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Pagina 1 - Kodak: la stampa è il nostro futuro
Il 2012 non si è certo aperto per Kodak in modo positivo: il quartier statunitense della multinazionale dell'imaging si è infatti trovato costretto a gennaio a dichiarare bancarotta, avvalendosi dell'amministrazione controllata e protetta del Chapter 11 della legge fallimentare USA. Come avevamo segnalato nei giorni successivi, le procedure del caso sono state applicate solamente alle attività presenti sul territorio statunitense, mentre le filiali estere vedono continuare immutato il proprio business. Un mese dopo la bancarotta Kodak aveva preso la decisione di dismettere uno dei business che l'ha resa famosa a livello mondiale, quello delle fotocamere. Ci sono altri business in cui invece Kodak continua a detenere la leadership di mercato, ambiti magari meno evidenti a primo acchito, ma in grado di generare comunque fatturati importanti. Uno di questi è certamente quello della stampa professionali. Mini-lab, chioschi, stampanti dedicate al mondo retailer, sono tutti ambiti in cui la presenza Kodak è importante e nei quali le filiali europee hanno intenzione di puntare molto. Ad esempio i chioschi per la stampa istantanea delle foto sono un mercato inventato da Kodak e nel quale l'azienda di Rochester è leader: in Europa su 8 chioschi installati, 7 sono caratterizzati dal marchio giallorosso.
Nei giorni scorsi Kodak ha tenuto un briefing con alcuni giornalisti per mettere sul piatto la strategia 2012: l'incontro è stato interessante per lo sguardo dato a questo mercato, forse poco apparente, ma ancora importante. Partiamo da un dato essenziale: al pubblico più giovane potrà sembrare che la stampa di fotografie si sia trasferita ormai del tutto online. Se questo è vero per i nativi digitali e per chi ha vissuto fin da giovani il mondo del web, discorso ben differente è quello che vede protagoniste le persone di una certa età. Pagina 2 - Portare il rullino al fotonegoziante di fiducia: un'esperienza in qualche modo ancora attuale
Per tutta una fascia di clienti la tradizione di portare le stampe al fotonegoziante è ancora ben viva. Con la stessa esperienza cliente con cui una volta si portava il rullino a sviluppare, si facevano quattro chiacchiere e si sceglieva assime al negoziante il supporto e il formato più adatti alla stampa, ora ci si reca dal fotografo di fiducia armati di scheda di memoria o chiavetta USB, zeppe di foto di nipotini, della gita della parrocchia o delle vacanze al mare. Esiste ancora in famiglia la figura che Kodak un po' scherzosamente definisce CMO, Chief Memory Officer: è la persona che si occupa di fare in modo che i ricordi della famiglia siano messi al sicuro. In passato come ora spesso è la mamma, che si preoccuppa di raccogliere le foto, stamparle, organizzarle in album o conservarle in scatole o raccoglitori. I servizi online possono sicuramente giocare sulla leva del prezzo, ma per Kodak la chiave di volta della nuova strategia è quella di rendere la stampa delle foto una 'shopping experience' aggiungendo valore all'esperienza che i consumatori possono avere all'interno del negozio. In particolare, secondo Kodak, può risultare vincente la possibilità offerta dai punti vendita di toccare con mano i possibili formati e prodotti prima di procedere alla stampa immediata delle foto. Prodotti come i fotolibri, possono avere appeal molto maggiore se maneggiati, rispetto alla semplice visione che si può avere online. Grazie alle nuove tecnologie, inoltre, un fotolibro può essere stampato nel giro di pochi minuti, senza le attese che prima spezzavano l'esperienza di acquisto.
Kodak punta a chiudere accordi anche con le catene di negozi non necessariamente legate al solo mondo della fotografia, ma anche supermercati, per l'installazione di vere e proprie isole di stampa, dove giocare con le proprie foto per comporre il proprio fotolibro in pochi minuti. Kodak punta molto anche sull'acquisto non premeditato, ma dettato dall'appeal che può avere maneggiare di persona un fotolibro, provando ad immaginarlo popolato dalle proprie foto. Pagina 3 - La gente ha voglia di stampare: anche grazie a Facebook
In questo senso il mondo del cloud può offrire nuovi orizzonti: se prima per stampare bisognava avere con sé le proprie foto, ora i chioschi sono in grado di connettersi ai più diffusi social network e servizi di photo sharing (Facebook e Picasa su tutti) per creare stampe e fotolibri direttamente dai propri album, magari sulla scia del trasporto emotivo. È possibile integrare le foto poi da chiavette USB, schede di memoria, telefoni con connettore USB, presto su connessione Wi-Fi, il tutto in piena autonomia davanti al display del chiosco. I dati USA danno nell'ultimo periodo una vera e propria impennata del numero di stampe di foto dai social network sui chioschi Kodak e la compagnia di Rochester vuole provare a portare lo stesso successo anche in Europa. La possibilità di scegliere le foto direttamente dai nostri album e comporre in pochi minuti un fotolibro potrebbe rappresentare una risposta interessante per molti utenti. Ogni anno vengono scattate nel mondo più di 500 miliardi di fotografie. Sette miliardi sono le foto caricare mensilmente su Facebook. Cinque sono i milioni di immagini caricate giornalmente su Instagram. A fare la parte del leone saranno sempre di più le foto riprese con terminali mobili, in crescita anno su anno del 10% (contro un leggero calo di quelle scattate con fotocamere, attestatesi al -1%). Le statistiche dicono anche che il 25‐40% degli utenti dei social network e il 38% degli utenti mobile ha il desiderio di stampare i propri scatti. Riuscire a portare tutte queste persone alla stampa, magari sull'onda emotiva dello shopping, è uno degli obiettivi di Kodak. La chiave di volta della strategia dell'azienda di Rochester sarà trovare il modo di avvicinare sempre di più le persone ai propri chioschi e fare in modo che l'esperienza di acquisto 'in shop' presso il fotonegoziante possa tornare ad avere un netto valore aggiunto. GALLERY: Kodak: gamma kiosk 2012 (per vedere la gallery, guardare la versione completa dell'articolo) |
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