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Cavalletti: la rivincita della "Serie B"
Cavalletti: la rivincita della "Serie B"
Matteo Cervo - 14 Gennaio 2009
“Quattro cavalletti messi a confronto. Benro e Vanguard si affacciano sul mercato italiano con modelli in alluminio e carbonio”
Pagina 1 - Introduzione

La nitidezza di un immagine fa la differenza tra uno scatto riuscito ed un ottimo scatto: per assicurarsi sempre la massima nitidezza, una delle condizioni necessarie è la stabilità. In fotografia possiamo tradurre questo aspetto rispettando i tempi di sicurezza ed avvalendoci di uno strumento essenziale che è il cavalletto.

Il cavalletto viene spesso considerato un accessorio, ed in quanto tale, riceve poca attenzione da parte del fotografo. Sia utilizzando un grandangolo per riprendere un paesaggio, che scaricando la massa di un pesante teleobiettivo, il cavalletto risolve molte situazioni. Non è necessario che le condizioni di ripresa siano critiche, le stesse vibrazioni che il corpo trasmette alla fotocamera in condizioni standard possono pregiudicare la nitidezza di immagine. Inoltre l'utilizzo del cavalletto aiuta, in particolar modo nel paesaggio, a ragionare l'inquadratura. Un altra situazione, come la fotografia macro in luce ambiente, rivoluziona il concetto di tempo di sicurezza a cui si aggiunge la problematica di riprese con rapporto di ingrandimento 1:1 spesso su focali medio lunghe.

Tutti questi aspetti dovrebbero far riflettere sulle personali necessità di acquisto e su di una valutazione oculata del modello. Se il concetto chiave è stabilità, diventa inutile acquistare un cavalletto in plastica da pochi euro o con la testa in plastica che fletterà per il solo peso della fotocamera. Le caratteristiche generali di un buon cavalletto si riassumono nella stabilità e robustezza generale e nella portata garantita che deve sostenere il peso della fotocamera e relativo obiettivo. Le gambe telescopiche sono oramai adottate nella grande maggioranza dei modelli ed è bene sceglierle a non più di tre sezioni, in questo modo ci si assicura una discreta altezza dal suolo senza perdere stabilità: maggiore è il numero di sezioni, maggiore sarà la flessione subita e quindi la vibrazione potenziale.

Non solo l'altezza massima è importante ma anche la dimensione da chiuso e l'altezza minima. Dimensioni contenute del cavalletto quando questo è chiuso sono da preferire per la praticità di trasporto che ne consegue. L'altezza minima da terra deve essere anch'essa la minore possibile per permettere riprese almeno a 30 cm. dal terreno, nel caso in cui la colonna centrale sia invertibile, si potrà arrivare anche raso terra.

Chi fotografa all'aperto od in montagna conosce bene le potenzialità offerte da un treppiede con le gambe apribili secondo diversi angoli; non sempre le caratteristiche del terreno consentono di posizionare la fotocamera in bolla  a causa di ostacoli od asperità.

Infine, il peso del cavalletto stesso è sinonimo di stabilità, a livello teorico dovrebbe essere il maggiore possibile ma di certo non sarebbe uno strumento molto pratico. Un buon cavalletto, con una solida costruzione meccanica, dovrebbe pesare almeno tra 1,5 e 3 Kg. Chi necessità di treppiedi più resistenti si scontrerà anche con dei pesi maggiori ma d'altra parte, saprà anche che è un compromesso che ripagherà la fatica con i risultati a livello fotografico.

La testa montata sul cavalletto apre un grandissimo capitolo che non tratteremo in questa introduzione, nè in seguito nella comparativa. Spendiamo solo poche parole per mettere in chiaro il fatto che un buon cavalletto senza una buona testa è del tutto inutile. Resistenza e rigidezza, accoppiamento perfetto con il treppiede e fluidità del movimento sono caratteristiche imprescindibili. E' la testa che vincola la fotocamera. Esistono molti modelli differenti di teste: a tre movimenti, a due movimenti, panoramiche, micrometriche a cremagliera, fluide, a sfera, con o senza frizione, ecc. Ognuna delle quali specificatamente studiata per dare il massimo della resa per il determinato genere di fotografia per il quale è stata progettata, valutate quale vi risulterà più utile magari anche con il vostro negoziante di fiducia.

Da pochi mesi a questa parte, si sono affacciati sul mercato italiano due nuove case produttrici: Benro e Vanguard. Entrambe producono cavalletti, monopiedi e teste. Benro è commercializzata per l'Italia da Rinowa e Vanguard da Pentax. Da sempre, i due produttori del settore più conosciuti sono Manfrotto e Gitzo che grazie alla indiscussa qualità dei loro prodotti dominano la scena e risultano punto di riferimento sia per i professionisti che per gli amatori.

Per questo motivo le case minori come Benro e Vanguard vengono considerate di "serie B", nonostante le soluzioni adottate e la qualità dei materiali siano competitive. In questa comparativa abbiamo messo a confronto due modelli della serie Tracker di Vanguard e due modelli, rispettivamente in alluminio e in carbonio, di Benro.

Pagina 2 - Scheda tecnica e panoramica di insieme

I modelli presi in esame sono quattro: Benro 500Ex in kit con la testa a sfera BH-1, Benro C-197-n6 con testa HD-18 Quick a tre movimenti, Vanguard Tracker I con testa PH-50 a tre movimenti e Vanguard Tracker IV con testa PH-55 a tre movimenti.

Modello

Benro 500 Ex

Benro C-197-n6

Vanguard Tracker I

Vanguard Tracker IV

Sezione gamba max [mm] 26 25 28 32
Altezza min [mm] 630 600 720 795
Altezza max [mm] 1590 1570 1715 1880
Portata [Kg] 6 4,5 8 10
Modello testa BH-1 HD-18 Quick PH-50 PH-55

Tipologia

Sfera 3 Movimenti 3 Movimenti 3 Movimenti
Portata [Kg] 6 5 8 10

Peso Cavalletto[Kg]

1,78 1,52 2,46 2,75
Peso Testa[Kg] 0,41 0,51 0,70 0,75
Peso Complessivo [Kg] 2,19 2,03 3,16 3,50
Prezzo [euro] 149 279 199 249

Sia i modelli Vanguard che Benro sono cavalletti robusti, le portate variano a seconda del modello tra i 4,5 ed i 10 Kg, mentre il peso è compreso tra 1,5 e 3,5 Kg. L'altezza media supera il metro e mezzo e tutti e quattro hanno la possibilità di invertire la colonna centrale. Con queste caratteristiche generali si inseriscono nel segmento di maggiore interesse per i fotografi che necessitano di un sostegno stabile ma non eccessivamente pesante.

Da sinistra a destra i modelli Vanguard Tracker IV, Vanguard Tracker I, Benro C-197-n6 e Benro 500Ex

Trovano posto a lato dello zaino fotografico od agganciati ad uno zaino da alpinismo, inoltre i modelli Vanguard sono corredati da tracolla e spallaccio mentre i modelli Benro vengono venduti con apposita borsa a tracolla.

Non abbiamo sottoposto i treppiedi a prove di trazione e compressione meccanica, li abbiamo invece testati sul campo e saggiato le prestazioni d'uso.

Pagina 3 - Benro 500Ex con testa a sfera BH-1

Il 500Ex è un cavalletto in alluminio con gambe telescopiche a tre sezioni e colonna centrale regolabile in altezza ed invertibile. Viene venduto in kit con la testa a sfera BH-1 e tutto il complesso è in grado di supportare fino a 6 Kg. Portata e praticità della testa a sfera ne fanno la prima scelta per il fotografo naturalista che vuole viaggiare con un accessorio pratico e leggero.

Le gambe sono ricoperte nella parte alta di spugnature che ne facilitano la presa ed aumentano il comfort con basse temperature.

Dopo diversi giorni passati sotto pioggia e neve, non abbiamo rilevato segni di ossidazione e le spugnature hanno mantenuto consistenza e posizione originale. Le gambe possono essere singolarmente aperte con tre diversi angoli per adattarsi ad ogni condizione di appoggio offerta dal terreno. La sezione maggiore ha un diametro di 26 mm. e contiene le rimanenti due sezioni che vengono bloccate in posizione tramite un blocco a leva.

La colonna centrale è di sezione tonda e ne viene evitata la rotazione tramite un sistema  a cava e spinetta: la cava è ricavata sulla colonna mentre la spina si trova all'interno della piantana centrale.

All'esterno della piantana trovano posto una piccola bussola e la livella a bolla. Caratteristica molto interessante dei cavalletti Benro è la loro compatibilità con le teste Gitzo e Manfrotto, la piastra di appoggio della testa è corredata da una vite doppio maschio da 1/4" e 3/8".

La testa che equipaggia il 500Ex è la BH-1, una testa a sfera con blocco a frizione; la fluidità di movimento permessa ne fa il sostegno ideale per i teleobiettivi utilizzati in fotografia sportiva o naturalistica, dove la praticità del libero movimento è condizione essenziale per centrare il giusto scatto.

L'attacco rapido della piastra di aggancio è completato da un sistema di sicurezza a doppia leva che ne  evita lo sgancio accidentale. Bisogna infatti premere contemporaneamente sia la leva principale che quella di sicurezza per poter liberare la piastra dalla testa.

La leva principale porta impresso il marchio Benro, la leva di sicurezza si trova sotto la principale.

La colonna centrale può essere invertita in modo da facilitare le riprese macro o quelle a livello del terreno.

La cura dei dettagli è un aspetto che Benro non ha tralasciato, il cavalletto viene infatti fornito completo di borsa a tracolla e set di attrezzi per serrare le viti a brugola ed i bulloni delle gambe.

Chiavi e tracolla trovano posto in una tasca interna alla borsa completa di cerniera.

Pagina 4 - Benro C-197-n6 con testa HD-18 Quick a tre movimenti

Il modello C-197-n6 fa parte della serie in carbonio di Benro, grazie alle caratteristiche meccaniche del materiale è possibile ottenere un cavalletto molto leggero, questo modello ad esempio pesa solamente 1,52 Kg ed è in grado di supportare 4,5 Kg.

 

Rispetto al modello Ex-500, il C-197-n6 si differenzia non solo per la scelta dei materiali: le gambe telescopiche a tre sezioni vengono bloccate tramite sistema conico a vite, la boccola gommata risulta molto comoda e permette con un unico movimento di liberare entrambe le sezioni telescopiche.

Ulteriore differenza si trova nella piantana snodata che permette non solo di invertire la colonna centrale, ma anche di posizionarla secondo diversi angoli rispetto al piano orizzontale.

La libertà di movimento permessa assicura sempre il mantenimento del piano di scatto, i fotografi macro apprezzeranno di certo questa specifica. La struttura snodata della piantana è estremamente robusta e restituisce un senso di sicurezza.

Anche questo modello permette di regolare singolarmente le gambe secondo diversi angoli di apertura. Un blocco di sicurezza assicura il mantenimento della posizione prescelta.

 

La testa a tre movimenti che equipaggia il C-197-n6 è la HD-18 Quick.

Le manopole sono piccole e ben posizionate, una volta raggiunta la posizione desiderata, basta una leggera torsione per bloccare la fotocamera in posizione. Il beccheggio dell'obiettivo non è totale e viene limitato dalla presenza della manopola di regolazione sul piano verticale.

Anche questa testa adotta il sistema di aggancio rapido della piastra, le modalità sono identiche a quelle utilizzate per la testa BH-1.

Oltre alla borsa ed agli attrezzi forniti in kit, il modello C-197-n6, gode anche della possibilità di sostituire i piedini gommati con dei puntali in ferro.

Pagina 5 - Vanguard Tracker I con testa PH-50 a tre movimenti

La struttura dei modelli Vanguard si differenzia radicalmente dagli avversari Benro, la struttura tubolare è molto solida anche in relazione al fatto che le portata da supportare si attesta ai 9 Kg. La colonna centrale è di sezione esagonale ed anch'essa può essere invertita.

 

Uno degli aspetti che ci ha maggiormente colpito è l'estensione in altezza che raggiunge il cavalletto con la colonna interamente sollevata.

A destra il modello Tracker I, altezza massima 1,90.

Il blocco delle gambe telescopiche a tre sezioni è a leva ed anche questo modello permette di regolare l'angolo di apertura delle gambe.

A fronte di una solida struttura del treppiede ci ha lasciato molto perplessi la qualità offerta dalla testa PH-50: è necessario stringere le manopole con forza, a volte eccessiva, perché venga assicurata la stabilità della fotocamera in posizione. In particolar modo, nell'utilizzo con teleobbiettivi pesanti che spostano il baricentro del complesso lente-fotocamera non è raro veder abbassare lentamente l'obiettivo a seguito del basso vincolo assicurato dalla testa.

La testa appoggia su di una piastra proprietaria, non compatibile con altre case. Questo aspetto gioca sicuramente a svantaggio di Vanguard.

La piastra ad aggancio rapido da montare sulla testa viene fornita in due modelli, una con vite da 1/4" ed una con vite da 3/8". Il sistema di sicurezza dello sgancio rapido raccoglie sia un sistema a spina che uno a vite.

Una piccola chiave a esagonale trova posto su di una delle gambe in modo da avere sempre a disposizione un accessorio indispensabile per effettuare la manutenzione ed il serraggio dei dadi.

La serie Tracker non è corredata da borsa ma da una tracolla regolabile con spallaccio per facilitarne il trasporto.

Questa soluzione risulta funzionale, lo spallaccio ha una buona imbottitura che rende il trasporto più confortevole, soprattutto in relazione al peso del cavalletto.

Pagina 6 - Vanguard Tracker IV con testa PH-55 a tre movimenti

Il modello IV rappresenta la punta della serie Tracker: 10 Kg di portata ed una estensione massima che supera i 2 metri, ne fanno uno tra i giganti della sua classe di peso. Le caratteristiche sono molto simili al modello Tracker I, a parte la testa in adozione che passa dalla PH-50 alla PH-55.

A sinistra il modello Vanguard Tracker IV in completa estensione, supera i 2 metri di altezza.

La testa PH-55 ha uno snodo differente rispetto alla PH-50, strutturato come un giunto restituisce un idea di maggiore solidità. Anche questo modello non ci ha soddisfatti per quanto riguarda il mantenimento della posizione. Per di più, la manopola che regola l'alzata laterale della fotocamera, è piccola e molto vicina alla testa rendendo la sua presa disagevole.

Chiave esagonale inserita su di una gamba, tracolla, angolo delle gambe regolabile e piastra con doppio sistema di sicurezza sono le caratteristiche che condivide con il fratello minore Tracker I.

Pagina 7 - Conclusioni

Durante la prova sul campo abbiamo legato ognuno dei quattro modelli proposti allo zaino e li abbiamo portati in giro con noi ad assisterci durante le più svariate operazioni di ripresa. A livello meccanico ogni modello si è comportato egregiamente, anche se non è possibile dare un giudizio definitivo su di un accessorio come il cavalletto, che andrebbe testato adeguatamente sul lungo periodo (mesi, anni).

Modello

Pro

Contro

Benro 500-Ex Qualità costruttiva e dei materiali, borsa, allestimento con testa sfera Blocco delle gambe a leva, sensibilità delle gambe ad infiltrazioni di sporco tra le sezioni
Benro C-197-n6 Qualità costruttiva e dei materiali, borsa, colonna centrale regolabile in orizzontale, fluidità e resistenza della testa a tre movimenti,peso contenuto Portata ridotta
Vanguard Tracker I Solidità costruttiva del treppiede, estensione e portata Testa di bassa qualità
Vanguard Tracker IV Solidità costruttiva del treppiede, estensione e portata Testa di bassa qualità

Il Benro 500-Ex è un cavalletto leggero e resistente che trova posto comodamente a lato dello zaino fotografico. Grazie anche all'allestimento con testa a sfera, è una buona scelta per il fotografo naturalista abituato a coprire lunghe distanze a piedi e che necessità di un treppiede stabile ma dal peso contenuto. E' un peccato che il blocco delle sezioni non sia stato costruito con lo stesso sistema a cono del fratello in carbonio C-197-n6: le leve di blocco fanno il loro dovere ma rallentano la velocità di apertura e chiusura di uno strumento che, per come è configurato, dovrebbe considerare questo aspetto. Chi pratica fotocaccia vagante necessità di un cavalletto veloce. Abbiamo riscontrato una certa sensibilità alle infiltrazioni di terra e polvere nell'ultima sezione delle gambe, ma questo aspetto potrebbe anche essere dovuto ad imprecisioni costruttive del particolare pezzo che abbiamo avuto in prova.

Il Benro C-197-n6 ha l'unica pecca di non eccedere in portata, un paio di Kg in più ne farebbero un agguerrito concorrente di treppiedi di fascia superiore. La qualità e le finiture ci hanno lasciato molto soddisfatti. Oltre alla struttura in carbonio che lo rende molto leggero, possiede il grande pregio di poter posizionare la colonna centrale secondo diversi angoli, portandola anche parallela al terreno. Potremmo definirlo un treppiede tutto fare con una grande potenzialità per le riprese macro. Borsa ed attrezzi completano un ottimo prodotto

Vanguard Tracker I e IV sono due giganti dalle caratteristiche molto simili. Appena presi in mano ci si rende conto della robustezza della struttura, anche con le gambe totalmente estese ed un altezza che supera il metro e novanta, la stabilità e totale. Grazie alle portate di 9 e 10 Kg possono tranquillamente sostenere pesanti teleobiettivi. Il loro maggiore handicap è riscontrato nella testa che non rende ragione alla qualità del treppiede: un vero peccato che l'attacco della testa non sia compatibile con altri produttori del mercato e che le manopole vadano strette oltremodo per assicurare il mantenimento della posizione.