Fujifilm X-Pro2, l'erede di un modello che è già parte della storia

Fujifilm X-Pro2, l'erede di un modello che è già parte della storia

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Migliorata in tutto, ma senza tradire lo spirito originale della capostipite, assicura una qualità d'immagine ai vertici della categoria. Il suo approccio old-style si può amare oppure odiare. ”

Mirino Multi Hybrid

L'esperienza d'uso con la X-Pro1 è fortemente caratterizzata dal peculiare mirino ibrido, posto nella classica posizione decentrata dei mirini galileiani. Si tratta di una felice unione tra un mirino ottico (OVF, Optical ViewFinder) e uno schermo LCD da 2,36 milioni di punti con refresh-rate di 85 fps (EVF, Electronic ViewFinder). Nessuno dei due è perfetto, su questa X-Pro2 come su nessun'altra fotocamera, ma Fujifilm consente di scegliere di volta in volta quale dei due utilizzare, offrendo sempre il meglio dei due mondi. Proprio il mirino Multi Hybrid è, per molti, il principale motivo di preferenza delle X-Pro su altri modelli Fujifilm X.

Il mirino ottico ha il pregio dell'immediatezza - non deve accendersi, e non soffre di alcun ritardo di aggiornamento. Può mostrare in sovrimpressione, se lo si desidera, moltissime informazioni, dai parametri di scatto alla livella elettronica, dall'indicatore della distanza di messa a fuoco all'istogramma, alla fotometria, e altro ancora. Quasi tutte queste informazioni sono visualizzate in un'area all'esterno della cornice di inquadratura, che risulta purtroppo di difficile lettura a causa dell'ingrandimento non elevatissimo del mirino - in pratica, bisogna spostare l'occhio "a rotazione" per leggere bene tutto.

A proposito di ingrandimento, questo è variabile (0,38-0,60x), per adattarsi alle diverse focali. Un simile range compensa bene le escursioni focali grandangolari, indicativamente dal 18 al 35mm, ma non è assolutamente sufficiente per i tele: oltre i 50-60mm, la cornice di inquadratura si fa così minuscola da rendere l'inquadratura di fatto impossibile. 

La copertura non è totale (92%), in presenza di obiettivi ingombranti la vista può risultare parzialmente oscurata e, come tutti i mirini galileiani, soffre di errore di parallasse, tanto per la cornice di inquadratura quanto per la posizione del punto di messa a fuoco; errore che è tanto più elevato quanto il soggetto è vicino. Alla pressione del pulsante a metà corsa, dopo la messa a fuoco, la fotocamera "corregge il tiro", mostrando l'effettiva cornice di inquadratura e l'effettivo punto di messa a fuoco, che saranno leggermente diversi da quelli mostrati inizialmente. Questo è il comportamento che i detrattori del mirino ottico trovano, generalmente, più fastidioso.

Una miglioria introdotta con la X-Pro2 è data dal cosiddetto telemetro elettronico, che in pratica non è altro se non un ingrandimento del punto di messa a fuoco mostrato nell'angolo inferiore destro. Trattandosi in questo caso di un'immagine elettronica, il particolare mostrato è l'effettivo soggetto inquadrato.

Il mirino elettronico, dal canto suo, offre i pregi che tutti conosciamo: anteprima esatta dell'immagine finale, con copertura del 100% del campo inquadrato, e anteprima in tempo reale di eventuali effetti applicati. L'implementazione in questa X-Pro2 è buona - reattivo all'accensione e con un refresh sufficientemente elevato da rendere fluido anche uno scrolling molto rapido, soffre comunque di black-out dopo lo scatto.

In particolare, durante lo scatto continuo, mostra la consueta "sequenza di fotogrammi" che non rappresentano ciò che realmente si trova davanti all'obiettivo. Inoltre, l'uso estensivo dell'EVF contribuisce a esacerbare il problema della ridotta durata della batteria.