poca Luce disponibile nel menu Advanced è forse la più utile e permette di ottenere uno scatto luminoso e stabile dalla sovrapposizione di 4 scatti, per fotografie in condizioni di scarsa illuminazione senza dover accedere a ISO troppo elevati. Si tratta di una tecnologia ormai abbastanza diffusa tra le compatte e che consigliamo di provare a chi si trova spesso a dover fronteggiare a mano libera condizioni di luce difficile.

Questa modalità trova il suo impiego principe su Fujifilm X-S1, venendo in aiuto in condizioni di scarsa illuminazione quando non si vuole rinunciare a spingersi molto in là con lo zoom. L'efficace stabilizzazione dell'ottica e la modalità Pro Low Light permettono di utilizzare la macchina al meglio delle sue possibilità anche a mano libera senza richiedere troppa esperienza.



Immagine scattata con Fujifilm X-S1 in condizioni difficili con la modalità Pro Poca Luce (Pro Low Light) che fonde una rapida raffica con tempi di scatto veloci: i risultati sono sono dettagliati come una foto con cavalletto, ma permette di ottenere ottimi risultati anche a mano libera a focali anche spinte

In questo menu Advanced troviamo anche altre modalità che mettono a frutto la raffica. La più richiesta è certamente la modalità panorama 360°, che permette di ottenere un panorama a tutto tondo semplicemente impugnando la fotocamera e ruotando su se stessi. Particolare la modalità Pro Focus che simula la resa su di ottiche luminosi su sensori di formato maggiore scattando più immagini: quella del soggetto a fuoco e quella degli oggetti posti su diversi piani fuori fuoco e fondendo poi il tutto in un'unica immagine. I risultati non sono quelli di un 85mm F1.2 su Full Frame, ma in alcuni casi, come nei ritratti, può tornare utile per aggiungere un pizzico in più di stacco dallo sfondo al soggetto.


La modalità Pro Focus sfrutta una breve raffica per simulare la resa di obiettivi luminosi su sensori di più grande formato (Fujifilm XF1)

L'utilizzo di due otturazioni successive è invece alla base delle due modalità di scatto a doppia esposizione e 3D. La prima può avere interessanti risvolti creativi, la seconda è figlia del periodo in cui il 3D sembrava la nuova tendenza, salvo poi sgonfiarsi abbastanza in fretta.


Scatto in modalità Doppia Esposizione (Fujifilm XF1)

Da ultimo nel menu troviamo anche il sottomenu che permette di scattare con filtri creativi particolari: a differenza delle simulazioni pellicola, ben raggiungibili dal menu o addirittura assegnabili a un tasto scorciatoia, i filtri creativi sono un po' nascosti. Troviamo qui i grandi classici, tra cui miniatura e Toy Camera.


Effetto Toy Camera (Fujifilm XF1)

Dal punto di vista video troviamo il supporto ai filmati Full HD 30p, ma anche VGA a 70fps, QVGA a 120 fps e 320x240 pixel a 200 fps. Come le altre fotocamere della serie X, anche Fujifilm XF1 non brilla per le prestazioni dell'autofocus: migliorato rispetto alle prime versioni nella velocità vede ancora un tasso di false messe a fuoco abbastanza evidente, soprattutto non appena la luce comincia a scarseggiare.

Pagina 8 - Fujifilm serie X: una sfida che ha rivoluzionato il mercato, ma i concorrenti hanno affilato le armi

Con la serie X Fujifilm ha certamente portato scompiglio nel mercato, sparigliando le carte in modo netto: dapprima la compatta con ottica fissa e sensore APS-C, poi le compatte con sensore più grande della media. Anche l'aura vintage dei prodotti ha avuto il suo merito nel mettere in mostra le fotocamere Fujifilm Xtra la concorrenza.

Gli altri produttori non sono però stati a guardare. Canon ha messo sul piatto G1X che utilizza un sensore CMOS poco più piccolo del formato APS-C e offre zoom 4x coprendo le stesse focali equivalenti di X10. Sony ha risposto dapprima con RX100, che adotta un sensore in formato da 1" (lo stesso formato utilizzato dalle mirrorless Nikon 1), e poi ha messo in mostra RX1, la compatta ad ottica fissa con sensore Full Frame da 24 megapixel.

Per il resto le tre compatte Fujifilm spiccano ancora in modo netto per qualità dell'immagine all'interno del mercato delle compatte, dominato da sensori in formato 1/2,3" o 1/1,7". Spiccano anche per il prezzo, che però è allineato a proposte premium come Nikon Coolpix P7700 e Canon G15, presenti in rete a partire da circa 440€.

Un posizionamento condiviso con Fujifilm X10 e XF1, mentre la superzoom X-S1 richiede un investimento superiore ai cinquecento euro. Si tratta di cifre non abbordabili alla massa, ma chi è in cerca di compatte di qualità potrà trovare nelle proposte Fujifilm delle valide candidate, anche grazie alla ampia gamma di esigenze coperta dalle caratteristiche dei tre modelli, in grado di soddisfare utenti tra loro molto differenti.

In chiusura le gallerie fotografiche delle immagini scattate durante la recensione con le tre compatte della serie X: Fujifilm X-S1, Fujifilm X10 e l'ultima nata Fujifilm XF1:

GALLERY: Fujifilm X-S1: gli scatti della recensione
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GALLERY: Fujifilm X10: gli scatti della recensione
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GALLERY: Fujifilm XF1: gli scatti della recensione
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