EOS M6, mirrorless Canon nella sua forma migliore

EOS M6, mirrorless Canon nella sua forma migliore

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Sensore Dual Pixel CMOS ed elevate prestazioni in un corpo semplificato ma non troppo, che incarna alla perfezione lo spirito mirrorless senza scontentare chi desidera più controllo sull'immagine. ”

Ergonomia ed efficacia

La EOS M6 riesce, e con un certo successo, a far convivere in sé diverse anime. C'è quella semplificata, da fotocamera punta-e-scatta, che si esplicita con i programmi Smart Auto e le Scene; c'è quella intermedia, per chi è curioso e vuole approfondire, che si incarna nei programmi Assistente creativo e HDR; c'è infine, quella più flessibile dei programmi PASM.

I comandi, razionali e ben disposti, riescono a servire efficacemente diverse tipologie di utente. Paradossalmente, sono proprio alcune semplificazioni (o lacune, secondo i punti di vista), come l'assenza del mirino, a rendere l'insieme equilibrato e godibile. Ad esempio, inquadrando da mirino, la selezione del punto AF tramite display touch semplicemente "non funziona", e sulla M6 non c'è spazio per un joystick posteriore; inquadrando da schermo posteriore, viceversa, appare più naturale selezionare il soggetto da mettere a fuoco con il pollice.

L'unico vero appunto che si può muovere al corpo macchina, a livello ergonomico, è legato alle dimensioni: piccola la fotocamera, piccoli i pulsanti, da utilizzare tutti in punta di dita. Giustamente protetto contro pressioni accidentali il pulsante video, mentre la posizione del pulsante Blocco AE obbliga a lasciare parzialmente l'impugnatura; la soluzione non è ottimale ma, visto lo spazio disponibile, non vediamo alternative migliori.   

La leggibilità del display, elemento essenziale mancando il mirino, è ottima in interni e discreta in esterni, laddove al livello standard (3/5) di luminosità lo schermo può risultare di difficile lettura – meglio, nel caso, passare immediatamente alla luminosità massima (5/5). Nessun problema invece nel caso di scene notturne: la M6 è una delle poche fotocamere a disporre di un'apposita modalità con menu arancio a basso contrasto. 

Il sistema AF complessivamente lavora molto bene, con ottime doti di riconoscimento del soggetto. Validissime pure le capacità di inseguimento, anche nel caso di movimenti rapidi e di temporaneo oscuramento (o uscita di scena) del soggetto; in quest'ultimo caso, per un efficace "recupero", è essenziale un elevato contrasto cromatico. 


In questa immagine si possono apprezzare gli ingombri del nuovo mirino EVF-DC2 e dello zoom tuttofare 18-150mm utilizzato per la prova.

Come detto parlando di prestazioni, la durata della raffica è abbastanza elevata da consentire al fotografo di essere efficace (anche utilizzando formato il RAW) di fronte ad azioni frenetiche. Questo non fa della M6 la fotocamera ideale per lo sport, ambito per il quale consideriamo essenziali un buon mirino e una gestione più precisa e puntuale dei punti AF, ma certo chi si trova saltuariamente a fotografare in questo ambito ha tutto il necessario per divertirsi – per inciso, lo stesso non poteva dirsi della M3.

Sempre a proposito di prestazioni, la M6 è nel complesso piacevolmente reattiva, con una sola eccezione: la modalità HDR; la combinazione dei tre scatti nell'immagine finale "blocca" la fotocamera per una decina di secondi.   

Tanto il sistema esposimetrico quanto il bilanciamento automatico del bianco si sono rivelati precisi e costanti. Quest'ultimo, in particolare, lavora davvero molto bene fino a 3200 ISO inclusi, esibendo in ogni caso scarti minimi fino alla massima sensibilità. 


L'App Camera Connet. Al centro in modalità Wi-Fi, con anteprima della scena inquadrata e completo controllo della fotocamera; a destra in modalità Bluetooth, con sola funzione di scatto remoto.

Una curiosità riguardo alle letture esposimetriche parziale e spot, che contrariamente al solito non sono collegate al punto di messa a fuoco; questo, obbligando alla misura centrale con seguente ricomposizione della scena, potrebbe sembrare sconveniente, ma il risvolto positivo è un'area di lettura centrale ben evidenziata sul display che favorisce la precisione.

Chiudiamo con le opzioni di connettività a smartphone, Wi-Fi e Bluetooth. La prima offre un controllo remoto evoluto, che consente di modificare cadenza di scatto, esposizione, sensibilità, modalità e punto di messa a fuoco, toccando direttamente la preview dell'immagine che compare sullo schermo del telefono. Con la connessione Bluetooth si ottiene invece un più semplice pulsante di scatto remoto.