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Pagina 1 - Introduzione Tra le varie conferme e smentite che vogliono oramai imminente la fine del formato APS-C a favore del full frame, il mercato di settore vive un periodo florido che a nostro avviso non passerà la mano tanto in fretta. A riprova di ciò possiamo osservare un continuo rinnovarsi di ottiche dedicate e anche l'uscita sul mercato di fotocamere semiprofessionali che sfruttano proprio i sensori compact. I due leoni del settore, Canon e Nikon, si sa non smettono un secondo di rincorrersi e proporre nuove tecnologie e soluzioni che portano al top la filosofia reflex. In questa recensione metteremo nella stessa arena due gioielli delle squadre bianco-rossa e giallo-nera: Canon Eos 7D e Nikon D300s. Entrambe le fotocamere sono reflex digitali di ultima generazioni basate su sensori APS-C e processori di immagine avanzati.
Vantano corpi in lega di magnesio sigillati, alta velocità di ripresa, sistemi esposimetrici e autofocus dedicati all'azione che integrano informazioni derivanti dai dati obiettivo, flash, cromatismi e contrasti della scena e gestione avanzata dell'elaborazione immagine. Pur presentandosi con risoluzioni differenti, 12,3 Mp per la D300s e 18 Mp per la Eos 7D, la loro vocazione è spiccatamente professionale. Nikon D300s è l'evoluzione del modello D300, fotocamera che si posiziona nel segmento prosumer ma che è a tutti gli effetti una professionale dagli ingombri ridotti; Canon Eos 7D nasce come diretta esigenza dei fotografi e ripristina il settore dell'amatore evoluto, colui che necessita di un corpo dalle performance professionali ma che non è disposto a sobbarcarsi la spesa di una serie 1. Entrambi i modelli integrano al loro interno il sistema di ripresa live view con AF a rilevazione di contrasto, ormai naturalmente esteso alla ripresa video in alta definizione, immancabile negli ultimi modelli DSLR proposti. Le abbiamo dotate di ottiche ultragrandangolari tra le top di gamma di ogni scuderia e ve le presentiamo in una battaglia che, come potete scoprire, lascerà spazio solo a due o tre mosse decisive. Pagina 2 - Presentazione: Nikon D300s Nikon D300s è l'evoluzione del modello Nikon D300, con esso condivide la risoluzione e tipologia del sensore DX, il modulo esposimetrico e il solido sistema AF Multi-CAM 3500 che fa la gioia di tutti i Nikonisti e l'invidia di chi non possiede 51 punti di messa a fuoco da sfruttare a piacere. Le novità sostanziali mettono in campo il sistema live view con messa a fuoco a rilevazione di contrasto oppure quick AF a rilevazione di fase con abbassamento dello specchio. Le potenzialità Live view sono state ampliate alla ripresa video permettendo di girare filmati in qualità HD alla risoluzione di 1280x720 p a 24 fps; la traccia audio viene registrata sia dal microfono integrato nel corpo macchina, sia attraverso il microfono stereo esterno opzionale, collegabile tramite un apposita presa jack.
Esteriormente, le differenze rispetto al modello D300 sono esigue e si concentrano sulla presa terminale remoto a dieci poli disposta al di sotto della presa syncro flash, entrambe protette da coperture gommate.
Ciò che lascia trasparire l'integrazione video all'interno della fotocamera viene scoperto sotto la protezione gommata che cela la presa per microfono esterno e la presa HDMI, oltre agli inserti per alimentazione remota, USB 2.0 e jack femmina A/V out. Come nel modello precedente l'impugnatura è estremamente confortevole e le parti gommate offrono un ottimo grip.
Aprendo il vano schede di memoria ci si rende conto che lo sportello è stato modificato con un sistema più economico rispetto al precedente, ma la presenza di due slot dedicati rispettivamente per schede CF e schede SD/SDHC lascia decisamente soddisfatti.
Il dorso della fotocamera raccoglie, attorno allo schermo lcd da 3" e 920.000 punti, molti dei pulsanti di controllo e revisione delle immagini. Un pulsante AF-On è dedicato alla messa a fuoco durante le riprese Live view o video. Il monitor garantisce un angolo di visione di 170° e il vetro temprato ne assicura una resistenza ed una durata superiore. Come tutti i modelli reflex Nikon non manca di fornire la copertura plastica del display. Pagina 3 - Presentazione: Nikon D300s parte II Sulla spalla destra e sinistra si raccolgono i pulsanti di accesso alle funzioni di maggiore utilizzo: sensibilità ISO, bilanciamento del bianco, qualità immagine e velocità di scatto che sulla D300s si attesta a 7 fps, valore che sale a 8 fps con battery pack opzionale.
Il display retroilluminato sulla spalla destra contiene le informazioni di scatto, qualità immagine, raffica, modalità esposimetrica, livello batteria e programma in uso. Raccolti attorno al pulsante di otturazione troviamo il tasto di modifica del programma di ripresa e il pulsante di compensazione esposizione. Il selettore di accensione e spegnimento concentrico all'otturazione, consente tempi di risposta molto elevati.
Sopra la calotta che protegge il pentaprisma è integrato il flash a scomparsa che copre un angolo di campo di campo equivalente a quello offerto da un obiettivo da 16 mm, aspetto molto interessante per un illuminatore a scomparsa poter supportare focali grandangolari. Sotto la scocca in abs, contenuti nel corpo in lega di magnesio troviamo il cuore e il cervello della fotocamera, rispettivamente il sensore CMOS DX di Nikon da 12,3 Mp e il processore Expeed di ultima generazione. Il sensore è corredato da un convertitore analogico/digitale a 14 bit, successivamente alla conversione, il flusso dati viene trattato interamente a 16 bit attraverso un processo che vede impegnati tre differenti blocchi di elaborazione:
Un ulteriore aspetto permesso dal processore Expeed è l'eliminazione delle aberrazioni cromatiche laterali indipendentemente dal tipo di obiettivo utilizzato. L'analisi viene effettuata sull'immagine e non a partire dai dati dell'obiettivo, risultando così applicabile anche a quei vetri che non sono dotati di CPU. Le sensibilità di lavoro si estendono da 200 a 3200 ISO e possono essere espanse verso il basso fino a 100 ISO così come verso l'alto arrivando a 6400 ISO. Prima di iniziare un analisi più approfondita riportiamo in tabella le principali caratteristiche come specificato dal produttore:
Pagina 4 - Presentazione: Canon Eos 7D Canon Eos 7D non deve essere confusa con un upgrade del modello Eos 50D. È una fotocamera DSLR che occupa una fascia di mercato diversa e che offre funzionalità al di sopra della serie Eos xxD pur non arrivando a competere con la serie 1D. Canon ha voluto riproporre il settore Advanced Mid Range, che raccoglie sia i professionisti che necessitano di un secondo corpo leggero, che gli amatori con una avanzata tecnica fotografica che necessitano di un corpo performante ma non sono disposti ad affrontare la spesa di una serie 1.
A dispetto del nome, Canon Eos 7D non presenta un sensore full frame come si potrebbe pensare ma propone un nuovo sensore APS-C completamente riprogettato per supportare una risoluzione decisamente elevata, 18 Mp, e nel contempo offrire una resa qualitativa e di contenimento del rumore che ne giustifichino l'esistenza. Dobbiamo ammettere che durante l'anteprima milanese, una tale concentrazione di fotodiodi ci aveva lasciati perplessi e nonostante le funzionalità di spicco che andremo ad elencare, eravamo molto dubbiosi proprio sul comportamento ad alte sensibilità ISO.
Le novità sono molte e stringono la distanza con il gap che separava la serie semiprofessionale di Canon dalla concorrente Nikon, un passo avanti sul fronte autofocus e gestione flash, tanto per citare due aspetti che saltano subito all'occhio. Canon Eos 7D è nata a seguito di un questionario rivolto a 5000 fotografi in tutto il mondo che ruotava attorno alla domanda base. "Cosa vorreste all'interno della vostra reflex?" La risposta è stata concretizzata in un sensore da 18 Mp capace di contenere in maniera adeguata l'insorgenza di rumore elettronico, un autofocus veloce e versatile che permettesse di minimizzare gli scatti fuori fuoco anche in condizioni difficili, un elettronica potente in grado di elaborare flussi dati a 14 bit e gestire la ripresa video FHD, elevata qualità del file immagine e personalizzazione di molte funzioni.
In sintesi il sensore CMOS adottato sulla 7D è stato progettato a partire dalla tecnologia gap-less già adottata per Eos 50D ma, riduce le dimensioni delle microlenti e la distanza che queste hanno dai fotodiodi permettendo una migliore distribuzione della luce. Attorno al sensore ruotano due processori DiGiC IV che assolvono l'elaborazione immagine e permettono di processare il segnale mantenendo un buon rapporto SNR.
Nuovo anche il mirino che vanta una copertura integrale con rapporto di ingrandimento 1:1 e presenta una matrice attiva personalizzabile in modo da ottenere in sovraimpressione all'inquadratura le informazioni di maggiore interesse. Il sensore esposimetrico è stato rinnovato e si basa sul sistema di lettura iFCL a 63 zone che lavora a stretto contatto con le informazioni derivate dall'obiettivo e dal sensore di messa a fuoco. Anche quest'ultimo finalmente viene ottimizzato e propone 19 punti di messa a fuoco a croce compresa la rilevazione spot e quella a zone. Le modalità di lettura AF possono essere selezionate dall'utente e regolate finemente: 7D è la prima Eos non appartenente alla serie 1 cui sia stata assegnata una CPU dedicata al sistema AF. Citiamo ancora alcune delle funzioni della Eos 7D e lasciamo la descrizione di corpo e comandi all'articolo di anteprima pubblicato lo scorso mese. Sistema Live view con AF a rilevazione di contrasto oppure quick AF a rilevazione di fase con abbassamento dello specchio, livella elettronica su due assi, capacità di registrare filmati FHD con presa microfono esterna opzionale e transmitter flash ad infrarossi integrato completano il quadro di insieme della nuova nata in casa bianco rossa.
Pagina 5 - Faccia a faccia: corpo macchina
Le due fotocamere mostrano esternamente la stessa dose di muscoli con dimensioni e pesi comparabili, senza batteria e scheda di memoria il peso si attesta poco sopra gli 800 g. Display generosi da 3" ad alta risoluzione e una grande cura per l'ergonomia hanno definito le posizioni di tasti e comandi che consentono di non staccare mai l'occhio dal mirino. Entrambe presentano una doppia ghiera per la gestione dei parametri di apertura e velocità di otturazione, sul vertice dell'impugnatura troviamo quella raggiungibile con l'indice e sul dorso quella raggiungibile con il pollice. Nikon lascia spazio ad un maggior numero di selettori a leva mentre Canon demanda all'uso di tasti ed interfaccia grafica a menu o su display le medesime funzioni. Sia Eos 7D che D300s sono equipaggiate con un joystick che consente la navigazione dei menu e lo scorrimento delle immagini in revisione. A nostro avviso, Canon ha fatto un buon lavoro sul pulsante di attivazione del Live view posto alla destra dell'oculare: grazie al selettore concentrico diventa semplice ed immediato scegliere la ripresa foto oppure video. Al contrario Nikon necessita di entrare nel menu per eseguire tale operazione.
Entrambe sono costruite attorno ad uno scheletro in lega di magnesio sigillato contro gli agenti atmosferici e protetto da infiltrazioni di umidità e polvere da guarnizioni gommate in concomitanza degli inserti batteria, schede di memoria e moduli aggiuntivi. Non possiamo dire che si tratti di una vera e propria tropicalizzazione ma gli accorgimenti progettuali adottati permettono tranquillamente di scattare sotto una pioggia leggera.
Le frecce rosse indicano le protezioni contro le infiltrazioni di umidità e polvere, in verde sono esplicitate posizione e tipologia degli slot delle schede di memoria È osservando le guarnizioni che ci si rende conto della diversa dotazione di slot che equipaggia le fotocamere: Nikon presenta oltre all'inserto per schede Compact Flash, anche un inserto dedicato per schede SD/SDHC; Canon al contrario riporta unicamente lo slot per schede CF. Questo aspetto non è di certo essenziale per un migliore funzionamento della fotocamera ma concede a Nikon l'indubbio vantaggio di poter sfruttare al meglio la gestione dello storage: da menu infatti è possibile decidere se usare una scheda in sequenza all'altra, una volta che la prima viene riempita; se si sta scattando in Raw+Jpeg è possibile assegnare la registrazione NEF alla scheda CF e i corrispettivi Jpeg alla scheda SD. Ancora, possiamo pensare di dedicare una scheda alla registrazione video e la rimanente alla registrazione foto. Pagina 6 - Prova sul campo La qualità immagine dei due sistemi è elevata e non delude: se da un lato Canon propone un'ottima resa delle sfumature colore, dall'altro Nikon lascia maggiore leggibilità di particolari anche anche se con una grana più pronunciata. Vediamo in dettaglio il comportamento delle due fotocamere che sono state fatte lavorare in modalità Program e in priorità dei diaframmi, le condizioni luminose non sono sempre state delle migliori ma questo ha permesso di mettere alle strette i due sistemi sulla resa del colore, luminosità della scena e leggibilità di alte luci ed ombre.
La lettura esposimetrica dei sistemi Color 3D di Nikon e iFCL di Canon lasciano largo spazio al fotografo per concentrarsi sulla inquadratura, la scena risulta infatti bilanciata e il controluce non crea problemi di sottoesposizione o desaturazione come spesso avviene in queste condizioni. Le immagini della tabella sono cliccabili ed è possibile indagare come la leggibilità delle zone d'ombra, ad esempio nella seconda fotografia, metta mano alla gamma dinamica proposta dai sensori DX e APS-C.
Nikon privilegia la lettura delle alte luci mentre Canon lascia maggiore apertura delle ombre. Quando le condizioni sono limite è possibile fare ricorso alla modalità D-lighting di Nikon e Ottimizzazione automatica della luce di Canon per modificare la curva di acquisizione e dare maggiore leggibilità agli estremi dell'istogramma. Nel seguente set up allestito in studio sono stati eseguiti tanti scatti quanti concessi dai livelli di lavoro di ogni algoritmo.
Come è possibile leggere a partire dall'istogramma, l'algoritmo D-Lighting di Nikon effettua una modifica della curva di acquisizione in modo da rendere maggiormente leggibili le le ombre. Nella foto iniziale con D-Lighting disattivato, l'istogramma spostato a sinistra con una lunga coda a destra mostra una sottoesposizione che pregiudica la lettura dei mezzi toni scuri, aumentando gradualmente l'intensità dell'algoritmo, i valori prossimi allo zero vengono ridotti di intensità e la curva subisce una traslazione che porta ad un migliore contenuto informativo.
Anche Canon propone una modifica della curva quando viene attivato l'algoritmo di ottimizzazione automatica della luce: il contributo sembra inferiore a quanto offerto dalla funzione D-Lighting di Nikon ma la base di partenza offre già una buona lettura anche se con una evidente saturazione del sensore in corrispondenza delle alte luci.
La qualità di immagine e la lettura dei particolari è elevata su entrambi i modelli ma permette a Canon di offrire una maggiore precisione dei dettagli grazie all'elevata risoluzione che arriva a 18 Mp contro i 12,1 Mp di Nikon. Le immagini risultano quindi più "croccanti" per la Eos 7D mentre rimangono morbide su D300s. Pagina 7 - Prova sul campo, parte II Ovviamente non abbiamo agito sui preset colore lasciando che fosse l'impostazione standard ad essere messa a confronto. Sia Nikon che Canon permettono di modificare i livelli di saturazione, contrasto e nitidezza attraverso l'uso di Picture Style e Preset Colore, oppure agendo manualmente:
Pagina 8 - Prova sul campo: analisi del rumore Come di consueto analizziamo il comportamento del sistema sensore, elettronica di gestione immagine attraverso l'analisi del rumore alle Gretag Macbeth mentre sfrutteremo le mire ottiche per valutare la nitidezza del sistema obiettivo, sensore, elettronica di gestione immagine. Iniziamo analizzando il comportamento alle Gretag Macbeth:
Dando una rapida occhiata agli ingrandimenti al 100% delle Gretag ci si rende subito conto che un aspetto comune ad entrambe le reflex è il basso contributo di cromatismi fantasma che viene sofferto man mano che si alza la sensibilità. La grana che diviene visibile a partire da 3200 ISO per Nikon e 6400 ISO per Canon rimane fine e ben distribuita per entrambi i modelli rendendo tali valori perfettamente utilizzabili in fase di stampa. Canon guadagna uno stop potendo salire fino a 12800 ISO ma perde nitidezza a tale sensibilità, impastando l'immagine. Possiamo dire che entrambe le case possono permettersi di alzare la sensibilità di lavoro tranquillamente a 400 ISO per potersi poi spingere in sicurezza fino a 3200 ISO. Un altro aspetto da sottolineare è che pur presentando valori di risoluzione differente, l'algoritmo di demosaicing di casa Nikon lascia insorgere grana circa uno stop prima di quanto faccia Canon ma conserva una migliore lettura dei dettagli immagine, come se l'elaborazione effettuata dal processore DiGiC IV per poter contenere il rumore induca leggermente morbidezza. I riquadri che riportano le sigle anziché gli ingrandimenti sono contraddistinti dagli acronimi "n.a." ovvero "non acquisito" oppure "n.d.", ovvero "non disponibile", che stanno ad indicare rispettivamente un valore di sensibilità raggiungibile dalla fotocamera ma non utilizzato in fase di test, e un valore di sensibilità che non è fisicamente raggiungibile dalla fotocamera. Le prove eseguite poco sopra hanno spinto la sensibilità ISO fino ai valori massimi senza fare ricorso agli algoritmi di riduzione del rumore studiati appositamente per contenere la grana che viene sviluppata a tali valori. Nella seguente tabella vi proponiamo un confronto a partire da 1600 ISO sull'effettivo contributo fornito da tali algoritmi.
L'algoritmo di riduzione del rumore di Canon per alte sensibilità funziona egregiamente permettendo di recuperare pulizia senza ledere troppo alla definizione dei particolari, aspetto che viene invece enfatizzato dalla D300s. Il livello di rumore rimane comunque più contenuto per la Advanced Mid Range bianco rossa ma le differenze con la D300s sono trascurabili in sede di stampa. Entrambi i modelli propongono tre valori di intensità dell'algoritmo impostabili dall'utente. Il confronto alle mire ottiche non ha senso se effettuato senza tenere presente che le risoluzioni native delle due reflex sono differenti, fornisce però un idea del grado di nitidezza di ogni singolo modello che può risultare utile per avere un quadro di insieme nel confronto tra i due apparecchi.
Ciò che risulta dallo studio alle mire ottiche è un comportamento similare tra i due sistemi che mantengono il valore massimo di nitidezza fino a 800 ISO per poi decrescere gradualmente con una comparsa di moirè che pregiudica la lettura delle mire fino al valore di massima sensibilità. Per ogni valore ISO sono state acquisiti cinque stop di apertura in modo da essere sicuri di leggere il massimo potere risolvente proposto dagli obiettivi in dotazione. Questo modalità di lavoro ha messo in luce la qualità dei due vetri che mantengono un comportamento costante a tutte le focali con un leggero decremento per quanto riguarda il Canon 16-35 mm alla focale 35 mm. Canon Eos 7D equipaggiata con lo zoom EF 16-35 mm F/2,8 L USM ed il sensore da 18 Mp sfoggia il valore di 2368 LW/PH per poi decrescere a 1647 LW/PH a 12800 ISO; Nikon segue un andamento similare che si discosta di circa due coppie di linee pari per millimetro da Canon, Nikon D300s è equipaggiata con uno zoom 12-24 mm F/4 G ED e mostra 1947 LW/PH come massimo valore di nitidezza per poi decrescere a 1758 LW/PH alla sensibilità di 6400 ISO. Pagina 9 - Prova sul campo: autofocus Purtroppo il tempo a nostra disposizione per eseguire prove e test sui due apparecchi è stato breve, il comportamento sul campo è quello che alla fine restituisce le maggiori sensazioni a caldo, rimanderemo ad un prossimo futuro una analisi più approfondita. L'occasione per testare l'efficacia dei sistemi AF è stata una amichevole partita di tennis che gli amici di HWUpgrade, Antonio e Laura, hanno offerto come base di lavoro e alcuni test in velocità durante la fase di avvicinamento di un treno alla banchina . Le condizioni di luce sono pessime: cielo velato e campo in ombra aperta poichè posto alle spalle di un palazzo, il tardo pomeriggio nuvoloso ha imposto una dominante colore fredda. Le fotocamere sono state impostate in modo da acquisire scatti alla massima velocità di raffica concessa, con modulo AF regolato sull'inseguimento predittivo del soggetto e lettura a matrice. La focale grandangolare ci ha spinto a scattare durante le corse da fondo campo fino a rete per raccogliere palle corte ed analizzare così quante immagini vengono mantenute a fuoco per ogni raffica eseguita. Nelle prove sulla ferrovia, il test consisteva nel riuscire a mantenere agganciato il soggetto che si avvicinava frontalmente alla fotocamera.
Passando con il mouse sopra ogni miniatura potrete visualizzare un ingrandimento dell'immagine originale. La sequenza scattata dalla Eos 7D inizia con un un'immagine fuori fuoco, dovuta al rapido cambio di inquadratura rispetto al momento precedente. Il secondo fotogramma vede il soggetto correttamente a fuoco e tale rimane fino alla conclusione della sequenza, anche quando la rete entra nell'inquadratura occupando dal primo piano allo sfondo. La reattività e accuratezza del sistema AF Canon ci ha soddisfatto anche in altre sequenze in cui i giocatori eseguivano scarti laterali o non seguivano una traiettoria costante. La focale grandangolare diventa in questo caso un arma a doppio taglio poichè permette di allungare molto i piani immagine tra loro ma propone una profondità di campo molto elevata anche a bassi valori di apertura. Questo comporta una difficile definizione di cosa si trovi effettivamente a fuoco o fuori fuoco. D'altra parte una maggiore porzione di spazio viene inquadrata e all'interno di questa trovano posto molti più elementi di disturbo che potrebbero mandare in crisi il sistema AF. Stesso discorso possiamo fare anche per Nikon che adotta il 12-24 mm, non una immagine è stata persa impostando la priorità alla messa a fuoco ma dobbiamo ammettere che spesso il tempo di attesa per recuperare il fuoco corretto era abbastanza elevato. Questa caratteristica si riduce man mano che stringiamo sul soggetto, ad esempio adottando la focale da 50 mm. Il treno rimane agganciato senza problemi anche quando è lanciato ad alta velocità.
Non possiamo dare un giudizio quantitativo sulla bontà dei sistemi AF proposti dalle due reflex ma possiamo affermare che qualitativamente non lasceranno deluso chi vuole cimentarsi in scatti di azione. Per entrambi i modelli è necessario un periodo di educazione dell'operatore che deve comprendere bene le modalità di lavoro impostabili da menu in maniera da ottenere i risultati migliori per le differenti occasioni di scatto e la tipologia di obiettivo montato. Pagina 10 - Prova sul campo: ripresa video La funzione live view che accompagna la dotazione di entrambe le DSLR che stiamo testando è stata estesa alla ripresa video in formato HD per quanto riguarda Nikon D300s e in formato FHD per quanto riguarda Canon Eos 7D. Tra le due fotocamere esistono altre differenze sul fronte della ripresa video che non si riducono solamente alla qualità finale tra FHD e HD. Canon sfrutta la codifica H.264 mentre Nikon il formato AVI motion JPEG, Canon lascia la possibilità di registrare senza interruzioni per un tempo pari a 29 minuti e 59 secondi mentre Nikon riduce tale periodo a soli 5 minuti. A livello di occupazione della memoria, la massima dimensione del file concessa da Canon e di 4 GB mentre Nikon ammette solo 800 MB. L'utilizzo di ottiche con una grande apertura permette di effettuare cambi di fuoco che generano effetti cinematografici altrimenti non ottenibili se non utilizzando attrezzature professionali ben più costose. La creatività dell'operatore/fotografo ha piena libertà d'azione, di fatti entrambe le reflex permettono di registrare video sia in automatismo che in manuale, anche se dobbiamo sottolineare come l'utilizzo di un frame rate costante non permetta di intervenire sui tempi di acquisizione della D300s ma lasci spazio alla sola gestione dell'apertura di diaframma fino a F/16.
Di seguito vi proponiamo due brevi filmati da scaricare: i video girati rispettivamente con Nikon D300s e Canon Eos 7D mostrano una ripresa a mano libera sfruttando la messa a fuoco automatica basata sulla rilevazione del contrasto. Decisamente migliorato il sistema AF a rilevazione di contrasto di Canon, seppur non una soluzione definitiva, risulta decisamente più rapido e accurato di quanto proposto in precedenza. Scarica il filmato in HD girato con la fotocamera Nikon D300s Scarica il filmato in FHD girato con la fotocamera Canon Eos 7D I risultati ottenuti tramite ripresa video mostrano con evidenza lo scarto tra i due sistemi su questo fronte: Canon propone un file nitido e dalle parvenze tridimensionali, Nikon rimane indietro con un file che seppur luminoso non mantiene nitidezza e soffre pesantemente l'editing eseguito dal DSP. L'insorgenza di moirè che ne deriva e la compressione forse eccessiva pregiudica la qualità finale del video prodotto da Nikon D300s. Pagina 11 - Conclusioni Premesso che il tempo a nostra disposizione per poter mettere a confronto le due fotocamere è stato molto ristretto e ci riserviamo maggiori approfondimenti prossimamente, quello che è possibile concludere da questa comparativa "volante" è sicuramente un apprezzamento ad entrambi i sistemi. Canon e Nikon hanno saputo destreggiarsi bene con corpi macchina non espressamente dedicati al professionista ma che non sfigurerebbero nella borsa di quest'ultimo. Anzi, molti fotografi scelgono proprio un corpo APS-C per i costi inferiori ad una professionale e il vantaggio dato da una migliore trasportabilità. Le prestazioni offerte staccano il resto della concorrenza: velocità di raffica, risoluzione spaziale, contenimento del rumore e leggibilità delle zone di transizione sono alcuni dei punti forti che mettono, a ragione, Canon Eos 7D e Nikon D300s sul podio. Già, sul podio in due si sgomita e uno dei contendenti rischia di cadere. Prima di fare le considerazioni finali riguardanti le due reflex, è bene sgombrare ogni dubbio e mettere sul piatto della bilancia che chi scrive è un Canonista da diversi anni: questa precisazione viene fatta giusto per chiarezza espositiva e per una più obiettiva lettura delle conclusioni. Vorrei che questa affermazione non venga confusa con una simpatia verso un determinato marchio ma che, per ovvie ragioni, porta ad avere maggiore dimestichezza con un determinato sistema che viene utilizzato regolarmente ogni giorno. Appena presa in mano Nikon D300s risulta estremamente confortevole nell'impugnatura, dopo poco tempo necessario a prendere confidenza con i comandi, l'utilizzo è rapido e la personalizzazione di gran parte dei pulsanti permette di scegliere la configurazione più adatta alle proprie esigenze. Canon 7D su questo fronte rimane più rigida obbligando il fotografo a piegarsi alle impostazioni d'uso della fotocamera stessa. Entrambi i sistemi restituiscono file puliti e luminosi, il sistema di lettura esposimetrica di Nikon e il nuovo sistema iFCL di Canon rispondono bene alle condizioni di luce limite, gestendo in maniera ottimale i contrasti elevati ed il controluce. A nostro avviso Canon riesce a risolvere con successo le situazioni di luce mista con un controllo del bilanciamento del bianco decisamente più accurato di quanto offerto dall'avversaria. Nikon ha implementato a livello di elaborazione immagine un algoritmo in grado di compensare il fringing nelle immagini, problema che non abbiamo infatti riscontrato con D300s ma che al contrario ha fatto la sua comparsa con Eos 7D. D'altra parte Canon ha superato brillantemente la prova moirè. Come hanno esplicitato le prove eseguite alle mire ed alle Gretag, entrambe le reflex consentono di lavorare senza problemi ad ISO elevati, il contributo di cromatismi fantasma è decisamente ridotto ed il comportamento dei due sistemi si differenzia molto a livello di processing dell'immagine in macchina: Canon offre un estensione di sensibilità che raggiunge i 12800 ISO, valore rumoroso ma utilizzabile; Nikon estende fino a 6400 ISO proponendo una grana della stessa consistenza di quella prodotta dalla massima estensione Canon ma che viene caratterizzata da una migliore conservazione dei dettagli. L'immagine è più rumorosa ma al tempo stesso rimane definita, Canon al contrario produce un file meno rumoroso ma che acquista morbidezza a causa dell'algoritmo di elaborazione. Lo stesso aspetto si ripropone invertito utilizzando l'algoritmo di riduzione del rumore ad alti ISO. In questo caso la riduzione del rumore effettuata da Nikon è molto più distruttiva di quanto eseguito da Canon: in particolar modo adottando il valore di riduzione "Elevato", ovvero il massimo disponibile, Nikon porta ad un impasto dell'immagine che perde in gran parte il profilo degli oggetti. Non è questo il luogo per definire quale approccio sia il migliore anche perchè ogni fotografo segue in seconda battuta il proprio workflow di post produzione. È bene però precisare tali modalità di lavoro che possono, sotto determinate condizioni, pregiudicare la qualità e la leggibilità dell'immagine. Canon ci ha lasciato felicemente colpiti dal comportamento del nuovo sensore sviluppato a partire dalla tecnologia gapless che adotta però un approccio progettuale diverso dal passato. Se alla presentazione della macchina eravamo scettici riguardo la risoluzione di 18 Mp su un sensore Compact, la prova dei fatti ha dato ragione ai tecnici EOS. Nikon soffre infatti di una risoluzione ridotta rispetto alla 7D ma non per questo abbiamo notato una minore risposta di Canon alle sfumature colore o nella luminosità del file. Un maggiore risoluzione torna utile durante le operazioni di crop ma eseguendo una stampa ai dati di targa entrambe le fotocamere hanno Mp da vendere. Sistema autofocus solido per entrambe le fotocamere, Nikon non aveva nulla da dimostrare grazie all'affidabile Multicam 3500, anzi ha messo alla prova il nuovo sistema Canon che sembra aver mutuato molti aspetti dalla collega giallo-nera. La diversità degli approcci possibili che il fotografo può impostare in macchina obbliga ad una chiara conoscenza degli algoritmi di predizione adottati ed alle opzioni ad essi correlati. Impostare in maniera corretta la messa a fuoco predittiva può risultare una operazione non scontata che se fatta male può portare anche a risultati scadenti. Sul fronte video Canon rimane avanti all'avversaria per via del pieno controllo manuale sulle impostazioni di ripresa ed alla qualità di registrazione Full HD. Nikon non riesce a stare al passo dell'avversaria proponendo un file video di bassa qualità caratterizzato da una forte presenza di artefatti. Ulteriore aspetto da non tralasciare è l'adozione del controller flash direttamente in macchina per la Eos 7D: è possibile infatti comandare via wireless i flash dedicati della serie speedlite sia in modalità E-TTL II che in manuale. Mirino a copertura integrale e bolla di livello virtuale sono innovazioni che fanno comodo e Canon ha saputo implementarle tralasciando però un aspetto cui Nikon ha dato molto peso quale è la possibilità di un editing veloce delle immagini direttamente in macchina. Menu di dubbia utilità per un corpo semipro ma comunque presente e che restituisce un valore aggiunto alla fotocamera. In fin dei conti D300s e Eos 7D sono due fotocamere che giocano bene le proprie carte e vanno ad occupare una fascia di mercato limite che lascia pieno accesso all'amatore evoluto e permette al professionista di risparmiare senza pagare lo scotto di una perdita di qualità. Strategia di certo non scelta a caso dalle due rispettive case che godranno di un buon rientro economico da questi modelli. Un giudizio personale ma non per questo meno obiettivo lo fornisco nella risposta ad una domanda retorica: "Compreresti una Canon Eos 7D?" La risposta sarebbe positiva se stessi cercando una DSLR posizionata nel segmento di fascia alta APS-C per via dell'innovazione e dei risultati proposti. "Compreresti una Nikon D300s?" La risposta sarebbe positiva se stessi cercando una reflex di fascia alta APS-C per via dei risultati proposti. Tirate le somme conclusive Canon Eos 7D si posiziona un passo avanti a Nikon D300s, senza nulla togliere alla qualità fotografica proposta da questa reflex: la comparativa ha messo in luce alcune differenze lievi nel comportamento sul fronte del rumore e altre più marcate sulla ripresa video. Questo articolo non ha potuto purtroppo esaurire tutte le questioni e gli aspetti tecnici che avrebbero preso tranquillamente lo spazio di due o tre recensioni per essere approfondite in maniera esaustiva. L'invito rivolto ai lettori è quello come sempre di analizzare non solo il corpo macchina ma anche l'intero corredo che ruota attorno a quest'ultimo. Chi arriva da una esperienza reflex digitale ha certamente una predisposizione e le idee più chiare per valutare un nuovo corpo macchina. Chi al contrario si affaccia al mondo reflex oggi e non deve fare i conti con un corredo di lenti magari costruito negli anni, possiede il vantaggio di poter scegliere quale casa costruttrice avvicinare per il suo primo acquisto importante. Quello che avete letto in questo articolo sono le impressioni a caldo di una tre giorni dedicata a prendere confidenza e a confrontare queste due fotocamere. La riduzione ad una comparativa di questo tipo speriamo possa essere utile ad orientare le scelte o le domande riguardanti queste due reflex. Pagina 12 - Galleria Immagini GALLERY: Comparativa Canon Eos7D-Nikon D300s (per vedere la gallery, guardare la versione completa dell'articolo) |
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