![]() |
||||||||||||
| Stampa | ||||||||||||
|
||||||||||||
Pagina 1 - Introduzione Al PMA di Las Vegas Canon ha annunciato ben 30 nuovi prodotti tra i quali figura la nuova reflex del segmento entry-level Eos 450D, nessuna novità invece nella fascia prosumer ancora caratterizzata dalla Eos 40D: commercializzata a partire dall’agosto 2007 ha potuto osservare un andamento crescente delle vendite e chi aveva appena acquistato la Eos 30D ha dovuto scegliere e, forse ci sta ancora pensando, se chiedere una permuta al proprio negoziante.
La Canon Eos 40D beneficia dell'esperienza che la casa giapponese ha messo in campo con la Eos 1 D Mark III, la quale ha influenzato sul fronte hardware e software le sorelle minori: diverse sono le caratteristiche che accorciano le distanze fra i tre segmenti di mercato, in particolar modo tra prosumer e professionali. Nonostante scelta dei materiali ed accorgimenti strutturali e di architettura hardware delle ammiraglie, che ne giustificano la direzione spiccatamente “da cantiere”, anche le reflex di fascia medio alta spiccano a livello qualitativo attirando l'interesse dell’amatore evoluto o del professionista che optano per una fotocamera leggera ma dalle caratteristiche elevate. Vediamo cosa è realmente cambiato dentro al guscio della nuova decina di casa Canon: sensore CMOS da 10,1 Mpixel, funzionalità live view e picture style e sistema integrato di rimozione della polvere sono solo alcune delle molte novità della Eos 40D Pagina 2 - Corpo e comandi A prima vista la 40D differisce poco dalla precedente generazione Eos 30D, risultando solo più grande di qualche millimetro e con un modesto incremento di peso che passa dai precedenti 785 g a 822 g batteria compresa.
Ciò che salta subito all’occhio è lo schermo lcd da 3” con una risoluzione di 230.000 pixel, le maggiori dimensioni del display costringono a spostare i comandi relativi alla visualizzazione, cancellazione e dettagli delle immagini dal bordo sinistro del corpo macchina al bordo inferiore.
I nuovi pulsanti, alloggiati sempre sul dorso della fotocamera, sono due e si riferiscono alla funzione picture style e all’autofocus indipendente dal pulsante di scatto. La funzione picture style permette di accedere velocemente alle impostazioni che gestiscono nitidezza, contrasto, saturazione e tonalità colore, relative alle modalità di ripresa standard, ritratto, panorama, neutro, monocromo e via discorrendo: sei di queste sono preimpostate ma adattabili dall’utente, mentre altre 3 sono completamente personalizzabili.
Il pulsante AF-ON che attiva la messa a fuoco automatica è facilmente raggiungibile con il pollice della mano destra, ciò permette di mantenere stabile l’inquadratura non richiedendo sforzi particolari alle dita. Molto utile si rivela essere la modalità All Servo che consente di utilizzare il fuoco continuo sul soggetto in movimento senza dover lavorare con il pulsante di scatto a mezza corsa mantenendo comunque quest’ ultimo sempre attivo. Il tasto AF-ON è inoltre demandato a comandare l’autofocus quando la funzione live view è attiva.
La parte superiore della 40D non presenta rilevanti differenze rispetto alla 30D o alla 20D, cambia leggermente il profilo del flash integrato che assume delle linee più taglienti; l’illuminatore è identico e conserva un numero guida pari a 13 (ISO 100/m). La slitta per il flash esterno rimane qualche millimetro più alta che nei precedenti modelli ed è stata disegnata su di uno zoccolo plastico che aiuta ad inserire il flash.
La ghiera delle modalità di ripresa permette di lavorare con tre modalità C1, C2, C3 completamente impostabili dall’utente che vengono mantenute in memoria e possono essere richiamate in qualsiasi momento. Lo schermo superiore riporta ora anche la sensibilità ISO impostata
Lateralmente prendono posto l’alloggiamento della scheda Compact Flash e le prese USB2.0, video e per il comando da remoto e flash. Novità sicuramente da lodare è che sia questi inserti, sia il vano batteria sono stati resi stagni ad acqua e polvere grazie all'impiego di guarnizioni in gomma. Il corpo non si può definire tropicalizzato, ma offre in ogni caso una protezione in più in condizioni difficili.
Sul fondo si trova anche una porta gommata che nasconde i pin di innesto per il modulo WiFi WFT-E3 e l’impugnatura supplementare BG-E2N. A tal proposito sottolineiamo che la nuova impugnatura verticale è corredata del modulo wireless, caratteristica utile in particolare ai giornalisti che vogliono viaggiare con una reflex leggera ma dalle funzionalità avanzate. L’impugnatura gommata è stata resa più ergonomica aumentando l’incavo per le dita ed estendendo la copertura antiscivolo fin quasi al piano di innesto dell’obiettivo. Pagina 3 - Sotto la pelle Sotto la pelle nera satinata della 40D troviamo uno scheletro in lega di magnesio che protegge il sensore CMOS da 10,5 Mp dei quali 10,1 effettivi immagine, il formato è APS-C 22,2 x 14,8 mm, che genera un rapporto di ingrandimento delle ottiche di 1,6x. L’attacco a baionetta è predisposto per obiettivi della serie EF ed EF-s. Il flusso dati viene elaborato dal nuovo processore DiGiC III derivato direttamente dall’ultima evoluzione Eos 1D: la nuova unità, accoppiata al buffer adeguato, permette di gestire flussi RAW a 14-bit e lo scatto a raffica raggiunge il performante valore di 6,5 scatti/secondo, mantenuto per 17 scatti consecutivi in RAW e per 75 scatti consecutivi in JPG. La risoluzione massima dei file immagine è di 3888x2592 pixel con una dimensione di circa 12,4 MB per ciò che concerne lo scatto RAW. Nuova possibilità offerta è quella di lavorare con un formato RAW ridotto chiamato sRAW da 2,5 Mpixel di risoluzione. Anche se l’otturatore rimane lo stesso della 30D, elettronico a scorrimento verticale, il sistema di riduzione del rumore è stato migliorato rendendo la fotocamera più silenziosa.
Il sensore della 40D è coperto da un filtro che adotta il sistema I.C.S. (Integrated Cleaning System): attraverso l’uso combinato di materiali antistatici e della vibrazione ad alta frequenza del filtro anteposto al sensore, la fotocamera effettua automaticamente la rimozione della polvere all’accensione e allo spegnimento. Nella pratica non abbiamo avuto la possibilità di metterlo alle strette, ma anche con frequenti cambi obiettivo le immagini sono sempre risultate prive di aloni riconducibili alla presenza di polvere sul sensore. Pagina 4 - Prova sul campo Appena presa in mano la Eos 40D risulta essere maneggevole in modo convincente: i pesi sono ben distribuiti e l’impugnatura risulta essere più ergonomica rispetto alla 30D, risultando così in una presa molto confortevole soprattutto per chi ha le mani grandi. All’accensione della fotocamera il display informa della pulizia del sensore in corso, in 0,3 secondi la macchina è pronta all’uso.
Il mirino è particolarmente luminoso e permette ora di verificare direttamente le informazioni come la compensazione flash ed i parametri di sensibilità ISO. Novità molto utile è la possibilità di intercambiare il Ef-A "Opaco standard di precisione" con altri due vetri: Ef-S "Opaco di alta precisione" oppure Ef-D "Opaco di precisione con reticolo"; il primo meno luminoso ma che permette una messa a fuoco estremamente precisa anche in manuale, mentre il secondo provvisto di una griglia utile a chi si interessa di foto architettoniche. La copertura dell’area inquadrata è salita al 95% mentre il rapporto di ingrandimento e di 0,95x. Nove punti di messa a fuoco e doppio sistema di lettura AF (a croce per obiettivi f/5,6 o singolo centrale per obiettivi f/2,8) ne confermano velocità e versatilità a cui Canon ha sempre abituato i suoi appassionati. L’autofocus continuo lavora sia sul piano verticale che su quello orizzontale e ne è stata migliorata la sensibilità che parte da -0,5 EV e si estende fino a +18 EV. Anche in condizioni di scarsa luminosità non abbiamo mai riscontrato problemi di messa a fuoco. Pecca sotto questo punto di vista è che la luce ausiliaria AF viene garantita dai lampi strobo del flash integrato; siamo quindi costretti a sollevarlo quando la luce ambiente non è sufficiente. A livello esposimetrico il sistema è lo stesso adottato da 30D e 20D: multizona su 35 settori, media pesata al centro, semispot e, la novità molto gradita, la lettura spot limitata al 3,8% dell’immagine inquadrata al centro del mirino.
Una caratteristica che dovrebbe interessare molto più del live view è la gamma dinamica raggiunta dalla Eos 40D: lascia felicemente stupiti l’estensione del range dinamico coperto, che sia attesta quasi al limite dei 9 stop. Se pensiamo ai passi avanti fatti da Fuji e Sony, tutto ciò lascia ben sperare che la guerra dei Mpixel sia finalmente finita a favore di un avvicinamento alla latitudine di posa caratteristica delle pellicole. Grazie alla funzione raggiungibile via menù “Priorità alte luci”, la gamma dinamica può essere estesa per coprire adeguatamente le zone più chiare senza bruciarle: i risultati sono ottimi.
Le dimensioni del display, cresciute fino a 3" di diagonale, permetto una comoda revisione degli scatti, permettendo anche di visualizzare un menù riportante le impostazioni generali di scatto navigabili grazie al joystick od alle ghiere di selezione.
Se nell’introduzione abbiamo accennato alle varie derivazioni dalla
Mark III, il menù è una delle prime a trarne beneficio: viene
abbandonato il vecchio sistema utilizzato da 30D e 20D a favore di un organizzazione
a schede molto più leggibile e che semplifica ed agevola la selezione
dei parametri di interesse.
Quando la funzionalità live-view è attivata, oltre alla ovvia rappresentazione di ciò che l'obiettivo sta inquadrando, troviamo sovraimpresse una griglia ausiliaria per la composizione dell'inquadratura, le le informazioni di scatto, l’esposimetro, il picture style in uso e lo stato della batteria. Il live view viene attivato tramite il tasto set che si trova al centro della ghiera di selezione: lo specchio si solleva e l’immagine inquadrata viene visualizzata sul display. Il tasto AF-On permette la messa a fuoco automatica previo abbassamento momentaneo dello specchio; l’intervallo di lettura esposimetrica è impostabile dall’utente da 4 secondi a 30 minuti ed è possibile effettuare uno zoom di 5x o 10x che permette di visualizzare al meglio i particolari inquadrati in maniera da regolare selettivamente la messa a fuoco.
Tra le opzioni permesse dal live view vi è quella di scatto silenzioso: nella pratica, una volta premuto il pulsante di scatto tutte le funzioni della fotocamera vengono sospese fino a quando non si torna al livello di mezza corsa in maniera da posticipare i rumori della meccanica che potrebbero arrecare disturbo. Una problematica che riteniamo abbastanza rilevante, ma che speriamo venga risolta a breve con un aggiornamento firmware, è il fatto che durante lo stand-by della fotocamera, questa può essere riattivata tramite la pressione del pulsante di scatto oppure tramite il tasto set che riattiva immediatamente anche il live-view. Questo è causa di accensioni accidentali: se si tiene la fotocamera a tracolla, difatti è molto facile che il corpo macchina venga schiacciato contro se stessi provocando la pressione proprio del tasto set; in ambienti rumorosi od affollati non ci si accorge che la fotocamera è accesa ed il display attivo con un conseguente e inutile consumo della batteria. Pagina 5 - Sensibilità ISO Sul fronte della sensibilità e del rumore il giudizio è buono, il range di sensibilità è rimasto lo stesso della 30D, da 100 a 1600 ISO con la possibilità di estendere via software fino a 3200 ISO. L’analisi alla Gretag Macbeth conferma le prime impressioni sul campo, i riquadri sono ingranditi al 200%. Le immagini sotto riportate sono state ridimensionate per esigenze di impaginazione, preghiamo i lettori di cliccare sulle immagini per poter apprezzare l'immagine nella sua qualità originale. Fino al valore di 400 ISO non notiamo alcun artefatto, che invece comincia a farsi percepire a 800 ISO in maniera molto contenuta; a 1600 ISO il rumore è visibile ma ben distribuito generando una grana che non disturba e permette di scattare in tutta tranquillità. A 3200 ISO il rumore è abbastanza visibile, in modo particolare in corrispondenza delle ombre marcate e dei mezzi toni, ma senza aggiunta di cromatismi indesiderati; sottoesporre a questa sensibilità porta alla formazione di antiestetiche bande orizzontali in corrispondenza delle ombre. Da notare che con la funzione di recupero delle alte luci attivata, il range di sensibilità viene ridotto passando da 100-3200 ISO a 200-1600 ISO. Pagina 6 - Prova sul campo - parte seconda Artefatti jpeg come moirè e color fringing sono pressoché invisibili a tutto vantaggio della qualità di immagine.
Per quanto riguarda le impostazioni colore va detto che chi era abituato alla resa cromatica molto vicina alla realtà dei modelli precedenti, si troverà ora di fronte a colori meno fedeli ma più saturi che eviteranno parte del lavoro di post produzione. Il bilanciamento del bianco in automatico non ha mai dato particolari problemi nemmeno in luce mista anche se dobbiamo rilevare una difficoltà registrata già nei precedenti modelli 30D e 20D quando si ha a che fare con le lampade al tungsteno. In questo caso scegliere il bilanciamento specifico o impostarlo manualmente è la soluzione al problema.
Le lunghe esposizioni soffrono dell’aggiunta di una componente calda e, così come i modelli precedenti, necessitano della calibrazione in postproduzione; la funzione di riduzione del rumore sulle lunghe esposizioni con sottrazione del fotogramma nero, lavora egregiamente e nonostante aumenti i tempi di attesa tra uno scatto e l’altro restituisce risultati nitidi e puliti. Pagina 7 - Conclusioni
In conclusione la Eos 40D è una fotocamera di sostanza, anche se il marketing ha scelto di utilizzare come traino pubblicitario caratteristiche a nostro modo di vedere secondarie come live-view e picture style. Caratteristiche come un mirino luminoso, la misurazione spot e la facilitata navigabilità del menù sono tutti aspetti utili che dimostrano la propria versatilità nell’uso quotidiano. Anche la comodità del display da 3 pollici non viene sminuita da una batteria insufficiente, anzi, pur facendo largo uso del live view l’autonomia si attesta a più di 1000 scatti. Raffica veloce, elevata gamma dinamica e ottimo contenimento del rumore completano il quadro di una fotocamera che non lascia insoddisfatti. D’altra parte alcuni aspetti che potrebbero essere migliorati sono la mancanza della luce ausiliaria che obbliga ad estrarre il flash incorporato per assistere l'autofocus in condizioni di scarsa illuminazione; quest'ultimo una volta estratto sembra molto leggero e potrebbe trasmettere una sensazione di fragilità; l’accensione accidentale del live view in stand-by e il difficile bilanciamento del bianco in automatico con lampade al tungsteno potrebbero essere risolti con un aggiornamento firmware. Globalmente il giudizio è molto positivo e siamo già curiosi di sapere cosa Canon riserverà sul fronte prosumer ai propri appassionati nei prossimi 6/12 mesi. Guardando al futuro: Canon EOS 40D viene commercializzata ad un prezzo di circa € 1000,00 IVA inclusa solo corpo. Sono inoltre in commercio due differenti kit: uno che prevede l'abbinamento all'obiettivo Canon 18-50 mm f3,5-5,6 DC e il secondo con l'obiettivo EF-S 17-85mm IS. |
||||||||||||
| Pagina stampata da https://www.fotografidigitali.it/ Vietata la copia e la distribuzione (anche parziale) senza la previa autorizzazione di Hardware Upgrade S.r.l Per maggiori informazioni : http://www.hwupgrade.it/sito/legale/ Copyright 1997 - 2025 Hardware Upgrade S.r.l |
||||||||||||