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Canon G11: compatta, ma con assi da giocare
Canon G11: compatta, ma con assi da giocare
Roberto Colombo - 14 Giugno 2010
“Canon ha fatto una scelta controcorrente per la sua Powershot G11: ridurre la risoluzione del sensore, dai 14 megapixel della G10 agli attuali 10 megapixel. In questa prova andiamo ad analizzare la bontà di questa particolare scelta”
Pagina 1 - Introduzione

La compattezza è una caratteristica che in tutti i settori deve sempre accompagnarsi ad alcuni compromessi, spesso riguardanti il fronte della qualità. L'ambito relativo alla fotografia digitale è uno di quelli in cui questo è spesso più vero, tanto da far storcere il naso ai fotografi più esigenti ogni volta che il termine compatta viene accostato all'arte fotografica.

C'è da puntualizzare come questo comportamento non sia sempre giustificato, anzi prodotti come la Leica M9 rendono evidente come anche nel mondo digitale una macchina di dimensioni non troppo estese possa fornire il massimo della qualità. Scendendo alcuni gradini e arrivando nella cerchia delle fotocamere accessibili a un numero ben maggiore di tasche, pur con qualche compromesso, è possibile trovare buona qualità fotografica anche in corpi tascabili (o quasi). Il neonato, ma in continua ascesa, segmento delle fotocamere EVIL o CSC è un altro esempio, ma anche nella fascia delle compatte si trovano esempi a riguardo.

Solitamente si tratta di fotocamere compatte abbastanza di nicchia, caratterizzate da ottiche fisse e sensori più grossi della media delle compatte o con zoom di bassa escursione e sensori piccoli o di un passo più estesi. In questo settore troviamo attivi nomi come Sigma, Ricoh e la stessa Leica, presente inoltre a listino con fotocamere di elevato zoom sorelle gemelle dei modelli di punta Panasonic. Canon con la sua serie G ha sempre cercato di presidiare questo comparto e con la sua ultima uscita ha sparigliato le carte.

La scelta di diminuire, in controtendenza con il mercato e i dettami del marketing di massa, il numero di pixel stipati sul sensore rispetto alla generazione precedente ha trovato un plauso generalizzato. Canon è, infatti, passata dai 12 e 14 megapixel delle due generazioni precedenti, ai 10 megapixel su CCD in formato 1/1,7" dell'attuale Powershot G11. La curiosità nei confronti di questa scelta è tanta, ma prima di passare alla prova sul campo analizziamo nel dettagli la compatta pro di casa Canon.

Pagina 2 - Canon Powershot G11

Prima di passare all'analisi della macchina fotografica vi proponiamo una tabella riassuntiva delle specifiche tecniche della Canon Powershot G11, così come riportate sul sito italiano del produttore nipponico:

Sensore CCD di tipo 1/1,7"
Risoluzione 10 megapixel
Processore DIGIC 4 con tecnologia iSAPS
Obiettivo

6,1 - 30,5 mm (equivalente a 28 - 140 mm in formato 35 mm)
Zoom 5x
Apertura massima f/2,8-f/4,5
11 elementi in 9 gruppi (1 elemento asferico)

Stabilizzatore d'immagine Tipo sensor-shift
Messa a fuoco Tipo TTL
AiAF (Face Detection / 9 punti), 1 punto AF (tutte le posizioni disponibili, centrale fisso o Face Select and Track)
Modalità: Singola, continua, Servo AF/AE, Manuale
Selezione manuale tramite FlexiZone AF/AE, dimensioni (normale, piccola)
Illuminatore ausiliario
Distanza minima di messa a fuoco 1cm alla focale minima
Misurazione esposizione Valutativa (collegata al riquadro Face Detection), media ponderata al centro, spot (centrale o collegata al riquadro Face Detection AF o FlexiZone AF)
Blocco esposizione
Compensazione: +/- 2 EV in incrementi di 1/3 stop
i-Contrast avanzato per la correzione automatica della gamma dinamica
Filtro ND (3 stop)
Sensibilità ISO 80, 100, 200, 400, 800, 1600, 3200
Otturatore 1 - 1/4000 sec
Blianciamento del bianco Automatico (incluso bilanciamento della funzione Face Detection), Luce giorno, Nuvoloso, Tungsteno, Fluorescente, Fluorescente High, Flash, Subacquea, Personalizzato1, Personalizzato2.
Compensazione bilanciamento del bianco
Mirino Zoom a immagine reale, mirino ottico
Correzione diottrica
Display Display PureColor II VA (TFT) da 7 cm (2,8") orientabile, circa 461.000 punti
Copertura: circa 100%
Flash

Integrato
Slow Sync 1/2000sec
Sincronizzazione seconda tendina
Slitta flash esterni

Raffica 1,1 fps max
Dimensioni immagine (L e RAW) 3648 x 2736, (M1) 2816 x 2112, (M2) 2272 x 1704, (M3) 1600 x 1200, (S) 640 x 480, (W) 3648 x 2048.
Video

MOV [H.264 + PCM lineare (mono)]
640 x 480, 30 fps
320 x 240, 30 fps

Schede di memoria SD, SDHC, MMC, MMCplus, HC MMCplus
Batterie Batteria ricaricabile agli ioni di litio NB-7L (batteria NB-7L e caricabatterie inclusi)
Circa 390 scatti
Dimensioni e peso

112,1 x 76,2 x 48,3 mm
Circa 401 g

Rispetto alle precedenti generazione l'impostazione generale della macchina non è cambiata, così come l'estetica, sempre legata all'eleganza del nero e delle linee squadrate, senza lasciare spazio a fronzoli dettati dal design. Il frontale vede un'impugnatura leggermente sagomata in materiale antiscivolo e intorno all'obiettivo stabilizzato con focale equivalente 28-140 millimetri e apertura massima f/2.8-4.5 troviamo l'illuminatore ausiliario per l'autofocus, il mirino galileiano con visuale proporzionata all'estensione dello zoom, il flash integrato e, in basso a destra, il pulsante di rilascio della ghiera e degli accessori ottici aggiuntivi.

Il posteriore si inserisce nella tradizione delle compatte, ma vede la presenza di un numero davvero elevaqto di pulsanti e un display snodato da 2,8" pollici di diagonale e risoluzione pari a 461.000 punti. Sulla destra oltre alla ghiera di regolazione che fa da contorno al joypad a 5 vie troviamo i pulsanti di accesso al menu, di gestione del display, di gestione dei punti autofocus e della modalità di lettura esposimetrica, utilizzato anche per la commutazione in modalità manuale tra la regolazione di tempi e diaframmi.

Più in alto, nell'angolo a sinistra il primo dei pulsati che si solitamente si trovano solo sulle reflex ma che la G11 invece offre: il blocco del valore di lettura dell'esposimetro, funzione molto utile per la fotografia avanzata, soprattutto in accoppiata alla modalità di lettura spot. Ai lati dell'oculare, dotato i regolazione diottrica, troviamo il tasto di avvio della riproduzione degli scatti e un tasto personalizzabile a scelta con una delle funzioni più importati. La visione dall''alto è quella che rende maggiormente ragione dell'impostazione professionale, o comunque da amatori avanzati, della Canon G11.

Oltre alla slitta flash spiccano le molte ghiere di regolazione presenti, tra cui quella per la compensazione esposimetrica, davvero comodissima messa in quella posizione. La ghiera dei modi e quella della regolaizione della sensibilità ISO, anch'essa una vera manna, in quanto permette modifiche velocissime senza passaggi dal menu o combinazioni tasto+ghiera, sono concentriche, così come il pulsante di scatto e il comando d a due vie per la regolazione della focale. Completa il quadro il tasto di accensione, completo di LED di stato.

Il lato sinistro vede la presenza dell'altoparlante, mentre quello opposto, sotto uno sportellino rigido a molla ospita il connettore HDMI, quello per il controllo remoto e la presa miniUSB con uscita A/V. Il lato inferiore vede il foro filettato in metallo per l'aggiancio ai cavalletti centrato con il corpo ma non con il sensore e a fianco lo sportello rigido che protegge il vano scheda e batteria.

Dal punto di vista dell'interfaccia la presenza di ghiere e tasti scorciatoia rende l'accesso al menu molto limitato; a questo riguardo si segnala anche la possibilità di memorizzare due set di impostazioni predefinite, riguardanti tutte le voci del menu, da richiamare semplicemente ruotando la ghiera dei modi su C1 e C2. Si tratta di un'altra caratteristica tipica delle reflex, che eleva di un gradino il livello di usabilità di questa macchina.

Il menu è diviso in tre schede: la prima riporta in una listata verticale tutti i parametri di scatto, la seconda le impostazioni della macchina e la terza è la voce "My Menu" personalizzabile con i parametri di accesso più comune, per velocizzare il processo di regolazione. Anche grazie al corpo di dimensioni abbastanza generose e di ottima solidità, l'ergonomia è molto buona: i comandi sono ben raggiungibili e di utilizzo molto intuitivo.

Pagina 3 - Impressioni d'uso

  
Tre inquadrature dello stesso soggetto

Per chi arriva dal mondo delle vecchie macchine fotografiche analigiche e meccaniche il primo impatto con la Canon Powershot G11 è molto rassicurante:un corpo solido e di dimensioni abbastanza generose, chiare ghiere per la regolazione dei parametri di scatto più importanti, un mirino ottico galileiano, la slitta flash.

Il mirino ottico è certamente un benvenuto soprattuto per chi arriva dal mondo analogico, ma è da considerarsi un accessorio per le situazioni difficili, sia a causa del non eliminabile errore di parallasse, sia per le dimensioni (ingrandimento ridotto ed effetto tunnel abbastanza pronunciato); inoltre la mancanza totale di informazioni al suo interno non permette di utilizzarlo mentre si modificano i parametri di scatto.

Il resto dei richiami in stile un po' vintage è invece molto funzionale all'ergonomia della macchina: tra i principali parametri di scatto compensazione dell'esposizione e sensibilità ISO sono facilmente raggiungibili e modificabili tramite solide ghiere, decisamente molto più comode dei comandi di altre compatte che richiedono la combinazione di tasto+ghiera, di selezione del parametro e modifica tramite joypad o, addirittura, di passaggio per il menu.

La regolazione della coppia tempo diaframma se trova nelle modalità a priorità dei tempi o diaframmi un ottimo supporto nella ghiera concentrica al joypad a 4 vie, nell'uso completamente manuale richiede la commutazione tramite utilizzo del pulsante che fa da scorciatoia alla regolazione della lettura esposimetrica. I questo caso la prima pressione fa passare dalla regolazione dei tempi a quella dei diaframmi, mentre una seconda pressione dà accesso alla modifica della lettura esposimetrica ed è necessaria una terza pressione per tornare alla modifica dei diaframmi. Una soluzione dedicata, anche utilizzando allo scopo il pulsante personalizzabile in alto a sinistra, ci sarebbe piaciuta maggiormente.

Il comando di messa a fuoco manuale è accessibile dal joypad con il tasto in alto e regolabile tramite la ghiera concentrica. La soluzione in questo caso è molto veloce e semplice da utilizzare anche grazie all'ingrandimento automatico della zona di messa a fuoco. Non sempre però quest'ultima è percepibile in modo chiaro, soprattutto quando la luce non è molta e le immagini in Live-View sono disturbate da un po' di rumore elettronico; in questo caso un display a maggiore risoluzione (non che ci si possa in realtà lamentare dei 461.000 punti dello schermo da 2,8") avrebbe reso le operazioni più semplici e precise.

La possibilità di agganciare alla slitta flash esterni o trasmettitori, amplia molto le possibilità creative di questa compatta. Nella foto qui sopra, ad esempio, vediamo la piccola Canon G11 Powershot in una improbabile configurazione con flash a torcia.

Pagina 4 - Prova sul campo

Nell'utilizzo quotidiano la Canon Powershot G11 mtte in luce tutti i suoi pregi e i suoi difetti; questi ultimi sono da ricondursi principalmente al fatto di essere una fotocamera compatta, aspetto che in alcuni casi è un vantaggio tale da far dimenticare in fretta le eventuali limitazioni.

Rispetto alle ibride di nuova generazione, EVIL o CSC a seconda delle definizioni dei produttori, la Canon G11 vince sotto l'aspetto delle dimensioni: l'ottica collassabile che rientra quasi del tutto nel corpo rende la macchina più piccola di qualsiasi ibrida con ottica montata e, sebbene lo spessore non sia quello delle tascabili, permette il trasporto dell'apprecchio nelle tasche di giacche e giacconi senza alcun problema.

La qualità degli scatti ottenuti lavorando i pieni automatismi non la stacca molto dal panorama del resto delle compatte, ma le possibilità di regolazione manuale con la buona ergonomia descritta nella pagina precedente permettono al fotografo di cucirsi addosso la macchina, personalizzandone i comandi e regolando in modo preciso e veloce i parametri di scatto, fino ad ottenere, anche grazie al supporto RAW, scatti inarrivabili per le compatte punta&scatta. Per avere un'idea della flessibilità del RAW della Canon G11 vi rimandiamo alla prova pratica di Aperture, in cui abbiamo utilizzato alcune foto della compatta nipponica come base per il confronto di diversi software di elaborazione.


La Canon Powershot G11 a 3200 ISO

In questo senso la flessibilità della macchina e la sua trasportabilità la rendono un ottimo apparecchio da reportage, in tutte quelle condizioni in cui una reflex risulta troppo ingombrante e si fa notare in modo eccessivo. Naturalmente al calare delle tenebre il sensore da 1/1,7" tradisce tutte le sue limitazioni, ma anche in questo caso il supporto RAW, unito alle ultime tecnologie in fatto di contenimento del rumore in post produzione sono una decisa marcia in più rispetto a quanto solitamente offrono le compatte.

Con la Canon G11 è possibile scattare con grande tranquillità a 800 ISO e si può alzare la sensibilità al valore di 1600 senza troppe remore. Lo scatto della ghiera a 3200 ISO è da considerarsi una soluzione più estrema, anche se apprezziamo il fatto che Canon abbia limitato la gamma delle sensibilità a quelle "pienamente accettabili" senza includere livelli superiori, buoni solo da scrivere sulle targhette per ragioni di marketing.

La modalità ad alta sensibilità indicata sulla ghiera dei modi con il simbolo del lume di candela permette di ottenere scatti a risoluzione ridotta a 2,5 megapixel che riportano nei dettagli un valore ISO pari a 8000 e che visualizzati in formato ridotto offrono buon contrasto, colori realistici e buona gamma dinamica; nell'analisi al dettaglio le cose cambiano radicalmente e rumore, risoluzione ridotta e mancanza di nitidezza emergono pesantemente e cadono decisamente sotto la sufficienza. Se la foto è destinata alla stampa di piccolo formato la modalità è comunque utilizzabile e permette di salvare scatti davvero difficilissimi.

 
Due scatti successivi: senza e con il filtro ND attivato

Abbiamo trovato molto simpatico il filtro ND (Neutral Density) attivabile da menu, dato per attenuare di 3 stop la luce in entrata in direzione del sensore. Questo filtro è utilizzato in fotografia per allungare i tempi di scatto e ottenere effetti particolari. Qui sopra potete vedere un esempio di una foto ottenibile in modalità classica e dell'effetto donato invece dall'uso del filtro ND e dal conseguente allungamento del tempo di esposizione.

Pagina 5 - Canon Powershot G11 e G10 a confronto

La scelta di Canon di diminuire la risoluzione del sensore di una buona fetta da una parte testimonia la volontà di ricercare la qualità scendendo dal treno della rincorsa ai megapixel, dall'altra permette anche a livello di marketing di non seppellire il modello precedente, come invece spesso accade. Canon Powershot G10, con i suoi 14 megapixel rimane un'alternativa interessante sul mercato.

Abbiamo avuto a disposizione in redazione le due macchine per un pomeriggio e le abbiamo messe alla prova in situazioni simili. La prima cosa che abbiamo notato è l'ergonomia migliorata della G11: pochi arrotondamenti hanno reso la macchina più comoda da impugnare. Il display snodato è uno dei passi avanti più interessanti tra i due modelli e torna a una delle eredità storiche della serie G. La risoluzione del display raddoppiata non si nota molto in generale, ma rappresenta un importante punto di differenziazione nelle fasi di messa a fuoco manuale, dove la parte centrale a forte ingrandimento risulta molto più leggibile sulla G11.

Fotografando le mire ottiche e il Color Checher Gretag Macbeth abbiamo investigato il comportamento delle due macchine per avere un dato oggettivo sull'effettivo scarto nella risoluzione effettiva e sulla gestione dei colori e del rumore ad alti valori di ISO. A questo ultimo proposito si nota come sulla G11 la sensibilità di 3200 ISO sia inserita nella ghiera tra quelle standard, dove comunque rappresenta il valore massimo, mentre nella G10 è indicato come HI, seguendo la filosofia adottata in ambito reflex.

Canon Powershot G11
Canon Powershot G10
80 ISO
80 ISO
1600 ISO
1600 ISO
3200 ISO

La sorpresa arriva fin dalle prime analisi: entrambe le macchine partono a 80 ISO con una risoluzione orizzontale uguale e pari a 1824 LW/PH, mantenuta dalla G10 anche in verticale, situazione che invece vede la G11 calare a 1642. A 100 ISO la situazione è uguale, mentre a partire da 200 ISO la G11 mette in luce la bontà della scelta fatta da Canon: se i valori di risoluzione della G11 restano invariati fino a 100 ISO, la G10 vede già un calo in entrambe le direzioni a 1642 LW/PH.

Il valore di 800 ISO vede scendere le macchine di un gradino di risoluzione, mentre 1600 ISO rappresentano il vero spartiacque tra le due fotocamere, con la G10 che perde diverse posizioni attestandosi su un valore di risoluzione pari a 1163 LW/PH, con la Canon G11 stabile invece nelle due direzioni a 1505 LW/PH. Il calo drastico della risoluzione avviene per la G11 a 3200 ISO, mantenendo comunque il dato orizzontale superiore ai 1600 ISO della G10 con 1277 LW/PH e quello verticale pari, con 1163 LW/PH.

Pagina 6 - Canon Powershot G11 e G10 a confronto - parte seconda

Se i dati di risoluzione permettono di fare un'analisi analitica della crescita del rumore elettronico al crescere della sensibilità ISO è anche vero che ciò che spesso conta è la gestione generale di quest'ultimo e la resa finale delle fotografie. In questo campo la soggettività entra pesantemente nel giudizio e opinioni anche discordanti, la preferenza verso grana evidente o particolari molto ammorbiditi, tra colori vivi con presenza di falsi cromatismi o colori uniformi ma più sbiaditi, hanno pieno diritto di esistere e convivere.

Affinché ognuno possa farsi la propria opinione vi proponiamo una serie di scatti a diverse sensibilità effettuati nel nostro laboratorio. Vi proponiamo i JPEG usciti dalle due macchine in quanto lo sviluppo dei file RAW introduce un'altra variabile "umana" e anche perché per posizionamento sul mercato le due fotocamere rientrano ancora in quelle fasce molto utilizzate anche da chi scatta solo in JPEG e non ha tempo/voglia di investire ore nello sviluppo in camera bianca.

Canon Powershot G11
Canon Powershot G10
80 ISO
80 ISO
1600 ISO
1600 ISO
3200 ISO

Le foto alla nostra scena tipo testimoniano quanto già detto nella pagina precedente: il valore di 1600 ISO rappresenta il vero spartiacque tra le due fotocamere. La G11 dimostra di gestire bene il umore, magari ammorbidendo fin troppo i particolari più fini; la G10 dimostra di essere "impiccata" a quel valore di sensibilità messa da Canon a fare da limite alle sensibilità standard utilizzabili. Il risultato è similare ai 3200 ISO della G11, che risultano però leggermente più puliti da macchie.

Canon Powershot G11
Canon Powershot G10
80 ISO
80 ISO
1600 ISO
1600 ISO
3200 ISO

Anche l'analisi delle mire Gretag Macbeth restituisce un risultato in linea con quanto esposto sopra, ad ulteriore conferma che la scelta di Canon di diminuire la quantità di pixel stipati sul sensore della G11 è pienamente condivisibile.

Conclusioni

La domanda che la maggior parte delle persone si pone è: "Ha senso comprare una macchina fotografica di questo genere?". Stanziare il budget per l'acquisto di una Canon Powershot G11 e poi utilizzarla solo in pieni automatismi al pari di una qualsiasi compatta non ha molto senso, in quanto in questo frangente i JPEG in uscita dalla macchina sono comparabili con quelli di altre compatte di fascia medio-alta proposte a prezzi inferiori e con dati di targa di maggiore rilievo, soprattutto in termini di escursione dell'ottica.

Per utilizzi più avanzati, in cui la mano del fotografo e la sua creatività sono in primo piano invece la Canon G11 dimostra di avere qualche marcia in più. La flessibilità offerta dal RAW e merce rara in ambito compatte e permette un lavoro fine di postproduzione, inapplicabile nel caso del semplice JPEG, magari molto compresso per

Pagina 7 - Conclusioni

La domanda che la maggior parte delle persone si pone è: "Ha senso comprare una macchina fotografica di questo genere?". Stanziare il budget per l'acquisto di una Canon Powershot G11 e poi utilizzarla solo in pieni automatismi al pari di una qualsiasi compatta non ha molto senso, in quanto in questo frangente i JPEG in uscita dalla macchina sono comparabili con quelli di altre compatte di fascia medio-alta proposte a prezzi inferiori e con dati di targa di maggiore rilievo, soprattutto in termini di escursione dell'ottica.

Per utilizzi più avanzati, in cui la mano del fotografo e la sua creatività sono in primo piano invece la Canon G11 dimostra di avere qualche marcia in più. La flessibilità offerta dal RAW è merce rara in ambito compatte e permette un lavoro fine di postproduzione, inapplicabile nel caso del semplice JPEG, magari molto compresso. L'ottica avrebbe potuto essere un po' più luminosa, soprattutto alla massima focale, garantendo ulteriori possibilità anche in condizioni di scarsa illuminazione, dove già la G11 ha dimostrato di sapersi difendere in modo buono.

Il passaggio dai 14 megapixel della Canon G10 ai 10 megapixel della nuova G11 sono una scelta che merita un plauso su tutti i fronti. La nitidezza complessiva del sistema non diminuisce in quantità così drastica come ci si aspetterebbe a leggere i semplici numeri, anzi, addirittura, al crescere della sensibilità ISO la Canon G11 permette di risolvere dettagli più fini di quanto non faccia la sorella.

Lanciata con un prezzo di listino in grado di spaventare molti utenti, € 625,00 ora la Canon G11 è disponibile online a quasi 200 euro in meno, inserendola in una fascia ben più accessibile e concorrenziale altre interpretazioni della concorrenza. Ponendosi attualmente un gradino di prezzo sotto le fotocamere EVIL, la Canon G11 Powershot ha molte carte da giocare ed è in grado di calare anche alcuni assi capaci di sorprendere anche i fotografi più scettici nei confronti delle fotocamere compatte.

GALLERY: Canon Powershot G11
(per vedere la gallery, guardare la versione completa dell'articolo)