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Pagina 1 - Introduzione
Quando venne lanciata la Eos 40D, nell'agosto del 2007, in molti si chiesero quali furono le effettive innovazioni rispetto al modello precedente Eos 30D. Canon aveva aspettato più di un anno per rinnovare il segmento prosumer e la scelta di adottare il live view divise gli appassionati della casa bianco rossa tra i delusi e gli entusiasti. A distanza di 12 mesi dal lancio della Eos 40D ecco sui banchi dei negozianti l'evoluzione della specie, ovvero la Canon Eos 50D, che promette un balzo in avanti dal punto di vista tecnologico. Il mondo reflex digitale odierno si è fatto più attento agli aspetti di contenimento del rumore, resa alle alte sensibilità e capacità di riprodurre sfumature colore aumentando la resa cromatica, aspetti tenuti in considerazione da tutti i produttori, Canon compresa. Nelle prossime pagine analizzeremo una delle novità più importanti, rintracciabili a livello del sensore CMOS APS-C da 15,1 Mp. Anticipiamo come Canon abbia concentrato i propri sforzi nella realizzazione di un sensore "gapless", studiato per minimizzare gli spazi tra un fotodiodo e l'altro, ovvero gli elementi sensibili che formano il sensore stesso. Processore di immagine DiGiC IV, nove punti di messa a fuoco e una velocità di scatto di 6,3 fps sono solo alcune delle ulteriori caratteristiche della nuova prosumer Canon che andremo a scoprire lungo questa recensione. Pagina 2 - Corpo e comandi
Canon Eos 50D risulta più leggera di qualche grammo rispetto alla sorella Eos 40D: il peso del solo corpo con batteria è di 822 g e le dimensioni in millimetri si attestano a 146x108x74 mm. L'impugnatura è buona anche per chi ha le mani grandi, l'inserto sagomato in gomma antiscivolo è afferrabile con medio, anulare e mignolo mentre l'indice rimane libero di accedere ai comandi sull'impugnatura e sulla spalla. La superficie coperta in gomma antiscivolo è estesa anche sul dorso, consentendo un agevole presa con il dito pollice. Il modello che abbiamo ricevuto in prova ci è stato fornito con l'obiettivo EF 18-85 IS F/4-5,6 USM, che sbilancia leggermente la fotocamera in avanti ma riesce comunque a cadere bene in mano. Lo scheletro in lega di magnesio della 50D non è tropicalizzato ma presenta una protezione alle infiltrazioni di polvere e umidità tramite l'adozione di guarnizioni nei punti maggiormente sensibili; i vani contenenti batteria e scheda di memoria sono provvisti di una spugna lungo la battuta dello sportellino.
Il dorso ospita lo schermo lcd da 3" e 920.000 punti: grazie ad un trattamento antiriflesso doppio strato, risulta mediamente leggibile anche all'aperto con un angolo di campo di 160°. Abbiamo avuto la possibilità di testare come le macchie di unto sulla superficie esterna pregiudichino in maniera rilevante la visibilità. La luminosità del display è regolabile lungo sette valori. La disposizione dei comandi è identica a quella adottata dalla 40D: sotto il display prendono posto i pulsanti di accesso a revisione, cancellazione, INFO, Picture Style e FUNC. La ghiera di selezione ed il joystick trovano spazio sul lato destro del monitor, mentre il tasto di accesso al menù ed alla funzione Pict-bridge si trovano sulla sinistra del mirino. Pulsante di messa a fuoco in modalità live view e pulsanti di selezione dei punti messa a fuoco e blocco dell'esposizione sono raggiungibili con il pollice e posti sull'angolo in alto a destra del corpo macchina.
La parte superiore della fotocamera vede sulla spalla sinistra la ghiera di selezione delle modalità di scatto e sulla spalla destra il display superiore ed i pulsanti di scatto, illuminazione, bilanciamento del bianco/modalità di lettura esposimetrica, modalità autofocus e selezione iso/compensazione dell'esposizione. La slitta a contatto caldo per il flash esterno ha un nuovo zoccolo che facilita l'inserimento dell'illuminatore cobra.
Sul lato sinistro della fotocamera sono posizionati il pulsante che alza il flash integrato e più in basso il pulsante di previsualizzazione della profondità di campo. In mezzo a questi trova posto il tasto di sgancio della baionetta dell'obiettivo. Sotto due guarnizioni gommate, gli accessi video, HDMI, USB, scatto remoto e presa PC.
Pagina 3 - Corpo e comandi - 2 Il vano sul lato destro della fotocamera accoglie schede compact flash ed è protetto dalle infiltrazioni di sporco ed umidità da una battuta in spugna visibile nel quadrato ingrandito.
La parte inferiore della fotocamera è predisposta per l'alloggiamento della batteria ricaricabile agli ioni di litio BP-511A; anche i modelli BP-511, BP-512 e BP-514 sono utilizzabili e correttamente supportati. Inoltre, coperta da una guarnizione removibile in gomma, troviamo anche la presa per il connettore wireless opzionale WFT-E3/E3A. Nella seguente tabella riportiamo le informazioni tecniche riguardanti la Canon Eos 50D, così come specificate dal produttore:
Pagina 4 - Corpo e comandi - Menu
La ghiera delle modalità di scatto è comprensiva dei programmi automatici così come di quelli semiautomatici; rispetto ai modelli precedenti si arricchisce anche della modalità CA (Creative Auto). Tale modalità di ripresa consente all'utente meno esperto di poter regolare i parametri di scatto quali attivazione flash, profondità di campo e luminosità della scena e picture style, da un pannello mostrato a schermo e navigabile attraverso il joystick.
I menù a schede sono organizzati bene e facilmente fruibili, apprezziamo in particolar modo la divisione in sottocartelle delle funzioni personalizzate; risulta così più semplice individuare una funzione specifica senza doverla cercare facendole scorrere tutte e 25.
Il tasto DISP, consente di visualizzare a schermo i parametri di uso più comune e potervi accedere per la modifica senza dovere entrare nel menù. Lo stesso tasto permette di gestire il numero di informazioni sovraimpresse alla foto durante la revisione.
Tra le 25 funzioni personalizzate, le vere novità le ritroviamo nella sezione di gestione della immagine e delle lenti: è infatti possibile scegliere tra quattro livelli di riduzione del rumore ad alti ISO, abilitare o disabilitare la correzione della vignettatura tramite una libreria di dati correttivi rispetto ai singoli obiettivi, ed infine è possibile regolare il front/back focusing di 20 obiettivi. Il front/back focusing è un fenomeno che può affliggere in maniera più o meno pronunciata tutte le lenti e consiste nella tendenza dell'obiettivo di mettere a fuoco prima (front) o dopo (back) l'effettivo e corretto punto di fuoco desiderato. La correzione di tale fenomeno fino a poco tempo fa richiedeva la spedizione in assistenza dell'obiettivo per la taratura; ora questa funzione derivata dalle fotocamere di fascia professionale la troviamo anche nella prosumer 50D. Il punto di messa a fuoco corretto viene individuato tramite approssimazioni successive di +/- 20 passi. È possibile impostare una correzione unica su tutti i vetri montati, oppure regolare singolarmente fino a 20 obiettivi differenti. Le informazioni vengono mantenute in memoria ed i vetri riconosciuti automaticamente. Per ottenere i risultati migliori è bene utilizzare specifiche guide graduate. Il sistema integrato di pulizia della polvere può essere impostato per lavorare in automatico all'accensione della fotocamera, allo spegnimento, su richiesta oppure è possibile effettuare la pulizia del sensore manualmente. Ricordiamo che EOS Integrated Cleaning System si articola su tre componenti che evitano il deposito di polvere sull'elemento sensibile: l'adozione di materiali antistatici, lo scuotimento meccanico del sensore e la mappatura del sensore stesso per via digitale. Pagina 5 - Sotto la pelle Sotto lo scheletro in lega di magnesio della Canon 50D il processore DiGiC IV elabora le informazioni raccolte dal sensore CMOS che, per la prima volta viene realizzato da Canon secondo la tecnologia chiamata "gapless", ovvero senza vuoti. Per spiegare meglio cosa si intende con tecnologia di produzione gapless, facciamo un passo indietro e spieghiamo sommariamente come è fatto un normale sensore. Il sensore è un insieme di elementi sensibili alla luce detti fotodiodi; questi sono posizionati uno vicino all'altro ed occupano un determinato spazio per via delle dimensioni fisiche della parte sensibile e dell'elettronica atta ad alimentare il fotodiodo stesso. Fissate le dimensioni del sensore, nel caso della 50D 22,3x14,9 mm, potranno trovare posto in tale superficie un determinato numero di fotodiodi. Come si può immaginare, minore è la dimensione di ogni singolo fotodiodo, maggiore è la concentrazione di fotodiodi nella stessa superficie.
Tecnologia standard: colorati in rosso i fotodiodi, la zona blu rappresenta lo spazio occupato dall'elettronica di controllo, le linee curve azzurre sono le microlenti che ricoprono il sensore. D'altra parte la ragione di esistere dei fotodiodi è quella di catturare la luce: diodi troppo piccoli cattureranno meno luce, diodi più grandi cattureranno più luce. Legato a questo discorso corre di pari passo la produzione di rumore termico ed elettronico generato dal sistema di alimentazione e trasmissione della corrente. Diodi troppo piccoli sono maggiormente soggetti a rumore, con conseguente perdita di qualità dell'immagine, diodi troppo grandi riducono la risoluzione raggiungibile dalla fotocamera; bisogna trovare il giusto compromesso.
Tecnologia gapless: le microlenti contigue tra loro, generano una superficie interamente utile alla trasmissione della luce. Qui entra in gioco la tecnologia gapless che riprogetta le microlenti che ricoprono il sensore in modo da non lasciare più spazi vuoti sulla superficie, ma raccogliere la massima radiazione ricevuta. Possiamo dire in maniera molto riduttiva che non ci sono più salti, vuoti, zone del sensore che non trasmettono luce al fotodiodo. Se a molti questo aspetto può sembrare banale, bisogna sottolineare che la progettazione di microlenti molto piccole pone dei problemi a livello di aberrazione cromatica. Grazie alle potenzialità di calcolo del processore DiGiC IV ed alla presenza di un buffer adeguato, la Eos 50D è in grado di scattare a raffica 6,3 fps fino ad esaurimento della scheda di memoria in jpeg. In raw la raffica si mantiene a 6,3 fps ma un massimo di 16 immagini consecutive, per cui bisognerà attendere circa 7 secondi affinché il buffer sia pronto ad accogliere una nuova raffica. La velocità elevata ed i brevi tempi di risposta ne fanno una fotocamera ideale per la fotografia sportiva, naturalistica od in generale di azione. Pagina 6 - Prova sul campo Canon Eos 50D è una fotocamera dalle medie dimensioni, equipaggiata con l'obiettivo EF 17-85 IS F/4-5,6 risulta leggermente pesante ma comunque nella media della categoria. La buona ergonomia dell'impugnatura consente di mantenere una presa salda sul corpo macchina ed il bilanciamento dei pesi lascia cascare bene la fotocamera in mano. Canon si è sempre contraddistinta per la disposizione ottimale dei pulsanti che consentono un rapido accesso alle funzioni di maggiore utilizzo. Questo si traduce in un apparecchio reattivo, capace di essere programmato velocemente a seconda delle esigenze. Dopo aver preso dimestichezza con i comandi si riesce a gestire la macchina senza staccare gli occhi dal mirino. La resa dell'immagine è generalmente brillante; così come la sorella 40D i colori sono leggermente saturi e meno fedeli alla realtà di quanto succedeva nei modelli precedenti. Questo aspetto torna utile a chi, scattando in jpeg, non vuole dedicare troppo tempo alla postproduzione. Mantenendo le impostazioni standard la resa è morbida mentre facendo ricorso alla modifica di nitidezza dei picture style si ottiene maggiore definizione.
Le operazioni di crop permettono di ottenere immagini pulite grazie alla grande risoluzione del sensore ma forse troppo morbide: ci si aspetterebbe maggiore incisività dei particolari. La resa cromatica è ottimale con una leggera tendenza alle tonalità calde. I colori sono intensi.
Quando l'illuminazione presenta un forte sbilanciamento tra luci e ombre, può tornare utile il ricorso alla funzione personalizzata di ottimizzazione della luce. L'algoritmo software che si cela dietro la funzione è impostabile secondo quattro modalità di lavoro: disattivato, standard, basso, elevato. L'effetto dell'elaborazione tende ad uniformare l'illuminazione in maniera associabile a quanto prodotto dallo strumento luci/ombre di Photoshop, anche se in maniera molto meno marcata.
In particolare notiamo soprattutto nelle condizioni di illuminazione laterale o nel controluce, che sono le ombre a subire la maggiore variazione: vengono schiarite mantenendo le alte luci pressoché invariate. L'effetto è naturale e poco invasivo. Sottolineiamo il fatto che questa funzione non aumenta la gamma dinamica, ma effettua solamente un ottimizzazione dell'illuminazione, bilanciando in maniera opportuna luci ed ombre. Quando al contrario, ci si trova ad affrontare una condizione che richiede dettaglio nelle alte luci, è la funzione "priorità tonalità chiare" a venire incontro al fotografo, evitando che le stesse risultino bruciate. Nelle seguenti immagini di esempio, il cielo nella fotografia superiore è privo di dettagli; attivando la funzione priorità tonalità chiare, si riescono a recuperare alcune sfumature colore e tornano ad essere visibili i profili delle nuvole, visibili nella fotografia inferiore.
Priorità tonalità chiare disattivata
Priorità tonalità chiare attivata La funzione priorità tonalità chiare è utilizzabile a tutte le sensibilità ad esclusione dei valori 100 ISO ed espansioni superiori (H1=6400; H2=12800). Pagina 7 - Prova sul campo - Analisi del rumore Espansioni di sensibilità così elevate sono un'altra delle innovazioni introdotte con la Eos 50D, come testimonia la possibilità di raggiungere i valori di 6400 e 12800 ISO. Sono dei valori effettivamente utilizzabili oppure vanno considerati come delle riserve da sfruttare in caso di emergenza? Vediamo innanzitutto il comportamento della fotocamera rispetto all'insorgenza di rumore attraverso l'analisi alle Gretag Map.
Il rumore viene contenuto in maniera ottimale fino ad 800 ISO, a 1600 ISO iniziano a comparire dei cromatismi fantasma ma in maniera contenuta e comunque ben distribuiti. Il valore di 3200 ISO è pienamente utilizzabile a patto di considerare una grana leggera. Le espansioni a 6400 e 12800 ISO sono vistosamente più rumorose: se a 6400 ISO il rumore è visibile ma distribuito uniformemente, a 12800 ISO si osserva una distribuzione a bande particolarmente fastidiosa. Nella seguente tabella verifichiamo come lavora l'algoritmo di contenimento del rumore ad alti ISO, raggiungibile dal menù funzioni personalizzate ed impostabile sui valori standard, basso, elevato oppure disattivato.
L'algoritmo di riduzione del rumore ad alti ISO lavora in modo ottimale a 1600 e 3200 ISO: sia la modalità standard che elevata riescono ad abbattere il livello i cromatismi fantasma e ridurre il livello di grana. Il valore elevato è forse eccessivo: se da una parte migliora il contenimento del rumore, dall'altro si perdono molti dettagli ottenendo un effetto serico dei bordi della mira. Le espansioni di 6400 e 12800 ISO subiscono un netto miglioramento ma rimangono ancora affette da una grana ben visibile. Se la sensibilità di 6400 ISO con algoritmo di riduzione del rumore su elevato può restituire ancora risultati accettabili, non ci sentiamo di dire lo stesso per l'espansione H2 a 12800 ISO. Il funzionamento del sensore è al limite e subisce la saturazione del proprio stato. A completare gli algoritmi di riduzione del rumore troviamo la sottrazione del fotogramma nero che consente di limitare il rumore che insorge durante le lunghe esposizioni. L'elettronica di alimentazione e gestione del sensore è sottoposta al passaggio di corrente e sviluppa rumore termico, magnetico, di bias e di offset. Queste componenti si sommano all'immagine registrata facendone decadere la qualità. Le componenti di offset e bias sono controllabili e contenibili, il rumore termico e magnetico è invece impredicibile e va sottratto all'immagine desiderata di volta in volta. La sottrazione del fotogramma nero, di fatto una seconda immagine scattata da buona parte delle reflex digitali di buon livello, serve proprio a minimizzare parte del rumore generato nelle pose lunghe. La riduzione del rumore sulle lunghe esposizioni esegue proprio questa "sottrazione", nelle due immagini seguenti scattate ad 800 ISO F/25; l'otturatore è rimasto aperto per 30 secondi, valore a partire dal quale l'algoritmo inizia a lavorare.
Il contributo della sottrazione del fotogramma nero è già apprezzabile per questa breve esposizione di 30 secondi. Bisogna puntualizzare che per esposizione lunga si intendono tempi ben più grandi di 30 secondi, esposizioni da 4 a 20 minuti soffrono in maniera particolare l'insorgenza di rumore. Pagina 8 - Prova sul campo - Risoluzione e compensazione vignettatura Per valutare la nitidezza del sistema fotocamera-obiettivo abbiamo utilizzato le mire ottiche così come spiegato nella prima recensione in cui abbiamo introdotto questo metodo. L'obiettivo EF 17-85 IS F/4-5,6 USM è una lente zoom, per tanto abbiamo valutato la risoluzione spaziale per 17 mm, 35 mm, 50 mm, 70 mm e 85 mm.
Il comportamento rilevato è abbastanza uniforme lungo tutto il range di sensibilità da 100 a 1600 ISO. Quest'ultimo valore soffre della comparsa del rumore e in generale, a partire da 800 ISO i valori riportati in tabella sono tutti affetti dalla presenza di moirè, cosa che non accade per le sensibilità di 100 e 400 ISO. L'obiettivo ha un comportamento similare a tutte le focali con una netta caduta di nitidezza alla focale tele di 85 mm, in corrispondenza della quale è necessario diaframmare abbondantemente. Il valore medio di nitidezza si attesta intorno alle 86 LP/mm, corrispondenti a 2545 LW/PH. Un aspetto che non ha interesse ad essere valutato sull'intero sistema fotocamera-obiettivo è la vignettatura poiché essa dipende dalla caduta di luce ai bordi dell'obiettivo. In questo caso però analizziamo la funzione limitazione della vignettatura integrato nella fotocamera. Valutiamone la sua efficacia attraverso il programma di test che solitamente utilizziamo per gli obiettivi. Per la prova è stato utilizzato l'obiettivo EF 18-55 IS F/3,5-5,6: la fotocamera riconosce la lente e, se contiene la libreria di informazioni corrispettiva, effettua la compensazione.
La compensazione della vignettatura permette di guadagnare circa 0,6 stop di luce tra il centro ed i bordi dell'obiettivo rispetto a quanto sofferto dalla lente senza il limitatore. In particolar modo con focali wide e grandi aperture, questo algoritmo risulta molto utile. Pagina 9 - Prova sul campo - Live View e software di gestione Tra i miglioramenti introdotti nella serie prosumer Canon, il live view della 50D merita una menzione. Infatti oltre al sistema di messa a fuoco a rilevamento di fase, che obbliga lo specchio ad abbassarsi per consentire al modulo AF di lavorare, è stata introdotta anche la messa a fuoco a rilevazione di contrasto, quella che viene gergalmente definita come "autofocus sul sensore". Il sistema a contrasto, pur essendo più lento della rilevazione di fase, consente di effettuare un vero e proprio live.
La fase di inquadratura non viene disturbata dalla fase di abbassamento ed innalzamento dello specchio, aspetto che farà felici i possessori di 50D che vogliono cimentarsi con le SDK di cui avevamo parlato qualche tempo fa. Inoltre è presente anche un sistema di face detection. Così come nel modello precedente le informazioni a schermo vengono sovraimpresse all'immagine inquadrata, oppure possono essere nascoste.
Una griglia facilita l'inquadratura e per verificare la correttezza della messa a fuoco, anche dei particolari può essere attivato uno zoom digitale che lavora ad ingrandimenti di 5x e 10x. Il sistema live view silenzioso rallenta la fase di riposizionamento dello specchio, in modo da minimizzare il rumore che ne deriva. Impostato sul valore "Modo 2" non è infatti possibile accedere allo scatto continuo.
Tra i software forniti assieme alla fotocamera, citiamo DigitalPhotoProfessional 3.5, Picture Style Editor 1.4 e ZoomBrowser EX 6.2. Picture Style Editor consente di applicare, modificare o creare i picture style da trasferire sulla fotocamera ed applicare già in fase di scatto. Il programma si interfaccia con Eos Utility, che gestisce il flusso di informazioni dalla fotocamera ai diversi applicativi, consente di acquisire le immagini e comandare la fotocamera da remoto.
Nel ritratto appena sopra è stato creato su computer un picture style che vuole mimare l'effetto dragan; con l'ausilio di Picture Style Editor, il preset è stato copiato nella fotocamera come Personale, in modo da utilizzarlo automaticamente, acquisendo ogni immagine con questo stile. Grazie all'integrazione dell'ambiente software è facile creare un workflow di lavoro completo. Digital Photo Professional è il cuore del sistema che permette l'acquisizione e l'editing dei file raw, è supportato da una libreria che consente di compensare le aberrazioni cromatiche degli obiettivi e gestisce infine la produzione stampa delle immagini postprodotte.
Dal punto di vista dell'occupazione della memoria, abbiamo notato che DPP lavora bene con cartelle di file piccole, quando il numero di file da visualizzare diventa consistente l'occupazione di memoria cresce esponenzialmente. L'elaborazione Raw con DPP recupera con successo le zone bruciate, dalle quali si riesce ad estrarre comunque molta informazione, ne vediamo un esempio nell'animazione sottostante.
Zoom Browser EX è un gestore e catalogatore di immagini che consente trasferire le foto dalla fotocamera al computer e viceversa, caricare i file sul portale Image Gatway e gestire la stampa. A livello di gestione immagine, la dotazione software è completa ed anche in macchina è possibile impostare gran parte del lavoro scegliendo ad esempio la qualità di acquisizione: a differenza dei modelli precedenti, è possibile infatti scegliere dal menù la qualità non solo delle immagini compresse in jpeg ma anche quella dei file raw, attraverso una serie di risoluzioni raw ridotte. Rispettivamente 7,1 Mp per Sraw1 e 3,8 Mp per Sraw2. Pagina 10 - Conclusioni Canon Eos 50D rappresenta un avanzamento qualitativo nel settore prosumer Eos. A partire dall'adozione del sistema gapless fino alle nuove possibilità di gestione immagine quali algoritmo di ottimizzazione della luce, controllo vignettatura e personalizzazione dei picture style. Il processore DiGiC IV consente di scattare fino a 6,3 fps, una raffica di tutto rispetto che fa di questa fotocamera una valida scelta nel settore sportivo e naturalistico, anche grazie all'AF veloce dotato di 9 punti di messa a fuoco. A titolo informativo, ecco un breve elenco delle differenze della Canon Eos 50D rispetto al modello che va a sostituire, Eos 40D.
Nonostante il sensore APS-C vanti 15 Mp, la resa del dettaglio è morbida e necessita di un filtraggio in postproduzione per mettere in risalto i particolari. Questo non è di per se un problema, anche se può lasciare deluso chi si aspetta estrema nitidezza da una fotocamera di questa risoluzione, in particolar modo se accoppiata ad una lente di livello medio basso. Con questo non vogliamo sminuire la qualità del file prodotto, pulito e luminoso. Dal punto di vista del contenimento del rumore, la sensibilità di lavoro si sposta decisamente in alto, permettendo un ottimo contenimento degli artefatti e dell'insorgenza di grana. 400 ISO vengono gestiti con facilità dal sistema, 800 ISO sono pienamente utilizzabili ma affetti da moirè alle alte frequenze spaziali, 1600 ISO accennano per primi una leggera grana che non risulta fastidiosa. L'algoritmo di riduzione del rumore funziona molto bene alle alte sensibilità ma introduce una diminuzione di nitidezza, fattore che la pone un passo indietro alla sorella 40D. Le espansioni H1 e H2, rispettivamente 6400 e 12800 ISO, sono da considerarsi delle risorse di emergenza che soffrono sia di grana consistente che di rumore a bande. L'utilizzo del noise reduction migliora la situazione ma è in questo caso da sconsigliare vista la perdita di dettaglio che genera sull'immagine. La funzione live view viene migliorata con l'adozione del sistema di messa a fuoco a contrasto e face detection. La modalità di funzionamento silenzioso risulta molto funzionale in quelle situazioni come le rappresentazioni teatrali, dove lo scatto della fotocamera può essere fastidioso. Corpo in magnesio ed ergonomia generale sono sicuramente tra i punti di forza che Canon sta curando da diversi anni a questa parte; pur non garantendo una tropicalizzazione del corpo macchina, dopo un'ora passata a scattare sotto la pioggia non abbiamo notato alcun problema di infiltrazioni. In conclusione, Canon Eos 50D è una fotocamera che vanta una dotazione di tutto rispetto. Il prezzo elevato in confronto all'avversaria Nikon D90 lascia perplessi se messo in relazione all'effettivo guadagno dovuto alla risoluzione di 15 Mp. Il costo è infatti di circa 1000 euro solo corpo, per poche centinaia di euro in più è possibile acquistare una Nikon D300. Canon Eos 50D è in ogni caso una reflex solida che vanta un ottimo processamento dell'immagine, la densità di fotodiodi sul sensore APS-C è spinta al limite e questo mette in mostra le limitazioni delle ottiche di basso livello. Chi vuole il massimo da questa Eos potrà ottenerlo con lenti dall'elevato potere risolvente. Pagina 11 - Galleria immagini
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