Fotografi Digitali - Logo
Stampa
Mattia Vacca: il mio segreto? Lavorare 'in punta di piedi'
Mattia Vacca: il mio segreto? Lavorare 'in punta di piedi'
Roberto Colombo - 22 Giugno 2012
“Abbiamo incontrato Mattia Vacca, fresco vincitore di categoria al Renaissance Prize 2012 e giunto secondo di categoria ai Sony World Photography Awards: nell'intervista ci svela come ha iniziato e quale stile adotta per i suoi lavori”
Pagina 1 - Mattia Vacca: da Como ai premi londinesi


Mattia Vacca durante il giro coi vincitori il giorno successivo la premiazione dei Sony World Photography Awards 2012

Quest'anno i Sony World Photography Awards hanno visto una buona presenza di fotografi italiani tra i finalisti, testimoniando una certa vivacità nel panorama fotografico del nostro Paese. È presenza variegata oltre che importante, che ha visto gli scatti dei nostri fotografi in bella vista alla mostra finale sia nel concorso Open dedicato agli amatori, sia, soprattutto, in quello riservato ai professionisti, dove ad essere giudicato non è il singolo scatto, ma il valore di un intero lavoro.

GALLERY: SWPA 2012: tutti i vincitori
(per vedere la gallery, guardare la versione completa dell'articolo)

Come vi avevamo promesso abbiamo iniziato a incontrare i fotografi italiani che abbiamo conosciuto a Londra durante le premiazioni e il giro della mostra con i vincitori alle Embankment Galleries. Iniziamo con Mattia Vacca, che è stato a un passo dalla vittoria nella sezione Arte e Cultura, grazie al suo servizio sulla tradizionale festa di "S'Ardia", una delle più suggestive feste tradizionali della Sardegna, che si svolge ogni anno a Sedilo.

GALLERY: SWPA 2012: gli italiani tra i finalisti
(per vedere la gallery, guardare la versione completa dell'articolo)

Londra sembra essere una città che porta bene a Mattia: la premiazione del Renaissance Prize 2012 ha visto il fotografo comasco guadagnare la prima posizione nella categoria Memory grazie a uno scatto del progetto dedicato a Srebrenica. Questa edizione ha visto premiato anche un altro fotografo italiano, Alessandro Falco, nella categoria Perspective.

Per il momento abbiamo raggiunto Mattia via email, per proporgli le nostre domande. Rimandiamo di qualche tempo la parte finale dell'intervista, con il video con i consigli a chi vuole avvicinarsi alla fotografia e alla professione di fotografo, a quando sarà di ritorno dalla Sardegna, sua meta anche quest'anno per seguire la festa di S'Ardia.

Pagina 2 - Come nasce un fotografo


Chiamato per documentare un incendio, Mattia si è trovato catapultato nella vicenda della strage di Erba

Prima di parlare del servizio che ha sfiorato la vittoria di categoria ai Sony World Photography Awards, parliamo di te, chi sei, cosa fai. Attualmente come ti guadagni da vivere?

Sono un fotogiornalista nato nel 1978, abito a Como con mia figlia di 9 anni e la mia compagna e lavoro tra Como e Milano. Ho una laurea in Scienze della Comunicazione e una specializzazione in cinema e giornalismo. Dal 2006 mi occupo quotidianamente di cronaca in Lombardia per il Corriere della Sera e nel frattempo porto avanti i miei progetti fotografici personali.

Come hai cominciato a lavorare con la fotografia? Quello che fai attualmente coincide con quello che avevi in mente quando hai iniziato?

Durante gli anni dell' università ho viaggiato il più possibile dedicandomi inizialmente alla fotografia di viaggio; Nicaragua, Guatemala, Belize, Costa Rica, Messico, Vietnam, Malesia, Borneo,  Marocco, Turchia. Ho iniziato da professionista a coprire la cronaca per il Corriere di Como nel gennaio del 2006 e dopo pochi mesi una sera mi hanno chiamato per un incendio in un appartamento e mi sono ritrovato sulla strage di Erba. Con il mio lavoro su questo tragico evento di cronaca ho ottenuto la collaborazione fissa con il Corriere della Sera.

Sinceramente quando ho iniziato non credevo che sarei riuscito a vivere solo con la fotografia, quindi sono comunque estremamente soddisfatto del livello raggiunto. In questi anni oltre che sul Corriere ho pubblicato su La Repubblica, La Stampa, France Soir, il Giornale, il Messaggero, Libero, La Gazzetta dello Sport.

Ora vorrei però progressivamente slegarmi dalla cronaca per i quotidiani e dedicarmi con maggiore attenzione ai miei progetti personali. Anche perché le soddisfazioni maggiori le ho ottenute nell'ultimo anno con i lavori personali che sono stati premiati nei principali concorsi internazionali e sto vivendo un momento davvero felice della mia carriera. Per il mio futuro prossimo vorrei avere dei commissionati dalle riviste e sono molto interessato a collaborare con un'agenzia milanese coraggiosa, ma molto affermata, che vanta alcuni dei migliori fotografi sulla piazza.

Andando ancora più indietro, ti ricordi la tua prima foto e la tua prima fotocamera?

Fin da piccolo sono sempre stato attratto dalla fotografia. Ho iniziato seriamente nel 1998 e scattavo in pellicola con una Nikon F801s usando per il bianco e nero esclusivamente Tmax e Tri-x e per il colore la mitica Kodachrome. Avevo una camera oscura e amavo moltissimo il lato artigianale di questo mestiere. Credo che il primo rullo scattato con cognizione riguardasse i treni in Svizzera.

Pagina 3 - S'Ardia un tuffo in una tradizione antica

Il servizio che ti ha permesso di metterti in mostra ai SWPA 2012: come nasce?

"S' Ardia" nasce dal mio grande amore per la Sardegna. Mio nonno paterno era sardo e ho una casa sulla costa est, ho viaggiato per tutta l'isola ogni anno da quando sono nato, non mi sono mai interessato molto al mare, ma alimentavo ogni anno la passione per l'interno in particolare per la zona della Barbagia. Posso dire di aver coperto integralmente l'isola nell' arco degli ultimi 10 anni.

In Sardegna c'è una grande e radicata tradizione equestre, ho seguito molte gare, ma in particolare la sagra Ardia mi è stata segnalata da mio padre. Per me la valenza religiosa è sicuramente il valore aggiunto di questa corsa: soprattutto il fatto che i cavalieri non corrano per la gloria, ma per rendere omaggio ad un santo che il Vaticano non ha mai voluto approvare e che viene celebrato solamente in questa piccola chiesa. Sono stato colpito da una realtà in cui sacro e profano sono costantemente mischiati: in generale sono molto attratto da un'Italia arcaica che in alcuni luoghi resiste nonostante tutto.

Quanto tempo ti ha richiesto?

Avrei voluto avere molto più tempo a disposizione, ma la corsa dura pochissimo, meno di un'ora (!). Le foto sono state scattate in due giornate intere in due anni differenti; il 6 luglio del 2009 e del 2010. La scelta di tornare è stata dettata anche dal fatto che è impossibile cambiare posizione durante la gara e per me era fondamentale avere almeno due punti di vista sulla corsa.

Nonostante la maggior parte delle foto siano state realizzate nel 2010, ho potuto partecipare al Sony Awards 2012 in quanto la prima pubblicazione del servizio è avvenuta nel 2011.

Come è stata l'accoglienza della gente nei tuoi confronti?


Quando posso cerco di entrare molto nelle storie, di farmi accettare e di condividere più tempo possibile con i protagonisti, ma in questo caso la durata dell'evento e la dinamica non mi hanno permesso di lavorare come sono abituato. Nonostante non sia quindi riuscito a farmi conoscere dai cavalieri e dai fucilieri prima dell'evento e a prendere contatti come avrei voluto, sono comunque riuscito a lavorare in tranquillità perché, anche se lavoro molto vicino, cerco sempre di non interferire con la scena e non disturbare in alcun modo il soggetto.

Forse è questo il mio piccolo segreto: cerco di essere molto delicato e di lavorare "in punta di piedi". L'essenziale per riuscire a lavorare a Sedilo è rispettare una tradizione radicata e molto sentita e non contestare per nessuna ragione "gli ordini" imposti dai fucilieri che svolgono una sorta di servizio d'ordine della manifestazione.

 

Pagina 4 - L'attrezzatura del professionista

Sul fronte attrezzatura: cosa usi nell'attività di tutti i giorni e cosa hai usato per il tuo servizio in Sardegna?

la mia macchina di tutti i giorni è una Nikon D700. Quando ho realizzato il lavoro in Sardegna avevo ancora una Nikon D200. Possiedo più di 20 macchine fotografiche, diciamo però che quelle che uso con una certa costanza sono l'Hasselblad 500cm, le tre Nikon, La Holga (e l' iPhone con l'app Hipstamatic).

A questo proposito, il formato quadrato è una scelta dettata dall'attrezzatura o è una scelta stilistica che ha dettato la decisione di optare per un certo tipo di attrezzatura?

Il formato quadrato è quello che sento mio, mi viene molto naturale comporre la foto con questo formato. Credo che derivi dall'uso dell' Hasselblad: oggi scatto in digitale con una Nikon FX full frame e penso già in fase di scatto al taglio quadrato che darò poi in fase di postproduzione. Mi piacerebbe acquistare un dorso digitale per la mia Hasselblad: credo di riuscire ad esprimermi al meglio col formato quadrato.

Progetti attuali?

Al momento sto ultimando un lavoro su un carnevale alpino molto particolare che si svolge in provincia di Como,  ho iniziato a gennaio e ho scattato fino alla scorsa settimana, ora sono in fase di editing. Nel frattempo sto chiudendo i reportage che ho realizzato alla fine del 2011 in Kosovo, Bosnia e nella Cina rurale. Inoltre sto creando nuovi contatti per proseguire il mio lavoro sull'estrema destra "Fascists". Di sicuro tornerò in Sardegna a caccia di altre storie.

Pagina 5 - Galleria fotografica: S'Ardia e gli altri lavori di Mattia Vacca

Vi proponiamo alcuni degli scatti più significativi dei lavori di Mattia Vacca: nella galleria abbiamo dato ampio spazio alle fotografie in formato quadrato del progetto S'Ardia, protagonista ai SWPA 2012, ma trovate anche un paio di foto del lavoro su Srebrenica e un assaggio del lavoro "Fascists" incentrato sul'estrema destra. Come detto in apertura vi rimandiamo al prossimo appuntamento con Mattia per i consigli a chi si avvicina al mondo della fotografia e a chi vorrebbe provare a fare della fotografia la propria professione.

GALLERY: Mattia Vacca: S'Ardia e gli altri progetti
(per vedere la gallery, guardare la versione completa dell'articolo)