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Leica: fabbrica di Solms e prova S2
Leica: fabbrica di Solms e prova S2
Roberto Colombo - 23 Agosto 2010
“Una visita organizzata presso gli stabilimenti dove nascono le mitiche Leica ci ha permesso di fare un tuffo nella storia del marchio dal bollino rosso e di mettere alla prova per mezzo pomeriggio il prodotto top di gamma del produttore tedesco: la reflex medio formato Leica S2”
Pagina 1 - 1913-1914: l'idea di Oskar Barnack e la nascita del formato 35mm

Siamo nei primi del '900 e a Wetzlar, in Germania, Oskar Barnack lavora per la Leitz, azienda divenuta ormai molto famosa per la produzione di microscopi. Appassionato di fotografia, è al lavoro su un apparecchio da utilizzare per esporre spezzoni di pellicola cinematografica per testare sul campo l'esposizione, con un otturatore con tempo fisso 1/40 di secondo. Il risultato delle esposizioni sono fotogrammi 18x24mm utili per la stampa di ingrandimenti fino al formato cartolina.


La UR-Leica, custodita come un vero tesoro a Solms e trattata quasi come un oggetto sacro

Mettendo insieme i risultati delle sue ricerche, la sua voglia di fotografare con qualcosa di più piccolo dei grossi apparecchi 13x18cm, le sue conoscenze meccaniche, nella mente di Barnack balena l'idea di provare a realizzare una macchina fotografica portatile, in grado comunque di produrre negativi di qualità. L'idea, che risultò poi tanto geniale da divenire poi lo standard per gli anni a seguire, è quella di partire proprio dalla pellicola fotografica, acessibile in grande quantità e a costi accettabili, utilizzandola però in orizzontale e raddoppiando l'area esposta alla luce, per avere la possibilità di ottenere negativi utili per stampe anche di grande formato. Nasce così il formato 24x36mm.


Alcuni dei primi scatti di Barnack con la macchina fotografica di sua invenzione

Barnack studia un sistema per immagazzinare uno spezzone sufficientemente lungo di pellicola e il sistema meccanico per l'avanzamento della stessa. Prendendo a misura l'apertura delle sue braccia crea involontariamente un altro standard, divenuto poi un riferimento: un rullino di pellicola permette 36 pose. UR-Leica, questo il nome con cui fu ribattezzata la macchina fotografica, dall'unione delle parole Leitz e Camera, diviene la prima fotocamera davvero portatile, tanto da rendere Barnack anche fotoreporter in occasione delle mobilitazioni del 1914 e dell'alluvione di Wetzlar.

Pagina 2 - Leica: il bollino rosso nella storia, fino ai giorni nostri


Un pezzo della vetrina che raccoglie la storia Leica

Dai tempi di Barnack, passando anche per modelli storici come la Leica I, la M3 e M6, la fotografia ha fatto grandi passi, ultimo tra i più importanti l'arrivo dei sensori digitali a sostituire la pellicola. Leica ha mosso i primi passi nel mondo del digitale in modo non del tutto convincente, anche a causa di un assetto societario non troppo stabile al momento dei passi cruciali.

Con l'ultimo passaggio di Andreas Kaufmann alla guida dell'azienda la strategia si è fatta più netta e decisa e i prodotti arrivati sul mercato ne hanno sicuramente beneficiato. In particolare gli ultimi apparecchi fotografici del produttore tedesco hanno molte carte in regola per dire la loro sul difficile mercato fotografico, tornando a puntare sui valori tradizionali del marchio dal bollino rosso, affiancati da ricerca e innovazione tecnologica.


Vista dalla sala che accoglie i visitatori dello stabilimento di Solms

Un tour nello stabilimento di Solms, dove Leica produce e assembla dal 1987, ci ha permesso di respirare in prima persona l'atmosfera della fabbricazione artigianale e manuale delle Leica, vedendo anche all'opera macchinari di ultima generazione per la produzione, ad esempio, delle lenti asferiche. Leica ci ha stupito anche per la presenza di molti giovani, sia in fase di apprendimento sui banchi di montaggio e prova di fotocamere e obiettivi, accanto ai brizzolati maestri del mestiere, sia nelle file del management, dove l'apporto di idee dinamiche sta sicuramente giovando alle strategie dell'azienda tedesca.

Pagina 3 - Leica S2

Leica S2 è uno dei prodotti in cui il marchio tedesco crede di più: presentata in anteprima al Photokina 2008 è stata annunciata in Italia in occasione del lancio della M9, avvenuto in occasione di una data particolare 09/09/09 (chissà cosa ci attenderà il 10/10/10). Si tratta di una medio formato vestita dal reflex 35mm, pensata per unire i vantaggi delle due categorie. Abbiamo parlato con Jean-Jacques Karatchian, Sales Area Manager Leica S2, per avere il polso della situazione del mercato di questo importante prodotto, il cui costo del solo corpo macchina supera i 15.000 euro:

VIDEO: Leica, factory tour a Solms dove nasce la S2
(per vedere il video, guardare la versione completa dell'articolo)

Il viaggio a Solms è stato anche l'occasione per avere un contatto diretto con la Leica S2, dopo un workshop tecnico alla Leica Akademie, creata per aiutare gli appassionati a conoscere meglio le proprie fotocamere e a tirare fuori il meglio da ogni scatto effettuato con una fotocamera con il bollino rosso. Nonostante uno specchio di dimensioni maggiori di quello delle reflex full frame, la prima cosa che colpisce scattando con la Leica S2 è la morbidezza dello scatto, molto attutito in vibrazioni e rumore.


Una Leica S2 ripresa da una sorella
(cliccando sull'immagine si apre il JPEG a risoluzione piena sviluppato a partire dal file RAW .DNG: l'immagine pesa 18MB)

Il corpo ha dimensioni e peso considerevoli, soprattutto per chi non è abituato alle full frame, che in ogni caso sono più piccole e leggere. L'ergonomia è comunque buona e dopo aver familiarizzato con il menu personalizzabile a 4 tasti (di generose dimensioni) la Leica S2 diventa facilmente un prolungamento di mani e occhi, anche grazie al mirino, al top per quanto riguarda dimensioni e luminosità.

Gli obiettivi del nuovo sistema S sono studiati per sostenere l'elevata risoluzione del sensore prodotto da Kodak, che offre 37,5 megapixel su un'area di 30x45mm. Gli obiettivi offrono aperture di diaframma elevate per una medio formato: su questo tema Leica tiene inoltre a sottolineare il concetto di "apertura equivalente" nei calcoli della profondità di campo.

Si tratta di un concetto molto meno utilizzato rispetto a quello della "focale equivalente", astrazione utile per paragonare le inquadrature possibili con macchine caratterizzate da sensori e otttiche diferenti. Variando le dimensioni del sensore varia l'angolo di campo inquadrato da un obiettivo di una certa focale: il calcolo più frequente è quello della focale equivalente tra reflex 35mm e APS-C dove, ad esempio, un obiettivo da 50mm inquadra un angolo di campo pari a quello di una full frame con un obiettivo da 75mm, per cui di dice che ha una "focale equivalente al formato 35mm" di 75mm.

Il concetto di profondità di campo equivalente è simile e risulta molto chiara dall'esempio portato da Peter Karbe, Direttore dello sviluppo delle ottiche Leica, in merito all'obiettivo 70mm F2.8. Facendo i calcoli si scopre che la focale equivalente è pari a 56mm, rientrando nella categoria dei "normali", e che la profondità di campo di 44mm, con messa a fuoco a una data distanza, è la stessa permessa da un 50mm F2.2 su full frame. Il paragone può estendersi anche nell'altro senso rendendo evidente come al diminuire delle dimensioni del sensore diminuiscono anche le possibilità di staccare un soggetto dallo sfondo sfruttando lo sfocato.

Pagina 4 - Leica S2: non così facile come lascerebbe intuire il primo contatto


Una parte della costruzione che ospita la Leica Akademie vista dall'occhio della Leica S2

Il primo contatto con la Leica S2 regala sensazioni molto buone, tanto da farla sembrare, anche grazie all'interfaccia abbastanza intuitiva e ai comandi ergonomici, una macchina molto semplice. I primi scatti appena appaiono sul brillante display ad alta risoluzione danno l'impressione di essere molto soddifacenti senza nessuno sforzo e con grande facilità: in realtà l'analisi a forte ingrandimento e quella a posteriori su PC svelano ben altra verità. Con un sensore e delle ottiche capaci di spremere tanta risoluzione incappare in un micromosso visibile è più facile di quanto non si creda; inoltre lavorando a tutta apertura la profondità di campo è davvero ridotta.

Leica S2 offre quindi amplissime possibilità, ma richiede anche molta esperienza per un uso che ne sappia spremere tutte le capacità. Quando utilizzata al meglio sa però regalare degli scatti caratterizzati da una pulizia davvero ineguagliabile nel mondo reflex, tradendo in modo evidentissimo la sua vocazione da medio formato. Ogni scatto va ben pesato e calcolato in tutti i suoi parametri, la Leica S2 non perdona errori in fase di ripresa. Il menu è ampiamente personalizzabile, ma per cucirsi addosso la macchina è necessario conoscere bene il proprio stile fotografico e mettere a portata di mano gli strumenti più utilizzati, non sempre in evidenza a display e nel mirino.

Qui sotto vi proponiamo alcuni degli scatti effettuati con la Leica S2 nel breve tempo in cui è stata a nostra disposizione per un breve giro in una delle parti più antiche della cittadina di Solms. Le immagini a piena risoluzione disponibili cliccando sulle miniature hanno un peso di diversi megabyte, per cui è consigliabile disporre di una connessione ad alta velocità per la loro visualizzazione.