Comparativa monitor 21:9 - 5 modelli da 29 a 32 pollici

Comparativa monitor 21:9 - 5 modelli da 29 a 32 pollici

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Monitor Ultra-Wide 21:9 a confronto: le soluzioni di Asus, AOC, LG, Nec e Philips. Dal 4:3 al 16:9 e, ora, ecco il 21:9 - il concetto di monitor Wide è in continua evoluzione (ed espansione). Mettiamo a confronto 5 modelli per valutare non solo la bontà dei pannelli e le rispettive dotazioni, ma anche l'utilità pratica di un simile formato. ”

Il formato 21:9 - evoluzione o involuzione?

Dopo aver speso diverse settimane di fronte a un pannello 21:9 nell'utilizzo quotidiano, lavorativo e ludico, vogliamo qui darvi le nostre impressioni sull'effettiva utilità di questo formato.

Certamente non si tratta di un formato adatto a chiunque, e a tutti gli utilizzi. Sarebbe ad esempio assurdo usarlo per scrivere in Word a tutto schermo, ma anche un foglio Excel, che in teoria potrebbe beneficiare della maggiore area utile, risulta di fatto dispersivo, specialmente sulla diagonale di 34 pollici.


Parlando di fotografia, esistono in effetti casi in cui la proporzione dello schermo è perfetta per lavorare sull'intera immagine mantenendo aperte palette strumenti laterali di generose dimensioni, ma il vantaggio che si ottiene nelle inquadrature orizzontali lo si sconta nelle inquadrature verticali.

Più utile in ambiti più specifici, come la progettazione o l'editing video, dove l'orientamento non è un problema ed è quindi possibile sfruttare proficuamente la porzione centrale del monitor per l'oggetto principale e i bordi per gli strumenti.


In definitiva, però, il formato è a nostro avviso troppo allungato per essere sfruttato proficuamente con sole palette di strumenti. Il vero vantaggio di questo formato in ambito lavorativo lo si appressa solo se e quando si lavora con più applicativi contemporaneamente aperti. Può trattarsi ancora di editing video, con Audition per l'editing di tracce audio aperto a fianco di Premiere, oppure di CAD, con una tabella Excel di riferimento aperta a fianco dell'area grafica, o ancora alla già citata revisione di documenti.

In quest'ultimo caso, in cui si lavorerà probabilmente con due finestre che occupano ciascuna metà schermo, lavorare con un 29" 21:9 è circa come lavorare con 2 monitor 17" 4:3 affiancati. Si perde qualcosa in altezza rispetto a un formato 16:9 di diagonale analoga, ma nel complesso lo scambio è molto vantaggioso. È in effetti proprio nella traduzione / revisione di documenti che, in ambito lavorativo, abbiamo apprezzato di più il formato 21:9.


Anche passando all'ambito ludico esistono luci e ombre. La riproduzione video è ottimale solo con materiale con aspect-ratio 2.35:1, mentre per altri contenuti video, ad esempio 1.85:1, 1,77:1 (16:9) e 1.33:1 (4:3), le bande nere laterali si fanno progressivamente più invadenti.

Da sottolineare, a questo proposito, come sebbene la maggioranza dei film Blu-ray sia tecnicamente in formato 2.35:1, il vero e proprio contenuto video è comunque registrato in Full HD 1080p, che è un formato 16:9, e a questo vengono già aggiunte le classiche bande nere ai margini - un film 1080p Blu-ray ha cioè una risoluzione di circa 1920x815 pixel utili, che nel caso dei monitor da 29" in questa prova deve essere scalata ai 2560x1080 pixel del pannello. Anche nella visione cinematografica, dunque, che si potrebbe a prima vista ritenere il cavallo di battaglia del formato 21:9, non è tutto oro ciò che luccica.

In effetti, in ambito ludico questo formato da il meglio di sé con i videogiochi: l'allargamento del quadro in senso orizzontale solletica la vista periferica, aumentando il senso di immersione e dando, ovviamente, qualche informazione extra utile per la sopravvivenza virtuale.