Tutti i nuovi Zeiss Milvus alla prova: l'occhio del nibbio

Tutti i nuovi Zeiss Milvus alla prova: l'occhio del nibbio

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Zeiss ha recentemente creato una nuova famiglia di "prime" ad alte prestazioni per reflex 35mm: Milvus. Comprende un grandangolare 21mm da paesaggio, un 35mm da reportage, due obiettivi da ritratto 50mm e 85mm, e due "macro", 50mm e 100mm: Li abbiamo messi tutti alla prova, su un banco impegnativo come la EOS 5Ds.”

Metodologia di prova

Gli obiettivi in prova vengono testati innanzitutto per nitidezza, a ogni valore di apertura. I risultati vengono sempre sottoposti a un primo esame visivo quindi elaborati con il software Imatest 4 per la determinazione dei valori numerici.
Lo stesso software viene utilizzato anche per determinare aberrazioni cromatiche laterali, distorsioni e vignettatura (caduta di luce ai bordi dell'immagine).

Nel presentare i risultati, parliamo per brevità di "centro" e "corner"; si tenga presente che, per la struttura intrinseca del target di prova QA-77, il primo punto di misura è centrato orizzontalmente ma non verticalmente; "centro" deve essere quindi interpretato come "zona centrale che copre circa il 20% del fotogramma".  


Il potere risolutivo viene espresso numericamente in termini di LW/PH, mostrati dai relativi grafici. Maggiore è il valore, maggiore sarà la capacità dell'ottica di discriminare dettagli minuti. Interessante confrontare il valore massimo con la cosiddetta frequenza di Nyquist del sensore utilizzato, cioè la massima risoluzione che il sensore può discriminare - per la EOS 5Ds, tale valore è pari a circa 5900 LW/PH.
Il potere risolutivo, unito al contrasto, determina la nitidezza percepita dell'immagine, a cui ci riferiamo costantemente all'interno delle recensioni.

Il target di risoluzione viene sviluppato con l'ultima versione disponibile di Lightroom, secondo il profilo standard della fotocamera. Nitidezza e parametri collegati vengono regolati con una procedura trial&error in modo da massimizzare il risultato senza incorrere in oversharpening, cioè senza senza rischio di comparsa di artefatti all'interno dell'immagine reale. Identificata la nitidezza ottimale, questa viene mantenuta costante per l'intera prova.


Il target di risoluzione non viene corretto in alcun modo, pertanto gli scatti alle aperture maggiori presentano una evidente vignettatura - è la reale vignettatura prodotta dall'obiettivo. I particolari degli angoli rappresentano una buona cartina tornasole delle aberrazioni cromatiche laterali.

La vignettatura, espressa in termini di f/stop, viene misurata utilizzando come target una semplice superficie bianca uniformemente illuminata. Tende ad aumentare al diminuire del numero f/. Per questo, viene misurata partendo dalla massima apertura di ciascun obiettivo fino a f/8 oppure a un opportuno valore comune a tutti gli obiettivi in prova, in questo caso f/4 essendo l'obiettivo meno luminoso del gruppo un f/2.8. Vengono indicati il valore massimo, medio tra la massima apertura e f/4, e i valori ai singoli diaframmi per ciascun obiettivo.

La distorsione, espressa graficamente e numericamente in termini di percentuale, viene misurata utilizzando come target una griglia regolare. L'elaborazione numerica mostra sovraimpresse all'immagine originale alcune linee di riferimento verticali (rosa) e orizzontali (blu). Si tenga presente che numeri negativi indicano distorsione a barilotto, numeri positivi distorsione a cuscinetto.


Il target di distorsione non viene corretto in alcun modo. Se funzionali a definire meglio il comportamento dell'ottica, eventuali risultati con correzioni attivate verranno esplicitamente descritti nel testo.

L'aberrazione cromatica laterale, che consiste in una separazione dei colori provocata dal diverso ingrandimento a cui sono sottoposte le diverse componenti spettrali dell'immagine per effetto della diffrazione, viene espressa in termini di pixel, misurando la distanza lungo l'asse X tra le due componenti RGB più distanti. Tale misura in pixel è un buon indice della visibilità del difetto, ma tende a penalizzare le ottiche testate con sensori di risoluzione elevata. Per questo, quando necessario aggiungiamo anche lo stesso dato espresso come percentuale sulla distanza dal centro (100*CA[pixel]/distanza dal centro [pixel]), che consente un confronto tra ottiche testate su corpi macchina diversi.

In termini di pixel, su un sensore da 24 Mpixel, un valore inferiore a 0,5 è considerato insignificante, tra 0,5 e 1 pixel moderato, tra 1 e 1,5 pixel medio, oltre 1,5 pixel il grave. Si tenga conto che, all'aumentare della risoluzione, a parità di pixel il difetto risulta meno evidente - nel caso della 5Ds, questi valori di riferimento possono essere tranquillamente aumentati del 50%.  
Per tutte le figure di merito misurabili, proponiamo a titolo di confronto anche i risultati prodotti, nelle stesse condizioni, dal Canon EF 100mm f/2.8L Macro, uno degli obiettivi migliori dell'attuale corredo Canon per nitidezza, controllo delle distorsioni e delle aberrazioni.


Esempio di aberrazione cromatica laterale pari a circa 1,5 pixel su EOS 5Ds - Il difetto è appena visibile.

Esistono poi alcuni difetti non misurabili con i software attuali, per i quali è possibile effettuare solo un'analisi visiva. Parliamo di aberrazione cromatica assiale, coma, e astigmatismo, difetti per i quali abbiamo prodotto immagini di valutazione ad-hoc.
L'aberrazione cromatica assiale si manifesta con falsi colori (verde oltre il punto di messa a fuoco, viola prima) ed è facilmente rilevabile fotografando un righello inclinato. Ne soffrono soprattutto gli obiettivi luminosi, per cui è stata testata a partire dalla massima apertura di ciascun obiettivo fino al valore massimo comune del gruppo, in questo caso pari a f/2.8.


Esempio di aberrazione cromatica assiale.

Il coma (da cometa) consiste nella "scia" - a cometa, appunto - che punti luminosi decentrati creano all'interno dell'immagine. È stata valutata fotografando un diodo nell'angolo inferiore sinistro del fotogramma. Se lo stesso punto luminoso viene fotografato fuori fuoco, si può osservare facilmente l'astigmatismo, cioè la deformazione di punti luce che dovrebbero essere sferici. Il tutto, come per la valutazione dell'aberrazione cromatica assiale, dall'apertura di ciascun obiettivo fino al valore massimo comune del gruppo, f/2.8.

Abbiamo infine cercato di "abbagliare" l'obiettivo con luce diretta in camera per valutare la sua resistenza a questo fenomeno. 
Il giudizio finale si basa sui risultati di queste di prove e sull'impressione d'uso ricavata nel mondo reale, e influenzata da fattori quali maneggevolezza, qualità costruttiva, regolarità e fluidità delle ghiere.