Libertà di Panorama, scampato un bel pasticcio UE

Libertà di Panorama, scampato un bel pasticcio UE

di Alessandro Bordin , pubblicato il

“Si è discusso ieri in sede europea sull'ormai famosa eccezione sulla libertà di Panorama all'interno del più ampio discorso di riforma del copyright. Follie, controversie e assurdità di una deriva burocratica schivata in extremis. Ecco il punto della situazione.”

La situazione europea?

Ce lo dice direttamente Julia Reda nel suo post, di cui proponiamo un sunto delle parti salienti, approfondendo alcuni scenari locali nei singoli paesi UE e non solo. La proposta della parlamentare nasce dalla volontà di estendere la libertà di panorama in tutta la UE, poiché evidentemente non ovunque è in vigore. La mappa riassume visualmente la situazione.


CC-BY-SA King of Hearts based on Quibik’s work

I paesi in verde sono quelli dove la libertà di panorama è realtà, mentre in verde chiaro troviamo i paesi in cui vale solo per gli edifici. In giallo troviamo i paesi  che consentono la pubblicazione di foto di opere artistiche in pubblico solo per scopi non commerciali, mentre in quelli contrassegnati dal colore rosso non vige alcuna libertà di panorama. Fra i pochi paesi in rosso sì, c'è proprio l'Italia, insieme a Francia, Grecia, Ucraina e Bielorussia. Vediamo in dettaglio la situazione nei principali paesi non per forza europei.

Una direttiva del Parlamento Europeo sull'armonizzazione della legge sul copyright (2001/29/EC) di fatto offre ai singoli stati membri la possibilità di restringere i diritti di copyright per sculture ed edifici esposti al pubblico. Ecco perché vi è una disparità di vedute, proprio quello che si voleva superare. Partiamo dai più permissivi.

Regno Unito: si possono scattare foto e filmare edifici, sculture, modelli di edifici e opere di artigianato a patto che siano permanentemente presenti in suolo pubblico (no mostre temporanee, ad esempio). Foto e video possono essere usate per qualsiasi scopo. Vale per opere tridimensionali e non per altro, come possono essere scritte pubblicitarie, segnali, murales.

Austria: facile, qui si può fare tutto anzi in un certo senso si va oltre.  Anche le zone accessibili al pubblico all'interno degli edifici sono zona di "caccia" libera per fotografi e videomaker.

Germania: anche qui via libera in senso generale. Serve l'autorizzazione del detentore del copyright solo nel caso di modifica pesante di foto ritraenti le opere o stravolgimento di geometrie. Insomma, chi detiene i diritti o può rivendicarli, vuole giustamente assicurarsi che la propria opera non venga stravolta in senso negativo o non gradito.

Spagna: piena libertà anche qui, a patto che non vengano stravolte un po' come nel caso della Germania.

Norvegia: caso strano, di quelli in verde chiaro. Piena libertà di panorama ma solo per edifici e non per opere (anche se Facebook è piena di foto del globo di Capo Nord e nessuno pare abbia pagato o chiesto alcunché, la cosa deve essere molto tollerata).

Francia. Non si può, fine. Non siamo riusciti a risalire ad una legge particolare che preveda eccezioni, anche se evidentemente anche qui le maglie di controllo sono molto larghe causa forza maggiore.

Italia: nota dolente. Scordiamoci la chiarezza di altri paesi o, meglio, la chiarezza c'è nel senso che la legge non prevede eccezioni al copyright. Citiamo in questo caso Wikipedia:

 La legge italiana sul diritto d'autore non contiene alcuna eccezione per le fotografie scattate in luoghi pubblici.

L'articolo 70 della legge 633/1941 permette la riproduzione fotografica di opere con fini «di critica o di discussione» e «purché non costituisca concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera». Tale concorrenza, però, può configurarsi nella stessa pubblicazione, anche senza scopo di lucro (motivo per cui, per esempio, è vietata la riproduzione di brani musicali).

Nel 2007 la cosa fu oggetto di un'inchiesta dell'editorialista Luca Spinelli, successivamente allegata a un'interrogazione parlamentare del deputato Franco Grillini. Nel febbraio 2008 il governo rispose all'interrogazione tramite il sottosegretario Danielle Mazzonis, affermando che qualsiasi «comportamento che non è vietato da una norma deve considerarsi lecito», e sottintendendo poi una sostanziale presenza della libertà di panorama nella normativa italiana in paragone a quella statunitense («che, similmente a quella italiana, consente di poter utilizzare le fotografie scattate in luoghi pubblici o aperti al pubblico per qualunque scopo, salvo che si tratti di opere d'arte non stabilmente installate in un luogo pubblico poiché in tal caso è necessaria l'autorizzazione del titolare»). La risposta fu ritenuta erronea dallo stesso Spinelli e da altri esperti di diritto informatico.

La stessa risposta del governo, infatti, riportava nella seconda parte alcune eccezioni («opera di autore vivente», «opere considerate beni culturali») che, di fatto, negavano la presenza della Libertà di panorama, contraddicendo peraltro anche gli stessi esempi di opere ritenute liberamente fotografabili riportati nella prima parte della risposta (il nuovo edificio dell'Ara Pacis, frutto di un autore vivente, e il Colosseo, bene culturale tutelato).

Fecero seguito all'inchiesta giornalistica anche le interrogazioni dei deputati Gianni Mancuso e Mauro Bulgarelli, una lettera aperta del deputato europeo Cristiana Muscardini al ministro Rutelli, alcune proposte legislative locali, critiche giornalistiche, e tavole rotonde a tema, senza, tuttavia giungere all'introduzione della normativa auspicata.

Per sanare anche questa situazione fu in seguito introdotto (nel 2008) il comma 1-bis dell'articolo 70 della legge sul diritto d'autore, soggetto però a critiche e comunque mai entrato in vigore a causa della mancata emanazione dei decreti attuativi (vedi la voce relativa). Un importante lavoro interpretativo delle norme è stato svolto, nel 2012, dal progetto Wiki Loves Monuments.

Lo sviluppo più recente riguardo alla riproduzione fotografica, vd. la Legge n.106 del 29/7/2014, in particolare l'art. 108. "Canoni di concessione, corrispettivi di riproduzione, cauzione", in Gazzetta Ufficiale Online.

Insomma, qualcuno di buona volontà c'è, ci sono state riunioni su riunioni ma di fatto, ad oggi, tutto è invariato. Come in altri casi la tolleranza è inevitabile nel mondo attuale dei social dalla foto facile, ma certo non vi è la benedizione di una normativa. Fortissimo è stato il contributo di Wikimedia e delle varie iniziative (change.org ha raccolto oltre 500.000 firme) per bloccare l'emendamento e a loro va il merito di aver sensibilizzato Strasburgo, che lo ha rigettato con 741 voti contro 40.


Questa foto era lecita e lo è ancora


Con emendamento approvato e in assenza di autorizzazione...

Chiudendo, segnaliamo quella che forse è la migliore interpretazione della libertà di panorama come eccezione al copyright, ovvero quella Svizzera (sì, non è nella UE, lo sappiamo): opere installate in maniera permanente in luogo pubblico o comunque a cui il pubblico ha accesso (quindi anche interni) possono essere fotografate e filmate, e ci si può fare quello che si vuole. Non è però possibile usare le immagini per lo stesso scopo dell'originale. Cosa significa questo? Che se fotografiamo un quadro oppure un murales e ne facciamo riproduzioni identiche da vendere, allora non va bene. E la cosa ci sembra più che legittima.


Commenti (14)

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Commento # 1 di: DukeIT pubblicato il 10 Luglio 2015, 17:16
"pur non essendo Wikimedia Foundation un ente non a scopo di lucro": se non è stata utilizzata erroneamente la doppia negazione, allora si dice che Wikimedia Foundation è un ente a scopo di lucro, cosa che non mi risulta (ma potrei sicuramente sbagliarmi).
Commento # 2 di: Alessandro Bordin pubblicato il 10 Luglio 2015, 17:19
Vero, sbagliato io, lanciato un non di troppo dopo aver riscritto la frase un po' d volte Grazie della segnalazione.
Commento # 3 di: DukeIT pubblicato il 10 Luglio 2015, 17:37
Certo che noi italiani sappiamo sempre distinguerci in tutto e facciamo di tutto per farci dipingere come il paese dei furbetti, con le nostre leggi che dicono sempre tutto ed il suo esatto contrario.
Nessuno ti dirà mai che hai compiuto un'infrazione nel fotografare un monumento, resta il fatto che stiamo bene o male tutti infrangendo la legge anche senza saperlo e dobbiamo sperare che a qualcuno non venga in mente di far rispettare le leggi vigenti... affermazione quest'ultima che sarebbe assurda in qualsiasi paese civile.
Commento # 4 di: bobafetthotmail pubblicato il 10 Luglio 2015, 18:45
Va detto che tra droni, facebook, tumblr flickr e compagnia ste leggi qui sono un pochino anacronistiche.

Si arriva all'incarcerare chiunque abbia uno smartphone e fa un selfie nel posto sbagliato
Commento # 5 di: marchigiano pubblicato il 10 Luglio 2015, 22:34
a me pare molto più grave questo

Se carichi una foto delle vacanze in Facebook, non ne ricavi alcun profitto. Tuttavia, acconsenti alle condizioni del servizio di Facebook, secondo cui stai autorizzando Facebook a fare un uso commerciale della tua foto (paragrafo 9.1 delle condizioni di utilizzo di Facebook)


Commento # 6 di: ufo1 pubblicato il 11 Luglio 2015, 01:03
E Google Street?

Come da titolo
Tutte le cittò sono state fotografate palmo a palmo
Commento # 7 di: Pier2204 pubblicato il 11 Luglio 2015, 11:05
La questione del diritto d'autore in questo caso oltre che anacronistica lo è anche per gli autori stessi...

ES:
E' assolutamente vietato fotografare la Pietà di Michelangelo, ma l'autore è deceduto 500 anni fa, a chi deve essere riconosciuto il diritto d'autore?
Alla Città del Vaticano? ma allora quello non è più diritto di autore ma esclusiva di sfruttamento da parte dello stato Vaticano che con il diritto di autore centra ben poco.

Questione molto difficile, perchè anche se liberalizzassero la foto dell'artista e la pubblichi su Facebook accetti la condizione che sarà Facebook stessa a sfruttare quella foto...e la cosa mi sta sulle balle..

Secondo la mia opinione la Libertà di panorama, quando non esiste più l'autore, è un diritto sacrosanto, ma bisogna rivedere i contratti con i social media a cui fornisci i materiali gratuitamente, non mi sta bene che siano loro a sfruttare le tue foto..
Commento # 8 di: AleLinuxBSD pubblicato il 11 Luglio 2015, 13:03
Ridicoli.
Basterebbe del semplice buon senso per capirlo.
Non ha nessun senso, in qualsiasi modo la si voglia girare, pensare di imporre per legge, simili restrizioni alla libertà.
Che poi l'Italia, si distingua in peggio, non mi stupisce, considerando la moltitudine infinita e contraddittoria di leggi esistente, che dice tutto ed il contrario di tutto, in modo da lasciare maggiore margine di manovra per interpretazioni, a seconda delle convenienze del potente di turno, più o meno favorevole alla restrizione delle libertà individuali.
Commento # 9 di: gianluca.f pubblicato il 11 Luglio 2015, 13:34
visto il numero di foto presenti in FB la stessa società avrebbe dovuto cambiare le norme di quel capitolo altrimenti si sarebbe dovuta preoccupare di un esodo di massa o di eliminare milioni di foto.
Commento # 10 di: TigerTank pubblicato il 11 Luglio 2015, 14:37
ma dai...sono tutte cose veramente assurde. Ok le eventuali liberatorie se si fanno scatti a soggetti umani che devono ovviamente aver dato il loro consenso e ok i divieti fotografici in molte mostre e musei...ma questa storia è davvero eccessiva.
A quel punto uno non ha più motivo di comprarsi una reflex amatoriale causa paura di incorrere in sanzioni per questi eccessi di copyright

Comunque a me sembra più tutta una montatura per raccattare soldi...un pò come quando i comuni hanno fame di soldi e scatenano i vigili...solo il tutto su un piano più vasto.
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