Canon EOS 5D Mark IV, la prova completa

Canon EOS 5D Mark IV, la prova completa

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Una reflex performate e molto versatile, utilizzabile da appassionati esigenti e professionisti in quasi qualunque ambito. Le novità rispetto al modello precedenti sono tante e la dotazione è full-optional, ma il prezzo ormai è da ammiraglia.”

Dual Pixel RAW

La caratteristica dei sensori Dual Pixel è, come noto, quella utilizzare pixel costituiti da due fotodiodi, utilizzabili (leggibili) congiuntamente o separatamente. Nella 5D Mark IV, questa caratteristica è stata sfruttata per creare la funzione Dual Pixel RAW, cioè un "doppio" RAW contenente due immagini riprese da due punti di vista leggermente differenti.

Opportunamente elaborati all'interno di Digital Photo Professional, il RAW converter fornito con le fotocamere Canon (non è possibile utilizzare altri software), i file Dual Pixel RAW consentono di effettuare in post-produzione tre tipi di regolazioni: Image Microadjustment, che consente di regolare la posizione di massima nitidezza; Bokeh Shift, che consente di spostare orizzontalmente le zone sfocate, in modo da coincidere meglio con gli elementi a fuoco; infine, Ghosting Reduction, la cui funzione è ovviamente quella di ridurre artefatti come bagliori (flare) e ghost.

Purtroppo, nessuna dell tre funzioni, pur molto interessanti sulla carta, si è dimostrata particolarmente efficace. Image Microadjustment è potenzialmente la più interessante. Sarebbe infatti eccezionale, per il ritrattista che lavora con diaframmi molto aperti, poter effettuare quel piccolo affinamento necessario a ottimizzare la nitidezza sugli occhi del soggetto. Purtroppo, l'entità dell'intervento concesso è davvero molto ridotta.

Molto dipende ovviamente dall'ottica in uso e dalla distanza di scatto, e nelle immagini qui sopra ci siamo posti in condizioni volutamente difficili: ottica macro, profondità di campo (considerando un circolo di confusione 0,025mm) pari a soli 7mm. Per quanto difficili, però, lo scatto con piccolo-medio tele a distanza ravvicinata (nel nostro caso, circa 80 cm) è comune per il ritrattista. Per dare un termine di paragone noto, la funzione di micro-regolazione AF consente regolazioni di un'ordine di grandezza superiori.

Qui sopra, un caso più favorevole: ottica grandangolare 18mm, profondità di campo (sempre con circolo di confusione di 0,025mm) pari a 36 cm.

Più evidente l'effetto della regolazione Bokeh Shift (sotto), che effettivamente sposta in modo visibile la zona fuori fuoco dell'immagine sull'asse orizzontale. In questo caso, però, è la funzione in sé a essere, a nostro avviso, di limitata utilità.

Infine, la funzione Ghosting Reduction è anch'essa molto interessante ma, non essendo l'artefatto esattamente prevedibile (il fotografo può solo attivare il Dual Pixel RAW quando si trova in condizioni "di pericolo"), si finisce per pagare lo scotto del maggior ingombro dei file e delle minori prestazioni della fotocamera per l'intera sessione.

In definitiva, siamo lieti di vedere sviluppate funzioni innovative, e speriamo che Canon prosegua su questa via. Al momento, però, questa prima implementazione di Dual Pixel RAW appare di scarsa utilità pratica.