Canon EOS 7D Mark II: "sportiva" di razza, ma per tutti

Canon EOS 7D Mark II: "sportiva" di razza, ma per tutti

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Canon EOS 7D Mark II è la nuova top di gamma APS-C del marchio. Veloce, potente e sofisticata, può essere considerata una piccola EOS 1: quasi altrettanto performante, ma con un costo decisamente meno elevato. ”

Il corpo macchina

La EOS 7D Mark II è tremendamente simile alla 5D Mark III, per disposizione e funzionalità dei pulsanti, ma anche per dimensioni e peso (149x112x78mm, 910g contro 152x116x76mm, 950g). Non è quindi la APS-C più compatta disponibile, ma è comoda ed efficace da impugnare, e robusta.

Del resto, avevamo sottolineato a suo tempo come la 5D Mk III presentasse a sua volta più similitudini con la 7D originale che con le precedenti versioni di 5D - evidente quindi come la convergenza tra i modelli Canon "a una cifra" sia già in atto da tempo.

L'impugnatura è, come sempre, molto efficace. Perfetta la posizione del pulsante di scatto, immediatamente dietro al quale si trovano il pulsante M-Fn personalizzabile e la ghiera di comando principale. Sempre sul lato superiore, da sinistra a destra, troviamo la leva di accensione concentrica alla ghiera dei programmi (con pulsante di blocco contro rotazioni accidentali), che offre, come per la 5D Mk III, i programmi PASM, un programma full-auto, la posa B e tre posizioni custom a disposizione dell'utente.

La principale differenza con la 5D Mk III si trova poco più a destra, ed è il flash integrato (NG 11) che manca invece alla Full Frame. Ancora più a destra, l'immancabile display LCD sovrastato dai pulsanti per lettura esposimetrica/bilanciamento del bianco, selettore AF/modalità di scatto, ISO/compensazione flash.

Il dorso si apre con il pulsante Video/Live View e con i tre pulsanti AF-On, blocco esposimetrico e selezione del punto AF, da usare in combinazione con le ghiere o il "joystick" (controller multifunzione). Proprio nell'effettuare questa operazione si nota (e si apprezza) l'unico controllo aggiuntivo rispetto alla 5D Mark III, vale a dire un selettore concentrico al joystick che consente di scorrere le diverse modalità di raggruppamento dei punti AF - l'operazione cioè che sulla 5D Mk III coinvolge il pulsante M-Fn. Ottima idea.

Più in basso si trovano il pulsante Q, per richiamare sul display posteriore e impostare velocemente di tutti i principali parametri di scatto, e la seconda ghiera di comando con pulsante centrale e relativo selettore di blocco.

Il display è un TFT Clear View II, leggermente più piccolo rispetto alla 5D Mark III (3" contro 3,2"), ma di pari risoluzione (1.040.000 punti). Alla sua sinistra, il pulsante Menu e il pulsante Info, che gestisce la modalità di visualizzazione display (spento, livella elettronica, schermata riassuntiva dei parametri di scatto). Poco più sotto il pulsante Picture, per l'accesso diretto alle funzioni Stile Foto, Esposizione multipla e HDR. Seguono e chiudono i classici controlli di riproduzione (Rate, Zoom, Play, Cestino).
Sulla parte anteriore del corpo si trovano il pulsante per il controllo della profondità di campo, la luce di assistenza AF e il ricevitore IR.


Ottimo il mirino, che insieme a quello della precedente 7D è l'unico tra le APS-C Canon a coprire il 100% del campo inquadrato. Ragionevolmente ampio e confortevole (ingrandimento 1x - 0,625x rapportato al formato 35mm, eyepoint 22mm), molto luminoso, beneficia dello schermo LCD integrato per mostrare utili informazioni di scatto quali livella elettronica, modalità di scatto, bilanciamento del bianco o attivazione di funzioni speciali (sfarfallio, vedi pagina funzioni). Lo schermo di messa a fuoco è intercambiabile con il Super Precision Matte, utile per la messa a fuoco in presenza di obiettivi molto luminosi.

Come per la 5D Mark III, è disponibile il doppio slot di memoria. Supportate CF type I (UDMA) e SD (UHS-I).
Per l'I/O, disponibili sul lato sinistro jack per cuffie e microfono, HDMI out e USB 3.0, oltre alle immancabili prese syncro flash e telecomando di scatto remoto. Curiosamente, viene fornito con la fotocamera un accessorio in plastica che ha la funzione di proteggere i cavi da strappi accidentali - pare che l'eventuale riparazione della porta USB 3.0 sia particolarmente costosa. 


Lo chassis in lega di magnesio, sigillato da opportune guarnizioni, dovrebbe assicurare ottima robustezza. Canon dichiara di aver migliorato ulteriormente il livello di protezione contro ingresso di polvere e umidità rispetto alla 7D, e la vita utile dell'otturatore è passata da 150.000 cicli a 200.000 cicli. Anche il meccanismo dello specchio è stato cambiato, ed è ora analogo a quello della 1D X. Insomma, il corpo è più resistente di quello della 7D, che già era una fotocamera capace di sopportare più di qualche maltrattamento.   

L'autonomia dichiarata, pari a 670 scatti, è inferiore a quella della gemella Full Frame nonostante le batterie siano le stesse LP-E6, forse a causa della presenza del ricevitore GPS. È questa, probabilmente, la specifica meno lusinghiera della 7D Mk II. Va comunque sottolineato come, per questa tipologia di macchina, con cui tipicamente si scatta a raffica senza utilizzare frequentemente né il flash integrato né il display, gli scatti reali sono molti di più. In due diverse sessioni con GPS disattivato, abbiamo superato i 1500 scatti con singola batteria carica.

In conclusione, possiamo dire sul corpo macchina che la 7D ha tutto quello che si può desiderare da un modello per uso anche professionale. Qualcuno potrà lamentare la mancanza della funzione touch, che secondo Canon non è gradita ai professionisti e non viene pertanto integrata in corpi di questa fascia; dal canto nostro, non ne abbiamo mai sentito la mancanza.
Obiettivi
La EOS 5D Mark III utilizza naturalmente la baionetta Canon EF ed è per questo compatibile con la gamma di obiettivi EF / EF-L, compresi gli EF-S dedicati alle fotocamere con sensore in formato APS-C. Il fattore di moltiplicazione, per Canon è pari a 1,6x.