Factory Tour: in Cina dove nascono le fotocamere Nikon

Factory Tour: in Cina dove nascono le fotocamere Nikon

di Roberto Colombo , pubblicato il

“Abbiamo visitato lo stabilimento cinese di Wuxi a 130 km da Shanghai dove Nikon produce il suo sistema mirrorless Nikon 1 e diverse fotocamere compatte della sua gamma”

Lo stabilimento Nikon a Wuxi: considerazioni finali

Il nostro press tour presso lo stabilimento Nikon Imaging a Wuxi in Cina ci permette di tirare alcune conclusioni. Da un lato è impressionante la concentrazione di aziende dell'imaging nel distretto di Wuxi, con una popolazione di più di sei milioni di abitanti che gravita intorno a questo mondo. Infrastrutture, trasporti, organizzazione sociale sono finalizzate a rendere massima l'efficienza del sistema, con indubbi risultati.

All'interno dello stabilimento abbiamo visto operare la componente umana in parti della catena di produzione che nel nostro continente probabilmente sarebbero affidate all'automazione. Si tratta di una scelta che minimizza gli investimenti in costosi macchiari, potendo beneficiare di una forza lavoro i cui costi non sono ancora esplosi. Questo approccio è inoltre molto flessibile dal punto di vista delle linee di produzione: riprogrammare una macchina permettere in linea nuovi lotti oppure un diverso workflow può essere più complicato che istruire all'uopo gli operai della linea di montaggio.

Un approccio del genere è molto flessibile e permette ad esempio di assorbire in fretta cambiamenti o diversificazioni della produzione, come può avvenire ad esempio dopo i disastri naturali che hanno colpito le fabbriche Nikon in Giappone e Thailandia. Non sappiamo la flessibilità quali ricadute abbia sugli orari e nei periodi di occupazione dei dipendenti, immaginiamo che il tasso di occupazione possa variare molto a seconda del carico delle linee di produzione: per avere un'idea più chiara sarebbe necessario vivere un paio di settimane respirando l'atmosfera e la vita quotidiana della città, mentre il nostro tour è stata una vera toccata e fuga.

L'ampio utilizzo della componente umana anche nei controlli di qualità, come la valutazione primaria della bontà delle lenti o dei pezzi prodotti, ha sicuramente risvolti positivi anche in questo caso nella flessibilità, ma deve fare i conti con la fallibilità umana. In ogni caso, sebbene non ci siano stati mostrati, Nikon dichiara diversi controlli tecnici e automatizzati sui pezzi prodotti, comprese le singole lenti.

Lo spaccato di Cina compreso tra Shanghai e Wuxi che abbiamo visto è sicuramente stato molto interessante: l'organizzazione del paese in distretti specializzati, sebbene idea non nuova, è spinta al massimo delle sue possibilità con evidenti vantaggi, resi percepibili soprattutto dall'elevato numero di aziende dell'imaging che hanno scelto Wuxi per le loro produzioni. E non stiamo parlando di produzioni di secondo piano o di bassa qualità: Nikon ha affidato a Nikon Imaging China tutta la produzione (salvo alcuni componenti come i sensori) del suo sistema mirrorless Nikon 1 che rappresenta un passaggio molto importante per il futuro della casa giallonera.

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Commenti (23)

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Commento # 1 di: Paganetor pubblicato il 10 Novembre 2011, 11:35
bestiale... anche io la prima volta che sono stato in Cina mi sono impressionato nel vedere l'uso esteso di manodopera per qualunque operazione (per esempio, coi i lavori stradali in un incrocio a semafori spenti non hanno piazzato quei semaforini provvisori a batteria: c'erano una decina di cinesi con le palette rosse/verdi che si coordinavano urlandosi da un punto all'altro della strada )

Discorso qualità: si "sputa" tanto sui prodotti cinesi, ma alla fine loro lavorano in base a quello che chiede il committente, soprattutto se si parla di colossi come Nikon (ma vale anche per tutti gli altri settori, automotive in testa). Magari poi si chiudono gli occhi su alcuni fattori, come gli orari di lavoro o le condizioni in fabbrica, ma non mi sembra il caso di Nikon.
E' veramente affascinante osservare come, in diverse parti del mondo, si scelgano strategie produttive totalmente diverse per giungere al medesimo risultato: c'è chi usa 100 cinesini per fare una cosa, mentre altri in giappone impiegano 15 robot e un solo supervisore per l'intera linea.

Bell'articolo!
Commento # 2 di: Korn pubblicato il 10 Novembre 2011, 12:21
sembra il paese dei balocchi sta cina...
Commento # 3 di: Paganetor pubblicato il 10 Novembre 2011, 12:28
fino a un certo punto... appare così ai nostri occhi perchè il costo della manodopera è basso rispetto al nostro, ma i cinesi stessi delocalizzano le proprie produzioni in paesi ancora più economici, come Bangladesh e Thailandia. E mentre noi (già da un po' di anni) andiamo lì, loro vanno altrove.
Il prossimo passo secondo me sarà l'Africa: oltre alla manodopera, le compagnie cinesi stanno acquistando ENORMI appezzamenti di terreno per sfruttarne in futuro le risorse minerarie.

chi vivrà vedrà
Commento # 4 di: Bhibu pubblicato il 10 Novembre 2011, 15:07
Originariamente inviato da: Paganetor
E' veramente affascinante osservare come, in diverse parti del mondo, si scelgano strategie produttive totalmente diverse per giungere al medesimo risultato: c'è chi usa 100 cinesini per fare una cosa, mentre altri in giappone impiegano 15 robot e un solo supervisore per l'intera linea.

Bell'articolo!


In italia in un azienda che conosco quasi il triplo del lavoro che 3 anni fa veniva fatto da 8 operai semplici e 8 operai specializzati per turno su 3 turni ora viene fatto da 2 operai e 1 tecnico sempre su 3 turni. La produzione è decisamente più alta, gli intoppi e gli errori sono molti meno, i 2 operai si fanno un mazzo che la metà basta per stare dietro al robot che sforna ogni 30-40 minuti materia lavorata da mettere sui bancali e chiede materia vergine, il tecnico ha una responsabilità altissima perché decine di migliaia di € di prodotto sono sotto il suo controllo e un errore può costare molto caro, chi lavora ancora li si lamenta perché se prima lavoravano decisamente poco ora lavorano troppo e chi non lavora più li è in mezzo ad una strada... peccato che tutto questo prodotto non riescano a venderlo visto che l'azienda è famosa per l'elevatissima qualità dei suoi prodotti (che sono decisamente più cari della concorrenza ma sono altrettanto migliori), non certo per le quantità di prodotto realizzato anche perché un prodotto di lusso vive grazie al prezzo che riesce a spuntare non alla quantità... va a farglelo capire
Commento # 5 di: tommy781 pubblicato il 10 Novembre 2011, 16:01
concorrenza impossibile da combattere, i dati ufficiali parlano di 400 euro al mese per lavorare 70 ore settimanali in cina...in europa con quelle ore un operaio medio percepisce almeno 1800 euro...e ha diritto a ferie, malattie ecc che in cina non sono previste, se non lavori non ti pagano, se stai male non ti pagano ecc....onestamente se io avessi il capitale e volessi guadagnare aprirei là uno stabilimento, mai in italia o comunque in europa, un imprenditore deve puntare al massimo guadagno anche se a scapito dei propri concittadini, l'economia non ha bandiere.
Commento # 6 di: Korn pubblicato il 10 Novembre 2011, 16:03
e poi andiamo a puttane come stiamo abilmente facendo
Commento # 7 di: Raghnar-The coWolf- pubblicato il 10 Novembre 2011, 16:07
Originariamente inviato da: tommy781
concorrenza impossibile da combattere, i dati ufficiali parlano di 400 euro al mese per lavorare 70 ore settimanali in cina...in europa con quelle ore un operaio medio percepisce almeno 1800 euro...


In Europa (eurozona) con quelle ore ne devi prendere 2 da minimo 1800 lordi al mese.

La Nikon non sa come farsi pubblicità alla 1, invita tutti alla fabbrica
Intanto mi rimane sconosciuto come fanno ad avere quei prezzi con quelle performance e la produzione cinesissima.
Commento # 8 di: Icarium pubblicato il 10 Novembre 2011, 16:14
Praticamente fanno due turni di 8 ore che però coprono magicamente le 24 ore.. con ampie possibilità di straordinari..


Insomma fanno turni di 12 ore tutti a 275€ + briciole al mese Anzi ecco forse dove spuntano i 350€ di cui parlano alla nikon il tutto x 6 giorni la settimana

Impossibile da battere e le nostre aziende falliscono, è per questo che noi più che sulla produzione dovremo puntare sulla tecnologia / brevetti / innovazione.. in questo campo non possiamo competere
Commento # 9 di: Korn pubblicato il 10 Novembre 2011, 16:18
perchè pensi che le università la non ce le abbiano?
Commento # 10 di: Haruhi85 pubblicato il 10 Novembre 2011, 16:34
ottimo articolo, e lo dico da amante dell'Oriente, un "tour" diverso dal solito e che sottolinea diversi aspetti della società
Quando avrete l'occasione, sarebbe bello leggere altri articoli di questo genere, sono sempre molto interessanti e piacevoli
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