Sony NEX-5: primo contatto e primi scatti

Sony NEX-5: primo contatto e primi scatti

di Roberto Colombo , pubblicato il

“Sony settimana scorsa ha presentato le sue prime fotocamere ibride, denominate NEX-3 e NEX-5, da New E-mount eXperience. Ecco il report e i primi scatti dal nostro pomeriggio in compagnia della Sony NEX-5 testata in anteprima durante l'evento organizzato da Sony in Croazia”

Impressioni d'uso: Sony NEX-5

Le due fotocamere NEX sono pensate per essere semplici e intuitive, soprattutto per chi si avvicina a esse arrivando dal mondo delle compatte. Si spiega con questa ragione, ad esempio, la mancanza della ghiera dei modi, demandata a un comando virtuale, particolare di cui i fotografi abituati alle reflex sentiranno certamente la mancanza. In alcuni frangenti la ghiera è richiamabile con la semplice pressione del pulsante centrale della ghiera cliccabile posta sul retro, ma non lo è sempre, costringendo al passaggio dal menu e generando a volte confusione per la non unicità della procedura di accesso.

La ghiera permette di regolare in modo veloce i parametri di scatto e, cliccando nelle quattro direzioni di accedere alla regolazione di flash, punti autofocus e compensazione dell'esposizione, modi di scatto. Altri due pulsanti posti nelle vicinanze permettono la scelta delle opzioni visualizzate di volta in volta ai due corrispondenti angoli dello schermo. Quest'ultimo, come già visto in reflex e compatte di casa Sony, è orientabile in alto e in basso, ma non ha l'ulteriore grado di libertà che altre marche offrono. Il display è l'unico dispositivo di puntamento e la sua buona definizione e la buona luminosità lo rendono adatto allo scopo in quasi tutte le situazioni d'uso. Solo l'obiettivo pancake da 16mm è equipaggiabile con un mirino ottico aggiuntivo, accessorio da acquistare a parte.

Un volta familiarizzato con la ghiera dei modi virtuale è facile accedere ai diversi modi d'uso, dai controlli manuali, alla priorità di tempi e diaframmi, fino alle scene preimpostate, alla modalità Sweep Panorama e a quella i-Auto, che solleva il fotografo da tutti i compiti salvo quello di inquadrare e premere il pulsante di scatto. Per la destinazione d'uso di queste fotocamere i-Auto e Scene sono le modalità che il pubblico medio dovrebbe utilizzare di più e Sony si è focalizzata in particolare su di esse e sulla loro interfaccia. In queste modalità, ad esempio, a schermo appare la possibilità di variare la profondità di campo agendo sulla ghiera nella direzione di sfondo più o meno sfocato, un modo più intuitivo di permettere ai meno esperti il controllo del diaframma.

Gli utenti più esperti in cerca delle regolazioni di parametri più o meno avanzati restano invece delusi dalla mancanza di pulsanti diretti e dalla necessità di accedere alle diverse voci del menu, per altro caratterizzate da denominazioni non del tutto intuitive. A questo proposito regolazione ISO e lettura esposimetrica richiede troppi passaggi, così come attivare o meno le funzioni DRO e HDR, nascoste all'interno di una delle voci del menu. Sarebbe stato più utile prevedere la possibilità di regolare questi parametri con un quick-menu direttamente dal display, come spesso accade sia sulle compatte sia sulle reflex.

Dal punto di vista dell'ergonomia, pur essendo caratterizzate da un corpo davvero compatto, le due fotocamere offrono un'impugnatura sufficientemente ergonomica, soprattutto nel caso della NEX-5 caratterizzata da una sporgenza maggiorata e da una finitura antiscivolo efficace. L'impugnatura è bilanciata sul peso delle ottiche del nuovo sistema E-mount, mentre diventa certamente troppo piccola nel caso di montaggio delle ben più pesanti ottiche dedicate al sistema reflex.

Non inseriamo in questa preview un'analisi della sensibilità ISO approfondita. Quelli provati durante il pomeriggio di test sono infatti campioni pre-produzione, non ancora dotati del firmware definitivo, che equipaggerà gli esemplari dedicati alla vendita. Anche il 16mm pancake utilizzato per le foto è ancora allo stadio preliminare, come si può notare da alcuni particolari, quale ad esempio una più marcata caduta di luce in uno degli angoli. L'accoppiata tra firmware positivo e ottiche non definitive ha prodotto foto che superano la sufficienza al centro anche a 12800 ISO, ma che cadono nella gamma dei risultati non commentabili agli angoli.