Sony Alpha A77: il passo più lungo della gamba?

Sony Alpha A77: il passo più lungo della gamba?

di Roberto Colombo , pubblicato il

“Un sensore APS-C con 24 megapixel di risoluzione è un passo azzardato? Questa è la domanda che in molti si sono posti alla presentazione di Sony Alpha A77: nella nostra recensione proviamo a dare qualche risposta”

Qualità dell'immagine



ISO 100 con particolare al 100%

Il capitolo sulla qualità dell'immagine di Sony Alpha A77 è certamente il più controverso: la domanda che in molti si pongono di fronte a un sensore APS-C con ben 24,3 megapixel è se essi siano davvero reali o se la risoluzione effettiva sia più bassa. I primi scatti con Alpha A77 e il firmware 1.03 ci hanno lasciato un in alcune situazioni d'uso un po' perplessi: se da una lato alla sensibilità minima il dettaglio pare essere molto elevato, come testimonia l'immagine qui sopra, in altri scatti la macchina ci è sembrata avere una resa 'pittorica', quasi da acquerello, dei particolari più fini, anche a sensibilità non troppo spinte.



La resa 'acquerello' in uno scatto a 800 ISO (firmware v1.03)

La fotocamera può spingersi molto in là con la sensibilità ISO e ci aspetterebbe di vedere immagini di qualità fino quasi a ridosso dei valori più alti. Il rumore con denoising standard comincia a mostrare qualche segno a 800 ISO, risultando evidente nella visualizzazione al 100% a 1600 ISO. Da questo punto in poi salendo con la sensibilità si ha un progressivo appiattimento dei dettagli, tale da rendere particolari come scritte al limite della leggibilità. I due valori più alti di sensibilità inoltre mostrano una riproduzione dei colori meno fedele e poco satura. Da notare che, riflettendo lo specchio traslucido parte della luce verso il modulo autofocus a parità di condizioni con le fotocamere SLT è necessario guadagnare quasi 1/3 di stop nel terzetto diaframma, tempo di scatto e sensibilità.

Mantenendo il valore più basso di riduzione del rumore non si guadagna in nitidezza: 800 ISO gli artefatti cominciano a diventare visibili, mentre da 3200 ISO in su inizia un processo di desaturazione dei colori, che porta ad avere a 6400 e 12800 ISO immagini non solo caratterizzate da una definizione molto più bassa, ma anche da colori più spenti. La sensibilità di 16000 ISO rappresenta davvero un caso limite. In tutti questi casi le immagini sembrano conservare una buona qualità a livello macroscopico (anche grazie alla risoluzione elevata) buona per stampe di formato medio/piccolo, ma con un dettaglio al 100% che mostra i limiti in modo evidente.

ISO 12800
ISO 16000

L'immagine qui sotto ci permette di valutare il comportamento del sensore e del motore di elaborazione della fotocamera. Già a 'soli' 1000 ISO lo sviluppo del file RAW senza l'applicazione di nessun filtro di denoising mostra come il rumore sia davvero elevato, soprattutto sui mezzi toni. Il processore Bionz ha quindi un bel da fare per produrre un'immagine pulita a partire dai dati grezzi del sensore. I risultati rispecchiano questi ultimi: il processore riesce a mediare e a estrarre i colori corretti, ma introduce anche una grana evidente sotto forma di artefatti. Si tratta di una caso limite in condizioni difficile, ma rende bene l'idea delle capacità della macchina quando messa alle strette.

JPEG registrato dalla macchina
RAW sviluppato senza applicazione di filtro anti rumore
RAW sviluppato con Image Data Converter con impostazioni di denoising automatiche
RAW sviluppato con Image Data Converter con impostazioni di denoising manuali
RAW sviluppato con Adobe Camera RAW

Sviluppando l'immagine con il software fornito in dotazione, Image Data Converter, si riesce a contenere meglio la grana e gli artefatti. Utilizzando Adobe Camera RAW come piattaforma di sviluppo si ottiene una grana molto più fine e affetta da meno falsi colori, a scapito però della saturazione e della resa degli stessi: inoltre il programma di Adobe fa fatica ad interpretare correttamente i bordi creando in quelle zone alcuni artefatti.