Pentax K200D: non chiamatela entry level

Pentax K200D: non chiamatela entry level

di Roberto Colombo , pubblicato il

“La Pentax K200D pur restando in una fascia di prezzo abbordabile offre caratteristiche di fascia superiore: display LCD sulla spalla, guarnizioni contro acqua e polvere, stabilizzatore d'immagine. La piccola di casa Pentax ci ha particolarmente convinto per qualità, eccone i motivi in questa recensione”

Impressioni d'uso

Appena presa in mano la Pentax K200D offre una buona sensazione di solidità, con un peso superiore alle proposte entry-level che fanno eccessivo utilizzo di plastica. Il telaio è costruito in acciaio inossidabile. L'ergonomia dell'impugnatura è buona e anche i comandi dedicati alla mano destra si raggiungono con sufficiente facilità. Rispetto alle reflex di fascia superiore si sente la mancanza di alcuni comandi diretti, come ad esempio quello per la regolazione della sensibilità ISO e del bilanciamento del bianco.

Queste operazioni chiedono l'accesso al menu dedicato tramite tasti Fn e successiva scelta con uno dei 5 tasti direzionali. Dopo un po' di pratica la procedura viene automatica, ma in ogni caso è un po' troppo lunga per le esigenze, ad esempio, di un pubblico professionale. Inoltre queste operazioni accendono il display, non sfruttando a pieno i vantaggi in termini di risparmio energetico ottenibili con l'uso del solo schermo LCD monocromatico sulla spalla. Quest'ultimo è invece molto comodo per visualizzare gli altri parametri di scatto senza l'accesso al display principale.

La regolazione è affidata a una singola ghiera, come tipico delle reflex di questa fascia di prezzo, l'integrazione di una seconda rotella sarebbe stata sicuramente ben gradita. La posizione del tasto di compensazione dell'esposizione, che in modalità manuale commuta la regolazione tra diaframmi e tempi, poteva essere studiata meglio, così come quella del pulsante di blocco dell'esposizione, fin troppo vicino al bordo della fotocamera.

Il mirino a pentaspecchio è sufficientemente luminoso e grande per la categoria, la copertura gommata dell'oculare è abbastanza avvolgente per offrire un appoggio comodo. La regolazione diottrica è modificabile tramite una slitta nella parte superiore dell'oculare, raggiungibile in modo comodo solo dopo aver tolto la copertura gommata. Essendo l'accesso al display posto sul retro ridotto al minimo, non è integrato nessun sensore  di prossimità nell'oculare, per lo spegnimento dello schermo.

La filosofia che sta alla base del menu non è sempre chiara e lineare e a volte ci si perde tra le varie schede alla ricerca di alcune voci. La traduzione di alcune di esse non sempre è pienamente comprensibile, anche se un rapido sguardo al manuale d'uso è in grado di chiarire tutti i dubbi. La navigazione all'interno del menu avviene sfruttando i tasti direzionali e la ghiera.

La presenza di guarnizioni nei punti critici permette di scattare sotto una leggera pioggia o in ambienti molto pericolosi senza doversi troppo preoccupare per la salute della fotocamera. Purtroppo l'obiettivo fornito nel kit base, PENTAX DA 18–55mm f/3,5–5,6, non sembra avere le stesse doti di resistenza agli agenti atmosferici, ma bisogna tenere presente che si tratta della proposta a più basso costo di tutta la serie delle ottiche Pentax.